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Musicultura, un successo la musica live dei sedici finalisti

Musicultura, un successo la musica live dei sedici finalisti
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Musicultura per due giorni ha riportato la musica live ad essere protagonista nonostante i tempi del coronavirus. La scommessa di far vivere l’edizione 2020 del Festival finora è stata un successo, a partire dalle audizioni, attraverso le dirette radio, tv e social.

Le serate di musica dal vivo a Recanati, sabato e domenica, hanno presentato le canzoni dei sedici artisti finalisti sulle frequenze di Rai Radio1 e in televisione su èTV Marche, in streaming sulle pagine Facebook di Musicultura e di Rai Radio1.

Un’esperienza emozionante che ha testimoniato in un momento storico difficile la ripartenza della musica dal vivo con una prova impegnativa.Tra sanificazione degli spazi, distanziamenti e percorsi obbligati, Musicultura e Rai Radio1 sono riusciti perfettamente a condividere la forza e la penetrazione della musica live.

“Una maratona live che dopo tanto parlare di ripartenza è riuscita a tramutare in fatti le parole – ha dichiarato Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura –. E’ stato emozionante vedere gli artisti ritrovarsi sul palco a suonare insieme e le maestranze di nuovo ai loro posti. È un primo, vero passo verso la normalità di cui tutti abbiamo bisogno, premiato anche dai grandi numeri degli ascolti delle dirette di Radio1 e dei social”.

Ad esibirsi dal vivo i sedici finalisti di Musicultura: SofSof, La Zero, PeppOh, Alberto De Luca, Ernest Lo, Paolo Rig8, Miele, Ulula & LaForesta, Blindur, Hanami, I miei migliori complimenti, Senna, Cogito, Fabio Curto, H.E.R. e Costanza.

Tutti sono autori ed esecutori della propria musica, all’insegna della biodiversità di genere peculiarità del Festival, in un viaggio live nella musica italiana raccontato dai tre conduttori d’eccezione di Rai Radio1 John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo.

“Durante il lockdown ho avuto un blocco di creatività e ho sentito molto la costrizione e l’effetto prigionia di trovarsi privati di certe libertà, io come altri ho dovuto congelare un disco in uscita – ha raccontato in diretta Francesco Bianconi –. Il fatto che Musicultura sia uno dei primi eventi in cui il movimento della musica ricomincia a far sperare mi mette di buon umore”.

“Il valore della cultura come vera e propria cura” è il forte messaggio lanciato da Recanati, sottolineato dall’Assessora comunale alle Culture Rita Soccio, dove è in partenza la prima indagine sull’influenza che la cultura della Citta di Leopardi ha sul benessere delle persone.

“Mai come oggi la cultura è fondamentale nel supportare coloro che devono affrontare isolamenti e carenza di socialità. – ha detto Rita Soccio –. Il dialogo con le presenze vive del paesaggio, le suggestioni emozionali della musica e della poesia interagiscono con l’esperienza personale sul luogo come una vera e propria sorgente di cura per il cuore e l’anima dopo lo stress di questi mesi”.

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John Vignola e Ron. Nella foto in alto: i conduttori di Rai Radio1 Duccio Pasqua, John Vignola e Marcella Sullo

Sulle note di Una citta per cantare, domenica sera è intervenuto Ron, tra i membri del Comitato di Garanzia del Festival: “Ho sentito tantissimo coraggio nelle canzoni dei finalisti di Musicultura, la voglia di essere diversi, quello che loro amano e quello che sono, testi interessanti, divertenti con arrangiamenti bellissimi e questo è molto importante, troppo spesso in giro si ascoltano solo scopiazzamenti”.

In collegamento da Cremona Frankie hi-nrg mc, da quest’anno anche lui nel Comitato di Garanzia del Festival è chiamato a giudicare i finalisti: “Essere nel Comitato di Garanzia è un piacere e una responsabilità. E’ necessaria un attenzione specifica nell’ascolto dei brani e soprattutto nei riascolti ho potuto apprezzare meglio cose non sempre confacenti alle mie abitudini musicali, mi son trovato a decidere in una rosa di belle canzone molto varie e molto fresche”.

Sabato sera erano già intervenuti Enrico Ruggeri e Lidia Schillaci, che con la sua splendida voce ha offerto una personale e suggestiva interpretazione di Nel blu dipinto di blu, la canzone che ha fatto conoscere la musica italiana nel mondo.

Stare rinchiusi in casa per mesi è stata una sensazione molto forte, però credo che abbia anche migliorato le coscienze – ha detto Enrico Ruggeri –. Speriamo che tutto diventi molto meglio di come era prima, soprattutto nella musica che avrebbe bisogno di tante Musiculture infiltrate dappertutto. Io sono un’ottimista, i più ricettivi hanno sviluppato un’interiorità che magari si stava perdendo”.

Con ottimi dati di ascolto e visualizzazione, da Recanati il viaggio live nell’Italia della musica d’autore proseguirà per otto dei sedici vincitori del Festival, che si esibiranno con alcuni grandi ospiti nelle serate finali di Musicultura a fine agosto all’Arena Sferisterio di Macerata.

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I 16 artisti finalisti di Musicultura 2020: i nomi e le canzoni commentate dal Direttore Artistico di Musicultura Ezio Nannipieri.

SofSof di Bagnara Calabra con La vita sognata

Sei disposto a difendere il tuo temperamento, i tuoi sogni? La risposta in una canzone sincera, che parla di vita vissuta con grinta e tenerezza.

La Zero di Napoli con Mea culpa

Un equilibrio suggestivo tra sonorità di avanguardia e profumi di villanella dà nuova attualità ad una domanda antica: si può morire di amore?

Peep-oh di Napoli con Where Is the Rapstar?

Se più rapper sapessero cantare, se più cantanti sapessero rappare, se in musica cuore e cervello si frequentassero di più… avremmo più canzoni come questa.

Ernest Lo di Pescara con Ssialae

Amare senza essere ricambiati, un quadretto tragicomico, una canzone impertinente, una voce che dribbla modi e precetti dei catechismi “valoriali”.

Alberto De Luca di Sondrio con De André

Una voce evocativa e profonda al centro di una canzone che cesella un originale equilibrio tra nobiltà cantautorale e sonorità contemporanee.

Miele di Caltanissetta con Il senso di colpa

Un cammino di liberazione dai sensi di colpa. Il tiro musicale, la maturità dell’interpretazione infondono un’urgenza speciale a questa confessione al femminile.

Paolo Rig8 di Torino con Scemi in paradiso

Un caleidoscopio imprevedibile di stili musicali felicemente al servizio di un pensiero eccentrico e di una voce che si inerpica dove vuole.

Ulula & La Foresta di Verona con Oddio l’oblio

Una band pimpante, un’interprete che lancia in aria le sue parole come un giocoliere. In scena le peripezie del clone che a volte deleghiamo ad agire, a malincuore, in nostra vece.

Blindur di Napoli con Invisibile agli occhi

Un’orchestrazione ispirata, una chitarra nevrile, una voce che si fa anima. Come raccontare un malessere esistenziale ed insieme aprire uno spiraglio di luce.

I miei migliori complimenti di Milano con Inter-Cagliari

Sciabolate di elettronica, una voce suggestivamente disadorna, associazioni inconsuete di concetti si fondono in una canzone di una modernità ipnotizzante.

Hanami di Napoli con Contro volontà

Una voce struggente ed affilata, una storia di amore e di rivalsa, un connubio felicemente calibrato tra fraseggio melodico e modulazione armonica.

Costanza di Livorno con 100 maglioni

Una giovanissima donna canta lo struggimento dell’innamorarsi, il pudore di mostrarsi con le proprie fragilità, l’accettazione della vulnerabilità come condizione per aprirsi all’altro.

H.E.R. di Foggia con Il mondo non cambia mai

Difficile da ascoltare senza ballare. Suoni taglienti, battito primordiale, un mantra per superare le diffidenze che ci inchiodano alla solitudine del pregiudizio.

Fabio Curto di Acri (Cs) con Domenica  

Una ballata dolce e malinconica, dove ci si sente presi per mano da una voce con un piede in Nord America e l’altro in Magna Grecia, che sente la verità delle parole che pronuncia.

Senna di Ostia, (RM) con Italifornia

Un linguaggio musicale e letterario fresco, immagini che corrono in rapida sequenza, le contraddizioni del vivere in un “ovunque” che non diventa mai “casa”.

Cogito di Dolo, (VE) con Cicca & caffè

Sei la mia casa ma ho perso le chiavi: basta un verso così per lasciarsi catturare dalle atmosfere dilatate di una canzone che surfa sull’onda trap senza caderci dentro.

www.musicultura.it

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