Le azioni intraprese dalla Regione Marche per lo sviluppo delle aree interne sono state al centro di un seminario che si è svolto a Bruxelles, nell’ambito degli “Open Days 2017 – La settimana europea delle Regioni e delle città”.
Un importante momento per confrontare progetti e idee con altre quattro regioni europee: le spagnole Andalusia e Murcia, la francese Bretagna e l’inglese Cornovaglia, che hanno scelto di far ricorso allo strumento dell’Iti (Investimenti territoriali integrati) per il rilancio delle zone lontane dai centri attraverso i fondi comunitari.
L’appuntamento era nella sede della Rappresentanza permanente di Spagna, che guida, con la Regione della Murcia, il partenariato sugli investimenti territoriali integrati. In rappresentanza della Regione Marche, Andrea Pellei, dirigente responsabile Autorità di Gestione, Fesr e Fse, ha illustrato le sfide raccolte per promuovere, con l’utilizzo delle risorse europee, interventi di sviluppo integrato delle aree interne, soffermandosi anche sul percorso avviato a sostegno delle zone colpite dal sisma.
“La Regione Marche – afferma l’assessora alle Politiche Comunitarie Manuela Bora – è tra le prime in Italia ad aver adottato questa strategia per contrastare l’abbandono dell’entroterra e rilanciarne lo sviluppo e l’ampliamento dell’offerta di servizi, come scuola mobilità e salute. La nostra presenza a Bruxelles, in questo contesto, ci ha reso particolarmente orgogliosi. L’appuntamento ha rappresentato una grande opportunità per attivare sinergie con realtà importanti di altri Paesi europei, scambiandoci informazioni utili a programmare in maniera efficace e raggiungere risultati strategici per il territorio”.
Nella Regione Marche, in base ai criteri previsti dal Governo, sono state individuate tre aree interne su tre ambiti territoriali: Basso Appennino Pesarese e Anconetano, entroterra Maceratese e zona dell’Ascolano. “Per il loro rilancio – aggiunge l’assessore alle Aree Interne Angelo Sciapichetti – la Giunta regionale ha approvato lo stanziamento di oltre 26 milioni di euro di fondi comunitari, di cui 9,5 milioni già messi a disposizione per finanziare la strategia presentata dall’area pilota pesarese-anconetana, la prima in Italia ad avviare la sperimentazione”.
La realizzazione del progetto è già entrata nel vivo e prevede l’attivazione di una rete di ospitalità di nuova concezione denominata “La rete degli asili d’Appennino – dimore della creatività nelle Alte Marche”, con la quale si intende valorizzare il patrimonio ambientale, culturale, agroalimentare e ricettivo.
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