Dal prossimo 12 agosto Recanati, nell’atrio del Palazzo Comunale, ospiterà la mostra “Giacomo” dell’artista Pino Procopio, a cura di Stefano Papetti.
Pino Procopio, nato a Guardavalle (CZ) il 16 giugno 1954 e stabilitosi dal 1985 a Giulianova (TE), è pittore, scultore e illustratore esponente del figurativismo. Numerose Gallerie e spazi pubblici hanno ospitato sue mostre personali, accrescendone la fama su tutto il territorio nazionale e soprattutto in ambito internazionale.
L’incontro con Giacomo Leopardi per Procopio è stato fatale, l’artista si è attentamente documentato sulla vicende biografiche del poeta e sulla sua produzione letteraria, tanto in versi quanto in prosa e ha fatto tesoro delle recenti indagini, promosse in primis da Casa Leopardi e dal Centro Nazionale di Studi Leopardiani, che hanno fatto conoscere meglio l’indole del poeta anche negli anni infantili.
Presenti in anteprima, alla conferenza stampa di presentazione, due opere di Pino Procopio che saranno esposte in mostra a Recanati: “Bianco e nero” sul tema dell’alimentazione di Giacomo Leopardi e “Dialogo di Ercole e di Atlante” ispirato dalle Operette morali.
“Siamo lieti di poter offrire alla città e ai visitatori la mostra ‘Giacomo’ di Pino Procopio – ha dichiarato il Sindaco di Recanati Antonio Bravi –, un artista che ha realizzato una sua personale interpretazione sull’uomo Giacomo Leopardi, traducendo in immagini e in colori i versi delle sue opere. Un’operazione certo non usuale e complessa, soprattutto in relazione alla figura di Giacomo Leopardi. Ringrazio il curatore professor Stefano Papetti e la Galleria 2019 di Nazzareno Verdesi per aver collaborato alla sua realizzazione”.
“Siamo felici di ospitare la mostra di Procopio nella nostra città – ha affermato l’Assessora alle Culture Rita Soccio –. Riaprire gli spazi dell’atrio comunale, dopo il periodo di chiusura forzata, è un bel segnale di ripartenza anche per le mostre temporanee. Procopio rappresenta un artista importante e originale per la sua capacità di saper interpretare con il suo personalissimo linguaggio anche temi notevoli e difficili come quelli legati alla poetica leopardiana”.
“Procopio è un artista conosciuto ed apprezzato per la sua vena caricaturale – ha spiegato Stefano Papetti, curatore della mostra –, esercitata sempre con intelligenza e misura. E’ anche un pittore che non nasconde la sua predilezione per l’uso di colori festosi e sgargianti, accostati fra loro per contrasto, infine è un artista figurativo, scelta non scontata fra le mille seduzioni della ‘non pittura’ che caratterizzano il nostro tempo. Il pittore abruzzese si è così accostato alla figura di Leopardi in punta di piedi, trovando, dopo vari tentativi, una cifra interpretativa che considerasse soprattutto l’uomo con la sua grandezza e la sua fragilità, senza lasciarsi condizionare dall’aura mistica che solitamente circonda i miti della cultura internazionale. Per Procopio la scelta di realizzare delle tele dai tratti caricati si allinea con l’antica interpretazione del ritratto ‘caricato’ così come lo intendevano i teorici del Rinascimento e non con l’esibita volgarità che invece caratterizza la caricatura contemporanea”.
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