Pochi minuti alle cinque e mezza del mattino, che coincide con lo spuntar dell’alba, da un’ora a sprazzi ha ripreso a piovere. In cima al discesone di Montereale appare l’avamposto del Pellegrinaggio Macerata-Loreto.
E’ l’immagine simbolo di questo appuntamento che si ripete per la trentottesima volta, le avanguardie di una fiume che si ingrosserà e scenderà lentamente verso la meta della devozione e dell’impegno di una notte in marcia.
Ad attendere, in fondo, il Cardinale Edoardo Menichelli e altre autorità, ma soprattutto la statua della Madonna nera di Loreto. I primi sono i disabili con le loro carrozzine e i loro accompagnatori, salutati uno a uno dal Cardinale e dagli applausi dei presenti.
Precedono di dieci minuti il serpentone che ha percorso i 28 chilometri che separano lo stadio di Macerata, da dove è partito ieri sera alle ventuno e trenta, fino alla piazza della Basilica di Loreto.
Qui musica e in fila per visitare la Santa casa, aspettando che la piazza accolga le decine di migliaia di pellegrini e la statua della Madonna nera a chiudere il corteo. L’afflusso durerà quasi due ore.
Sulla scalinata della Basilica, il Cardinale Menichelli, i vescovi Giancarlo Vecerrica e Nazzareno Marconi parlano ai fedeli, raccontano, cantano, pregano. Intorno si raccolgono anche i sindaci della zona, tra cui quello di Macerata, Romano Carancini, che si è fatto il cammino come altre volte, “stavolta è stata dura, pensavo di non farcela”, dice.
Viene annunciata la data del Pellegrinaggio 2017, il 10 giugno, e Menichelli impartisce la benedizione alla piazza. Ognuno torna a casa con la sua esperienza, con i pensieri di una notte in cammino che è metafora di vita, con l’insegnamento che si può percorrere insieme una strada in cui si crede.
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