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Macerata, Polizia cattura spacciatore nigeriano ricercato

Macerata, Polizia cattura spacciatore nigeriano ricercato
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Catturato dalla Polizia di Stato uno dei nigeriani sfuggiti all’arresto durante l’operazione Ishan, scattata dopo i gravi fatti avvenuti lo scorso anno, contro gli spacciatori che si erano suddivisi il territorio di Macerata.

La Squadra Mobile diretta da Maria Raffaella Abbate era da tempo sulle tracce dello straniero spacciatore, sapeva che era in Ghana e che sarebbe rientrato in Italia.

Il cittadino nigeriano, I.O. classe 1995, è arrivato a Milano Malpensa sotto falso nome, pensando di sottrarsi ai controlli e continuare il suo viaggio con destinazione Napoli, ma è stato riconosciuto e bloccato. Ad attenderlo c’erano gli agenti dell’Aeroporto e della Squadra Mobile di Macerata.

Nel complesso, l’attività di indagine dell’operazione ha permesso di ottenere quindici misure cautelari, inserita nel più ampio contesto investigativo che lo scorso 19 luglio aveva già prodotto cinque provvedimenti cautelari restrittivi.

Le indagini, particolarmente articolate, sono state realizzate con l’impiego di strumentazione tecnica altamente sofisticata per intercettazioni telefoniche, riprese video, localizzazioni, appostamenti e pedinamenti.

All’opera anche personale sotto copertura che, in forza della normativa esistente, in varie occasioni ha acquistato sostanza stupefacente dagli spacciatori.

E’ stata accertata una fiorente attività di spaccio gestita da cittadini extracomunitari di origine africana, la maggior parte di nazionalità nigeriana, che in numerosi luoghi della provincia cedevano sostanze stupefacenti, in particolare eroina.

I luoghi interessati dallo spaccio erano anche nel comune di Treia e nella sua frazione di Passo di Treia. A Macerata l’attività riguardava Giardini Diaz, Parco Fontescodella, via Pace, via Roma. Ma soprattutto lo spaccio si svolgeva nei pressi della Scuola Enrico Fermi e dell’Istituto Galilei, frequentati anche da minori che spesso sono risultati loro stessi acquirenti della sostanza stupefacente. 

Nonostante il difficile contesto operativo, gli investigatori hanno documentato in modo inoppugnabile la rete di spaccio, anche con telecamere ad altissima risoluzione installate nei luoghi attenzionati.

L’indagine è stata condotta procedendo con l’escussione di circa cinquanta persone, con l’analisi del traffico telefonico di una quarantina di utenze, con l’accertamento circa 1250 cessioni nella provincia in tutte le ore della giornata e con varia clientela. Un commercio di sostanze stupefacenti al minuto, a basso costo e con minorenni coinvolti.

Alla fine, sono state emesse quindici ordinanze cautelari personali, di cui tredici concernenti la custodia in carcere e due divieti di dimora.

I destinatari delle quindici ordinanze di custodia cautelare sono in maggioranza nigeriani, regolari sul territorio nazionale con permessi di soggiorno per richiesta di asilo e motivi umanitari.

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