A seguito del terremoto che ha colpito le Marche, si è svolta questa mattina, nella Sala operativa unificata della Protezione civile regionale, ad Ancona, la prima riunione tecnico-operativa del Cor (Centro Operativo Regionale) per fare il punto della situazione.
Erano presenti il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, l’assessore alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, il responsabile della Protezione civile regionale, Stefano Stefoni che ha coordinato gli interventi dei vari rappresentanti istituzionali coinvolti: Prefetture, Province, Comuni, Anas, Ferrovie, Forze dell’ordine, Vigili del Fuoco, Sistema operativo delle emergenze.
“Subito dopo la scossa questa mattina – ha detto Acquaroli – abbiamo consigliato a tutti i Prefetti e ai Sindaci di sollecitare una verifica in tutte le scuole delle province, soprattutto in quelle di Pesaro e Urbino e Ancona e la sospensione delle lezioni. Sempre questa mattina ho sentito il presidente del Consiglio, il capo della Protezione Civile Curcio con cui siamo in stretto raccordo, così come con il Prefetto Laura Lega del Ministero dell’Interno. Vedremo quindi le risultanze dei controlli in atto e cercheremo di capire anche se ci sono ulteriori comunicazioni di danni relativamente a strutture pubbliche, infrastrutture o edifici privati. Per il momento non sono segnalati danni gravi a persone o cose, ma l’allerta sarà massima finché le verifiche non saranno completate”.
In apertura, l’intervento dell’INGV (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che ha spiegato la natura dell’evento sismico. Si è trattato di una scossa di magnitudo 5.7, con epicentro a 30 km dalla costa marchigiana, in Adriatico, susseguita poco dopo da un’altra scossa di forte intensità.
A partire da questo momento sono cominciate una trentina di repliche di magnitudo maggiore di 2, di cui una decina di magnitudo maggiore di tre.
Gli strumenti dell’INGV stanno rilevando ancora repliche. La distanza dalla costa dell’epicentro ha probabilmente favorito l’impatto meno importante del sisma, evitando così di creare danni ingenti, specialmente lungo i centri abitati della costa. Si prevede che lo sciame sismico continuerà anche nei prossimi giorni.
Alcune di queste repliche potrebbero essere risentite dalla popolazione, specie quella residente lungo la costa, senza escludere altri eventi di altrettanta entità, anche se al momento è impossibile fare previsioni.
Nel successivo punto stampa il presidente Acquaroli ha ribadito che “al momento non vengono segnalati casi critici di particolare rilevanza, ma nel pomeriggio potremo avere un quadro più preciso della situazione sul territorio e della sua evoluzione”.
Il presidente ha comunicato ai giornalisti intervenuti che, a Roma, si sta tenendo “il primo incontro in presenza, dopo i tanti da remoto, sull’alluvione, con il nuovo governo. Parteciperò da remoto (a Roma è presente il capo di gabinetto regionale) perché è opportuno che segua di persona, dalla sede della protezione civile, l’evolversi della situazione determinata dal sisma”.
L’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi ha riferito che “dalle prime ipotesi sembrava che l’epicentro fosse di fronte a Falconara Marittima, poi si è riorientata la rilevazione verso Senigallia e infine Fano. Mentre raggiungevo la Sala operativa ad Ancona, ho sentito il prefetto di Pesaro, i sindaci di Fano e Pesaro. Ho chiesto subito alla Protezione civile regionale di invitare i sindaci della provincia di Ancona e di Pesaro e Urbino di evitare l’apertura delle scuole. Ho sentito anche i presidenti di provincia del sud delle Marche (più lentane dall’epicentro) invitandoli ad assecondare eventuali remore dei sindaci nell’aprire le scuole”.
Il terremoto è stato di meccanismo compressivo, cioè legato alle strutture di compressione off shore. Evento simile a un altro terremoto avvenuto nel 1930 a Senigallia, seppure l’epicentro di quello odierno sia localizzato più lontano rispetto alla costa.
Dal raffronto delle testimonianze non sono emersi danni a persone, nonostante le numerose chiamate (oltre mille) al 112, arrivate soprattutto dalla provincia di Ancona e Pesaro e Urbino.
La linea ferroviaria, nel tratto da Rimini fino a Varano (Ancona), è stata dapprima interrotta subito dopo il terremoto, nell’attesa delle necessarie verifiche tecniche e successivamente riaperta. Nessun danno alle reti stradali e autostradali. Segnalazioni di danni lievi ad edifici. Sono in corso tutte le verifiche tecniche da parte dei Vigili del fuoco.
Verifiche anche sulle strutture sanitarie, senza finora segnalazioni di danni, e presso le scuole. Il presidente Acquaroli ha raccomandato tuttavia la chiusura degli istituti scolastici specie nelle due province maggiormente coinvolte: Pesaro e Urbino e Ancona. Chiuse anche le Università in via precauzionale.
Al termine della riunione pomeridiana del COR, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli aggiornando sulla situazione ha riferito che per ora si registrano solo danni lievi ma resta alta l’allerta terremoto.
“Nessun danno grave a persone o edifici – ha affermato Acquaroli-. In base agli accertamenti effettuati fino ad ora dagli organi competenti e dalla Protezione civile i danni riscontrati risultano lievi e la situazione è sotto controllo, ma sono ancora tante le verifiche in corso sia negli edifici pubblici e privati. Ci siamo dati appuntamento, escludendo nuovi eventi, al pomeriggio di domani per fare una nuova ricognizione a seguito degli ulteriori sopralluoghi. Rimane alta l’allerta e continua il monitoraggio dell’evoluzione della situazione. Ci sono state nella mattinata ripetizioni di nuove scosse, ma non paragonabili a quella di magnitudo 5.7 che questa mattina ha svegliato con violenza l’intera regione. Per quanto riguarda le scuole ad ora non ci risultano edifici danneggiati. In ogni caso i rilievi non sono terminati in tutti i Comuni e quindi la decisione sulle aperture degli istituti sono affidate ai sindaci in base alle singole situazioni”.
(34)