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Macerata, tanti dubbi sulla chiusura del bar a Piazza Mazzini

Macerata, tanti dubbi sulla chiusura del bar a Piazza Mazzini
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A leggere il comunicato della Questura di Macerata sulla chiusura di un bar in Piazza Mazzini a Macerata, sul provvedimento non ci sarebbe da discutere. Si afferma, infatti, perentoriamente che “ll bar era diventato un punto di riferimento e ritrovo di persone dedite a sostanze alcoliche e di individui con precedenti penali tanto da costituire un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, situazione aggravata da una rissa scoppiata nelle scorse settimane”. Quindi, il locale è un centro di illegalità e viene associato ai fatti accaduti nella notte tra il 12 e 13 luglio.

Ma qualcosa nel dispositivo lascia perplessi. Innanzitutto l’entità della chiusura, sette giorni, non riportata nel comunicato, che per la gravità di quanto descritto è irrisoria. Bisogna dire che la Questura si è riservata eventuali nuove sanzioni.

Lette dichiarazioni sui social, sentiti frequentatori del bar e anche testimoni degli eventi, questo giornale deve rilevare una sproporzione tra quanto emerge e il profilo che viene dato al caso dalla Questura.

La gestione che da un anno conduce il bar non è stata mai, in questo arco di tempo, coinvolta in episodi di ordine pubblico nè di disturbo della quiete pubblica, tra l’altro in una piazza con numerosi altri locali e attività all’aperto.

Il bar è molto piccolo all’interno, pertanto la sua attività si svolge in gran parte con tavolini sulla piazza, dove tutto è ben visibile, anche dalle telecamere di sorveglianza. Un posto difficile dove organizzare illegalità. La titolare, inoltre, non è stata mai informata dalle autorità dell’eventuale presenza di pregiudicati.

Grave soprattutto è l’accostamento del bar alla rissa notturna, avvenuta alle 3 di notte con il locale chiuso, non nell’area di pertinenza ma davanti alla adiacente banca. Anche le bottiglie rotte riprese in alcune foto pubblicate non provengono dal bar. Vi sono testimoni che escludono ogni coinvolgimento.

Negli ultimi mesi il locale ha avuto ben 12 controlli, dice la titolare, anche con cani antidroga e identificazione dei clienti in serate di particolare affollamento, senza che vi siano stati rilievi. Durante la Notte dell’Opera giovedì scorso, ennesimo controllo di polizia amministrativa verso il quale la titolare indispettita (per la reiterazione e la serata rovinata) ha protestato veementemente. Poi è seguita ieri la sospensione temporanea della licenza.

Se non ci sono responsabilità dirette, perché tanta pressione su una piccola attività commerciale, che essendo in centro storico e all’aperto è alla luce del sole in tutti i sensi?

Il bar ha una caratteristica che di questi tempi non va di moda. E’ frequentato in particolare da giovani, italiani e di varie etnie. Molti sono italiani e maceratesi di nascita con fisionomie e colori che indicano come va il mondo. Leggendo altri commenti sui social, in base a questo si giudica e condanna a priori, anche in modo pesante e offensivo, senza considerare i fatti.

Alcuni abitanti vicino al bar dicono tranquillamente che i giovani si comportano bene e non fanno chiasso, non più di quanto ce n’è in Piazza Mazzini solitamente. E allora? Sono proprio i fatti che mancano in questa vicenda, privando del lavoro una piccola attività punita preventivamente.

La lodevole e condivisibile opera della Questura contro il traffico di droga e le illegalità che toccano in particolare i giovani sta portando risultati importanti. Occorre attenzione però, nel fare pulizia, a non gettare via anche cose che non lo meritano.

Il bar è sicuramente un punto di aggregazione di giovani ma se è questo, insieme ai vari colori di chi lo frequenta, a dare fastidio nel centro storico di Macerata, allora la questione è un’altra.

(Nella foto: Piazza Mazzini, Macerata)

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