L’Estate Ragazzi svoltasi all’oratorio dei Salesiani di Macerata dal 7 al 25 giugno ha lasciato un segno positivo negli adolescenti che vi hanno partecipato.
In uno scritto, raccontano l’arricchimento che una esperienza semplice ha portato nella loro vita di giovani dai 15 ai 18 anni.
Prodotto anche un video finale (https://www.youtube.com/watch?v=vuFDdDO7jNM&feature=emb_imp_woyt)
“Sentirsi al proprio posto”
Tutti pensano che per un adolescente sia facile sentirsi al proprio posto nel mondo. Ecco a voi la verità: non è assolutamente così! Travolti dalla frenesia che il mondo ci impone, talvolta non sappiamo come o quale sia il modo per tornare a “respirare”.
Siamo spesso concentrati sull’apparenza e rischiamo di lasciare indietro tutti quei particolari e dettagli che ci renderebbero persone capaci di capire e conoscere noi stessi attraverso l’altro. Abbiamo trovato nell’Estate Ragazzi la possibilità di aprire gli occhi e regalare un sorriso.
Con tutta onestà, non eravamo perfettamente preparati prima di iniziare e, forse, non lo siamo mai stati. C’è però un particolare da non sottovalutare: non siamo mai stati completamente lasciati a noi stessi; le parole di Don Francesco all’inizio della giornata erano la pillola quotidiana che ci dava la forza per riflettere su ciò che era nascosto dalle nostre insicurezze, paure, indifferenza. Ci siamo sempre alzati dai banchi della chiesa con le idee chiare su cosa avremmo poi dovuto trasmettere ai bambini nel corso della giornata.
Sapete qual è la cosa più bella? Persino i giochi erano un modo per insegnare loro cosa nella vita conta veramente, ovvero fare squadra! Nei loro occhi, oltre la stanchezza delle otto di mattina, abbiamo sempre trovato la voglia di fare, di mettersi in gioco e di provare a vincere, con il rispetto per l’avversario come prima regola.
L’Estate Ragazzi, però, non è solo puro divertimento: si cresce anche e soprattutto dal momento in cui ognuno, mettendosi in discussione, riflette e condivide con l’altro. Questo momento, da alcuni sottovalutato, ma da tutti sempre apprezzato, è servito tanto anche a noi. Tra noi animatori si è stabilito un legame che va oltre il semplice colore rosso della maglia e grazie a quegli attimi abbiamo messo da parte il nostro ego e ci siamo tolti la maschera.
A fine giornata, stanchi, ma perfettamente consapevoli di essere tornati a casa con qualcosa in più di quanto avessimo la mattina prima di uscire, forse abbiamo capito che quel famoso e indispensabile posto nel mondo che tanto cercavamo, non è poi così lontano perché risiede nell’amore e nella cura che io riservo all’altro.
(Testo di Martina Ranzuglia e Giovanni Caldarelli)
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