Il Dipartimento di Scienze della formazione, dei Beni culturali e del Turismo ha festeggiato i dieci anni dall’inaugurazione della nuova sede di Vallebona, il palazzo bianco che domina la vista di chi sale da Piediripa a Macerata.
In una breve, ma intensa cerimonia sono stati ricordati i passaggi e i successi che ha ottenuto una squadra formata oggi da oltre 60 docenti, da circa 30 componenti del personale tecnico amministrativo e, soprattutto, da un corpo studentesco passato in pochi anni da 120 ad oltre 2500 unità, collocando il dipartimento al secondo posto tra i cinque dell’ateneo maceratese.
È stato il direttore Michele Corsi a ripercorrere il breve ma intenso periodo e a sottolineare le due indovinate intuizioni. La prima è stata quella di portare a Macerata la Facoltà di Scienze della formazione, oggi divenuta in molti settori un riferimento nazionale. La seconda è stata quella di unificare Scienze della formazione con la Facoltà di Beni culturali, creando un polo sinergico e generativo per il territorio non solo provinciale.
L’intervento del prof. Corsi ha tratteggiato con lucidità i passaggi principali, ma lasciava percepire un’evidente emozione. E non poteva essere altrimenti, poiché, come hanno messo in evidenza gli altri oratori, Edoardo Bressan, Anna Ascenzi e Pier Giuseppe Rossi, il merito dei successi ottenuti dal dipartimento va in larga misura alla visione strategica e al lavoro costante e minuzioso di Michele Corsi che ne è stato preside fondatore e, ora, direttore.
Alla manifestazione hanno preso parte il rettore Luigi Lacchè e i direttori degli altri quattro dipartimenti, a suggellare la forte unità e la solidità attuale dell’ateneo maceratese e questo a pochi giorni da un’importante scadenza, l’elezione del nuovo rettore che vede un candidato unitario nella figura di Francesco Adornato. Lacchè ha evidenziato lo sviluppo significativo del dipartimento e l’apporto importante che esso dà a tutto l’Ateneo.
La manifestazione si è conclusa con una cena sulle terrazze dell’edificio, in modo da permettere alla comunità di condividere ricordi e ripercorrere i momenti belli e le difficoltà del decennio rafforzando legami che vanno ben oltre l’impegno lavorativo.
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