Inaugurata a Montefano la mostra fotografica “Misticismo Copto”, aperta fino al 18 dicembre presso lo Spazio Ghergo. E‘ la sintesi di alcuni viaggi di Cristina Garzone nel Corno d’Africa, per la precisione nel nord dell’Etiopia, tra i luoghi sacri delle chiese rupestri di Lalibela, dichiarate patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1968.
La regione fu una delle prime in cui si diffuse la religione Cristiana e il rapporto con la fede permea in gran parte la vita della popolazione. Lalibela è una città dal fascino unico, dove natura e storia si sono compenetrate. Uno dei luoghi più affascinanti dell’Africa e del mondo intero, in cui le chiese sono scavate nella roccia, ma con la particolarità di procedere dall’alto verso il basso.
Per presentare la mostra dell’autrice di fama internazionale Cristina Garzone, niente di meglio che richiamare le parole di Carlo Ciappi, attore nella vita, critico e docente fotografico per passione: “Si avverte un gran silenzio dentro di noi davanti a questa raccolta di fotografie rispecchianti in pieno l’attinenza al titolo. Misticismo, l’esperienza che impegna la vita interiore dell’uomo di fronte a una realtà misteriosa, senso di religiosità profonda per cui si aspira a una vita totalmente spirituale. Ecco, questo si vede rappresentato nell’opera dell’esperta reportagista, che ha saputo entrare nella vita e nei comportamenti di queste genti. Silenzio e riflessione ispirano le foto facenti parte della silloge fatta di colori sereni, ferme posture di persone oranti, bagliori e ombre dei luoghi teatri delle riprese, lampi di folgorazione mistica sui volti intenti a letture, canti, interiorità private. Saper osservare prima dello scatto deve essere la dote del fotografo che ha in animo di rappresentare la massima interiorità dell’uomo, la sua preghiera e il suo trasalimento spirituale, l’Autrice ha dimostrato questa capacità per la rappresentazione essenziale con cui ha svolto la narrazione di quest’opera, ha dimostrato conoscenza delle situazioni cui sarebbe andata incontro e, quindi, l’adeguata preparazione ha fatto sì che il lavoro non potesse avere sbavature o inesattezze. Molti sono i simboli che figurano e ben collocati nella successione della sequenza fotografica, la Croce copta, detta pure Croce ansata, ricorre più volte nella sua sembianza di chiave, segno molto importante per quel Popolo che definisce quel simbolo: Chiave del Nilo, ma ancor più importante, Chiave della vita. La luce, comprensibilmente, è scarsa in quei luoghi in cui le difficoltà di ripresa sono molte, ma quel che è nato in quella lucentissima penombra poi trasportato sulla carta fotografica è di luce piena, per la giusta sistemazione delle poche cose rappresentate, o di molte alla rinfusa, in virtù di una dote di composizione fotografica operata con sapiente conoscenza dall’Autrice che ha saputo porre il tutto in un’unica omogenea luce, quella del suo progetto iniziale, l’idea centrale che l’ha spinta a questa realizzazione fotografica, progetto di buona fotografia contenente anche una grande partecipazione del Bello fotografico”.
Dopo l’inaugurazione della mostra, al Teatro La Rondinella di Montefano è stato proiettato il video “Il cammino della speranza” di Lorenzo De Francesco e a cura dell’AV FIAP, con la collaborazione dei circoli fotografici nazionali degli autori della Collezione Internazionale Audiovisivi del servizio audiovisivi della Fiap e di quelli nazionali del Dipartimento Audiovisivi fotografici della Fiaf. Il video presenta una serie di audiovisivi sul lavoro di diversi fotografi che illustrano le religioni raccontando la religiosità nei popoli del mondo secondo la visione teologico-culturale di Padre Teilhard de Chardin.
(142)