Se la popolazione di Sefro e dintorni si fosse anche divisa sull’opportunità o meno del rave party che si è tenuto per alcuni giorni sui Prati di Vermenone, a circa 1300 metri di altezza, sicuramente ha ritrovato l’unità di opinione, dopo il defluire dei circa 2000 partecipanti, nel giudicare la massa di rifiuti lasciati in luoghi incontaminati e solitamente rispettati dai frequentatori.
La vera trasgressione sarebbe stata non tanto la classica organizzazione “non autorizzata” del rave o il braccio di ferro con le forze dell’ordine affluite sul posto, ma che gli organizzatori e gli intervenuti fossero stati avveduti nel riguardo all’ambiente che li ha ospitati. Fiumi di birra e erba non giustificano l’accumulo e l’abbandono di rifiuti, lasciandoli a carico di chi su quei posti ci vive e fa di tutto per tutelarli.
Al giudizio negativo sul comportamento, si aggiunge la mano pesante della Questura di Macerata a conclusione dell’attività svolta durante il rave party nel comune di Sefro. Sono state deferite all’Autorità Giudiziaria circa 250 soggetti che avevano preso parte alla festa non autorizzata, richiamati sul monte Vermenone grazie ai social e al passaparola.
I ragazzi identificati, provenienti da ben 43 provincie italiane a da diversi paesi europei, deferiti per il reato di invasione di terreni, verranno tutti proposti alla Divisione Anticrimine della Questura, diretta da Andrea Innocenzi, per l’adozione del provvedimento di rimpatrio con foglio di via obbligatorio e divieto di fare rientro in questa zona per un periodo di tre anni.
Inoltre, è in corso un’indagine per individuare gli organizzatori del rave, che dovranno rispondere, oltre che del reato di invasione di terreni, anche di aver organizzato una manifestazione senza alcuna autorizzazione.
La Polizia di Stato, unitamente alle altre forze dell’ordine, hanno presidiato la zona procedendo all’identificazione dei partecipanti, tutelando nel contempo i cittadini dei comuni di Sefro, Fiuminata e Pioraco interessati dall’evento. Al termine dell’attività la Digos, diretta da Maria Nicoletta Pascucci, ha proceduto all’invio dell’informativa alla Procura della Repubblica.
(180)