Per la ‘vetrina’ storicamente più commercialmente appetibile di Macerata è iniziato il countdown. Una quarta era post guerra ad oggi. Non transizione verso modalità 4.0 ma purtroppo un salto ad un ‘nuovo’ che stenta a delinearsi. Destino incerto per quello che fu all’ombra della Loggia dei Mercanti (icona stessa cittadina) concretamente un maceratesissimo Paradiso delle Signore. Destino che troverebbe impreparato anche Emile Zola, cui pure s’ispira la popolare fiction Rai.
Parliamo infatti dell’esercizio commerciale, già fondaco del trecentesco Palazzo comunale del capoluogo (come attestano tracce lapidee ed immagini medievali scolpite) che apre le sue vetrine proprio in corrispondenza della fermata dei bus in piazza della Libertà: ‘er core’ di Macerata (che fu) ‘granne’.
Parliamo del mitico negozio ‘Lana Gatto’ di proprietà della famiglia Guizzardi. E non possiamo non ricordare il commendator Ernesto un caro amico benemerito della cultura marchigiana, operatore economico di somma importanza per tanti anni presidente di Confcommercio e della Camera di Commercio che nella sua memoria ha intitolato l’auditorium/sala consiliare.
A ricordare tale passato, come peraltro per tutti gli altri locali storici, c’è un’apposita lavagnetta che certamente alle ultime generazioni dei clienti dell’esercizio non avrà detto nulla tra fumiganti tazze di the o esagerate tazze di cioccolato con panna. Ma andiamo con ordine.
Conclusa la sfavillante epoca di ‘Lana Gatto’ (resto convinto che il 70% almeno di maglie e maglioni ‘fatti in casa’ nel Maceratese provenga dalle preziose lane di Casa Guizzardi) l’ex Paradiso delle Signore conobbe un bel periodo come sede dell’ex Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo. Con la cassazione dell’ente – peccato l’aver tolto da parte della Provincia anche le vetrine ‘a surroga’ lungo il corso, volute da Nicola Mancioli – per il negozio più ‘in’ iniziava una nuova ‘Belle Epoque’ con Maga Cacao.
Quella che in pratica è stata definita ‘Magacacaomania’ considerato il gradimento di giovani e meno (quorum ego) per le prelibatezze, le torte, le squisite novità – tra cui caffe’ ed orzo divinamente ‘sporchi’… al cioccolato o pistacchio – by una factory artigianale civitanovese. Che dopo aver aperto con vista mare, era sbarcata a Macerata in via Crescimbeni; poi con crescente successo appunto nell’ambita location a fianco del Loggiato voluto da papa Farnese.
Un successo spettacolare tanto che ad un certo punto girava la voce che per accaparrarsi un ambito tavolino dentro o all’aperto fosse necessario, come per un ristorante di moda, prenotare in tempo! Un successo grazie alla sapienza alchemica della ‘Maga’ civitanovese (sbarcata pure a Milano in Galleria!) ma anche grazie ad una squadra di ragazze/i bravi, entusiasti guidati da una responsabile che pareva uscita letteralmente da una favola di Andersen o da un film francese. L’Amelie in questione è Lucia Mazzante, elpidiense, a lungo affiancata da Roberta Caporalini che rientrò nella sua peraltro mai dimenticata Porto Recanati.
A febbraio probabilmente Maga Cacao chiuderà dopo essere stato l’avviso ‘Cedesi’ per un anno in agenzia in attesa di nuovi gerenti rimasti al palo. “Sarà transizione indolore” assicura il Ceo di Maga Cacao, Enrico Antonelli. Lucia, laureata in Beni Culturali (relatore il mio indimenticabile compagno al liceo classico di Perugia, Massimo ‘Max’ Montella) non andrà a lavorare, nonostante l’offerta, nella factory civitanovese. Sorride in un misto di dolce fermezza e malinconia: “A Macerata siamo stati a lungo, 15 anni, quasi un record per una cioccolateria”.
Certamente è cosi, ma che tristezza vedere l’ex mitica Lana Gatto piazzata nel ‘core’ della città, regina delle vetrine in centro, senza più richieste di interesse. Almeno finora. Quasi l’epifania di un tramonto non rosso ma con ombra per Macerata, che fu piena di luci, una Ninive commerciale non lussuriosa – come si conviene ad una Civitas Mariae – tuttavia colma di attrazioni e novità per il territorio di cui resta capoluogo (amministrativo).
Maurizio Verdenelli
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