Partirà da Macerata mercoledì 6 luglio, alle ore 18.30 a palazzo Buonaccorsi, Non a Voce Sola, la rassegna di filosofia, poesia, letteratura, musica ed arti, che apre la sua settima edizione, all’insegna della conoscenza del pensiero femminile e del dialogo fra i generi che di volta in volta vi nasce.
Quest’anno il fil rouge che trainerà per i 14 incontri l’intera rassegna sul territorio regionale marchigiano sarà: Il corpo politico delle donne.
La riflessione si presenta complessa e interessante nella sua oscurità apparente. Di fatto, dopo l’impossibile, filo conduttore dell’anno passato, sciogliere i nodi della non chiara relazione metaforica fra corpo e politica, è sembrata alle ideatrici una sfida possibile. Le rassegne del resto servono a suscitare interrogativi più che a dare risposte, e sicuramente l’interrogativo primo degli eventi del 2016 sarà definire quali sono i corpi politici e quelli impolitici. E’ nell’evidenza dei fatti che i concetti, le analogie, le metafore della politica si figurano sull’immagine del corpo maschile, e sulla pretesa impoliticità e insignificanza dei corpi femminili, talvolta, identificati, questi ultimi, con il tremendo, il perturbante, il notturno. Vi può essere una diversa lettura del corpo femminile e la strada è tracciata da filosofe come Maria Zambrano, Ingeborg Bauchmann, Adriana Cavarero che fanno irrompere nel discorso politico-neutro-maschile la corporeità femminile, custode della forza dell’origine.
Il primo appuntamento maceratese vedrà protagonista la scrittrice e critica letteraria Benedetta Craveri, intervistata dalla scrittrice ed editrice Lucia Tancredi, sul tema del corpo femminile nella letteratura e nella temperie culturale del diciottesimo secolo, proprio quando l’Ancient Regime andava incontro al suo tramonto e il fervore dell’illuminismo stimolava le menti di tutti ad elaborare altre idee sulle donne, sul loro valore e sul loro corpo.
Lucia Tancredi ha così commentato le parole che Maria Zambrano (Svegliarsi è rinascere ogni giorno. E la luce già ci attende. E’ già lì, iniziata, la storia che ci tocca proseguire. Svegliarsi è entrare in un sogno già in movimento, provenire dal deserto puro dell’oblio ed entrare, per prima cosa, nel nostro corpo, ricordarlo senza rancore, entrare ad abitarlo e a recuperare la nostra anima con la sua memoria, la nostra vita con le sue occupazioni. Maria Zambrano, “Delirio e destino”) ha dedicato al corpo della donna, e quello che la sua indagine assieme a Benedetta Craveri potrà portare alla conoscenza del concetto femminile di corpo: “La filosofa Maria Zambrano suggerisce sempre le parole, puntuali ed evocative, per indicare un nuovo percorso di Non a voce sola. La storia delle donne è ancora aurorale, è una consapevolezza che deve rinnovarsi ogni giorno, con la fatica di risvegliarsi da un deserto di oblio, da una memoria priva di ordine simbolico e, di fatto, ancora incapace di affermarsi con determinazione. Ma il deserto puro può essere anche un vantaggio: le donne possono rappresentare la novità, una potenzialità ancora tutta da sperimentare. Purché, per prima cosa, ogni donna sappia assumere il suo corpo per abitarlo, per recuperare anima e memoria. Il corpo delle donne è stato fino ad ora ostaggio della storia, oggetto della politica. Il nuovo dibattito è quello di giungere alla consapevolezza di un corpo come soggetto, nell’ambito di una politica condivisa che riconosca priorità e differenze e sappia difendere, senza compromessi, la dignità di ogni donna e la sua autodeterminazione”.
L’ospite prestigiosa di quest’anno, la scrittrice Benedetta Craveri, sapiente ed abilissima nel narrare la Storia nei suoi aspetti privati, ci aiuterà a far rivivere alcuni aspetti della civiltà dei secoli diciassettesimo e diciottesimo, essenziali per cogliere la formazione di una coscienza femminile, anche in relazione al tema del corpo.
La direttrice artistica della rassegna, Oriana Salvucci, ha così commentato il progetto del 2016 e l’apertura a Macerata: “ La settima edizione di una rassegna voluta con l’urgenza di un percorso da fare, da intraprendere, per se stesse e con le altre donne, ma anche con gli uomini che vogliono ri-definire e ri-significare un itinerariodi differente libertà. Per questo ringrazio tutte le donne e gli uomini che mi hanno dato forza, tempo e idee. Il fil rouge della rassegna, il corpo politico della donna, nella sua apparente oscurità, è sembrato una sfida possibile, difficile ma possibile. Ho accolto il suggerimento di Lucia Tancredi con grande gratitudine perché avrebbe significato camminare accanto a scrittrici e filosofe come Maria Zambrano, Ingeborg Bachmann, Adriana Cavarero. La Politica erige il proprio edificio sulla rimozione di quella datità fondamentale che vuole che si nasca individui unici e sessuati da corpo femminile e se i concetti, le metafore, le analogie della politica si figurano sull’immagine del corpo, quello è un corpo maschile. L’equazione politico-maschile non solo rende impolitici e insignificanti i corpi femminili, ma li assimila al tremendo, al notturno, al perturbante. Il riferimento è alla filosofia classica. Vi è una prospettiva altra che rovescia questa visione, e noi quella vogliamo percorrere. Se vi è un invito con cui stigmatizzare l’edizione 2016 è sicuramente quello di Maria Zambrano: “entrare nel nostro corpo ed abitarlo”.
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