L’Università di Macerata è partner di un nuovo prestigioso progetto internazionale Horizon 2020 nel campo della salvaguardia ambientale. Si intitola “Alice”, acronimo che indica, in inglese, l’obiettivo di “accelerare l’innovazione nella gestione delle acque reflue urbane per il cambiamento climatico”. Il totale del finanziamento europeo è di 900 mila euro, di cui 99 mila sono quelli destinati a Unimc.
I lavori sono appena cominciati, dopo la riunione di avvio a Bruxelles, a gennaio, negli uffici del governo dell’Irlanda del nord. Al progetto partecipano università, centri di ricerca ed enti non accademici provenienti da sei paesi europei: Gran Bretagna, Cipro, Grecia, Irlanda, Italia e Spagna. Per la Regione Marche è presente anche Aset, società specializzata nella gestione del ciclo delle acque. Capofila è il Dipartimento di ingegneria dell’Ulster University di Belfast, leader nelle ricerche sulle interazioni tra energia e ambiente. I ricercatori coinvolti in Alice studieranno in che modo garantire una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed energetica del ciclo delle acque, in vista delle sfide poste dai cambiamenti climatici globali. L’Università di Macerata, con il Dipartimento di Giurisprudenza capofila, analizzerà gli aspetti giuridici e socio-economici che riguardano l’uso delle acque pubbliche a livello cittadino, oltre che i sistemi di regolamentazione e le politiche dell’acqua.
I professori coinvolti sin dalla progettazione sono Erik Longo (nella foto durante la presentazione a Bruxelles), Pamela Lattanzi, Francesca Spigarelli e Andrea Prontera. Ad essi si uniranno altri docenti dell’ateneo esperti in materia.
Il progetto è finanziato all’interno della linea per lo scambio del personale addetto alla ricerca e all’innovazione delle azioni Marie Skłodowska-Curie.
“La collaborazione a questo progetto – commenta il rettore Francesco Adornato – ancora una volta mostra come la nostra Università possa portare innovazione anche in temi solo apparentemente distanti dai nostri abituali percorsi di ricerca. In questo caso, entrano in gioco quegli studi giuridici, che rappresentano un’eredità secolare e di grande autorevolezza per il nostro ateneo e che, allo stesso tempo, permettono di analizzare scenari di interesse strategico a livello internazionale, come, appunto, la salvaguardia ambientale. La mobilità all’interno del Consorzio costituisce, inoltre, un’ottima opportunità, soprattutto per i giovani dottorandi di Macerata, di rafforzare all’estero, in prestigiose sedi, il proprio profilo internazionale e la propria capacità di ricerca”.
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