Sull’intero territorio della provincia di Macerata l’attività della Prefettura e delle Forze dell’Ordine prosegue senza sosta nelle operazioni di controllo per l’applicazione delle misure di contenimento COVID-19.
In uno dei controlli effettuati dalla Polizia di Stato di Macerata sono stati identificati 9 cittadini stranieri di etnia pakistana, uno dei quali privo di regolare permesso di soggiorno. Tutti sono alle dipendenze di un’azienda con sede in provincia e stavano rientrando da una giornata di lavoro svolta nel fermano.
La successiva attività d’indagine del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Macerata, ha portato ad accertare le gravi inosservanze da parte di un’azienda agricola già sottoposta a controllo giudiziario su disposizione della Procura di Macerata, in quanto oggetto d’indagine per il reato di sfruttamento del lavoro.
I lavoratori sono risultati privi della certificazione rilasciata dall’azienda che attestasse l’effettiva necessità dello spostamento, sprovvisti dei dispositivi di protezione individuale obbligatori per l’attuale emergenza epidemiologica, e viaggiavano a bordo di un unico mezzo a una distanza ravvicinata di meno di un metro.
L’azienda non ha ottemperato, quindi, al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri né al Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 14 marzo fra Governo e parti sociali. Constatata la gravità delle violazioni, la Prefettura di Macerata ha disposto la chiusura dell’azienda per trenta giorni.
Il Prefetto Iolanda Rolli ha voluto rivolgere un messaggio di vivo apprezzamento e di sincero compiacimento al Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio e al Comandante provinciale dei Carabinieri Col. Michele Roberti, e il più sentito plauso agli uomini e alle donne della Polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri che con grande professionalità, dedizione e incondizionato impegno, quotidianamente operano nello spirito di servizio alla comunità.
Nell’occasione, ha sottolineato il Prefetto, ancora una volta, che “il lavoro nero altera la leale concorrenza rischiando di escludere dal mercato proprio le imprese che operano correttamente a vantaggio degli operatori economici che violano abitualmente gli obblighi retributivi, contributivi e fiscali, sfruttando i lavoratori con compensi irrisori a fronte di prestazioni lavorative spesso nettamente superiori ai limiti orari massimi previsti dai contratti nazionali di categoria”.
I risultati raggiunti nella lotta al crimine e, in particolare, al caporalato e al lavoro nero, contribuiscono a riaffermare il rispetto delle regole in ogni settore della società anche a tutela della salvaguardia e della sicurezza sul lavoro, accrescendo la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
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