Nel giorno in cui le Marche contano una persona deceduta a causa del coronavirus, la Giunta regionale ha stanziato un milione di euro per sostenere l’incremento di attività delle strutture sanitarie, particolarmente impegnate in questi giorni. Sono in arrivo anche nuove forniture di materiale sanitario della Protezione civile nazionale, per potenziare le dotazioni a disposizione degli operatori, “consentendo loro di lavorare in modo migliore e con maggiore tranquillità”, ha riferito il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli nel punto stampa pomeridiano dedicato all’emergenza Convid-19.
La giornata è iniziata purtroppo con la prima e si spera ultima vittima marchigiana, un uomo di 88 anni con patologie pregresse, deceduto in mattinata all’ospedale Santa Croce di Fano. Era stato ricoverato il 24 febbraio con febbre alta e difficoltà respiratorie, risultato positivo al tampone.
“Esprimo vicinanza alla famiglia e a tutti i suoi cari – ha detto il presidente Luca Ceriscioli appena appresa la notizia –, continuiamo a lavorare per fronteggiare l’emergenza con il massimo impegno”.
La situazione odierna in regione vede 38 casi positivi (3 più di ieri) complessivi, attualmente registrati, su 161 test effettuati: 36 risultano nella provincia di Pesaro e Urbino, 2 in quella di Ancona. Dei positivi a oggi pomeriggio, 6 sono i ricoveri in terapia intensiva (uno a Pesaro Marche Nord, uno a Torrette di Ancona, uno a Fermo, uno a San Benedetto del Tronto, uno a Civitanova Marche e uno a Urbino), 17 nei reparti di malattie infettive (11 a Marche Nord, 5 a Torrette e 1 a Fermo), 11 in isolamento domiciliare. L’età media delle persone risultate positive è di 65 anni (8 donne e 27 uomini).
Sono in totale, invece, 233 i casi in isolamento domiciliare, di cui 226 asintomatici e 7 sintomatici. Tra queste persone vi sono 65 operatori sanitari. Attualmente è in corso l’analisi di 30 tamponi.
“Il quadro si è fatto importante, con numeri in forte ascesa, con la necessità di un utilizzo diverso degli spazi e una riorganizzazione delle attività sanitarie – ha affermato il presidente della Regione –. Si è fatto un salto di qualità anche nella reazione al contagio. Avere sei persone in terapia intensiva che devono venire isolate non è banale, immaginando che questo numero possa anche crescere. Implica attuare scelte di riorganizzazione perché i posti isolati, in terapia intensiva, sono pochi e servirà organizzare il servizio in maniera diversa”.
Ceriscioli ha spiegato che la Regione sta lavorando “su un doppio binario: sulla prevenzione, per rallentare la diffusione del contagio, che favorisce anche una migliore risposta sanitaria; sulla riorganizzazione, per proporzionare questa risposta alle esigenze che si vanno maturando. Nelle osservazioni presentate al Governo avevamo chiesto le misure più forti in tutta la regione, ma il governo ha preferito limitarle alla provincia di Pesaro e Urbino e ha tolto in maniera espressa il potere di ordinanza su questa materia alle Regioni. Se ci fosse una evoluzione anche in altri territori, telefonerò al ministro per estendere le misure”.
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