Sono 12 i laboratori, su 49 accreditati presenti nelle Marche, che hanno dato la disponibilità a effettuare la diagnosi molecolare per covid-19. La Regione il 27 marzo aveva chiesto alle strutture private dei laboratori analisi di comunicare la disponibilità a effettuare il procedimento. In sostanza, attraverso le strutture private si vuole migliorare sia i tempi che la quantità dei tamponi e delle loro analisi.
“Ci eravamo attivati per velocizzare le procedure già prima dell’appello dei sindaci del Fermano che accogliamo con grande attenzione – spiega il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli –. Lavoriamo tutti insieme per fermare il contagio con tutti gli strumenti possibili. C’era già stato un interessamento di singoli laboratori di attivarsi ma questa operazione deve essere fatta in maniera organica. Prima di poter avviare l’attività analitica, sulla base di quanto stabilito dal Ministero della Salute il 20 marzo scorso, i laboratori dovranno superare la fase di valutazione delle capacità diagnostiche per infezione da covid-19 da parte del Laboratorio di Virologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, individuato come laboratorio regionale di riferimento per la diagnosi del virus. E’ fondamentale per noi inserire nel sistema sanitario altre realtà che siano in grado di processare i tamponi e sarebbe ancora meglio se fossero in grado di farli. Un altro passo per dare una risposta veloce e implementare quella sorveglianza attiva indispensabile per tutelare la comunità”.
La diffusione della pandemia da coronavirus ha anche determinato un incremento nell’utilizzo dell’ossigeno terapeutico sul territorio, in modo particolare di bombole di ossigeno gassoso. Per questo, grazie alla collaborazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e delle farmacie, si è provveduto a dare una pronta risposta, garantita a tutti i malati, Covid e Non Covid.
La Regione Marche infatti ha autorizzato, per il periodo dell’emergenza, anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta a prescrivere l’ossigeno liquido ai malati che, abitualmente, hanno un consumo gassoso maggiore di 18 mila litri al mese. Precedentemente la possibilità era riservata ai pneumologi.
“Questa modalità – afferma il presidente Luca Ceriscioli – ridurrà l’immobilizzazione delle bombole e favorirà una maggiore efficienza del servizio di fornitura. È indispensabile garantire ai pazienti che seguono l’ossigeno terapia e a quelli da covid-19 una fornitura puntuale e continuativa di un presidio indispensabile per le loro patologie”.
(120)