Macerata, Festa della Musica ai Giardini Diaz
Sabato 23 giugno a Macerata, Festa della Musica nella consueta location dei Giardini Diaz a partire dalle 19 per proseguire fino a tarda notte, con la partecipazione di un’icona del rock nazionale come Pino Scotto.
Saranno due le band ormai conosciute per il loro valore del nostro territorio, i Little Pieces of Marmelade e gli AIMED, che apriranno il concerto di Scotto.
La festa della Musica giunta alla XXIII edizione è organizzata dall’Arci, promossa a livello nazionale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con AIPFM (Associazione Italiana per la Promozione della Festa della Musica), l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia), la Siae e altri partner nazionali.
Dal 1995, la Festa della Musica, nata in Francia nel 1982, si svolge nelle più importanti città europee: Barcellona, Berlino, Bruxelles, Budapest, Napoli, Parigi, Praga, Roma. Un fenomeno in continua crescita attorno al quale si è costituita una rete capillare in tutta Italia che vede la collaborazione di associazioni ed istituzioni, che propone concerti gratuiti e musica dal vivo, che promuove musicisti emergenti portando momenti di socialità, condivisione e partecipazione al centro delle città, negli spazi urbani. Il significato del gesto musicale, da sempre cardine di questa Festa, si lega ai concetti di spontaneità, disponibilità e curiosità.
Gli eventi e le iniziative promossi per la Festa della Musica seguono infatti le indicazioni della Carta dei principi di Budapest che tra gli altri stabilisce che la festa è una celebrazione della musica dal vivo destinata a valorizzare la molteplicità e la diversità delle pratiche musicali, per tutti i generi di musica e la gratuità dei concerti.
Pino Scotto è un carismatico e grintoso singer dalle marcate influenze blues, dotato di una voce profonda e graffiante, rappresenta la migliore incarnazione della figura del rocker mai apparsa in Italia. La sua carriera ha ufficialmente inizio al termine degli anni ’70, quando incide il primo 45 giri con i Pulsar. Dopo qualche tempo diviene il frontman dei Vanadium, la heavy rock band più importante della scena italiana, con cui realizza otto grandi album (sette dei quali al ritmo di uno all’anno, fatto impensabile per una rock band della Penisola) e con cui può permettersi di affrontare tour regolari dentro e fuori dai confini nazionali.
Nadir Music firma nuovamente l’uscita del nuovo studio album di Pino Scotto, il nostro rocker nazionale più inossidabile di sempre. Con “Eye for an Eye”, questo il titolo dell’imminente lavoro, Pino riesce ancora una volta a spiazzarci, attingendo a piene mani dalle sonorità rock ’70/’80 più ruvide e graffianti. Dopo tanto tempo, eccolo di nuovo con la sua band originaria (Steve Angarthal alla chitarra, coautore ed arrangiatore dei brani, Dario Bucca al basso e Marco Di Salvia alle pelli) in queste undici tracce genuine e dirette, cantate interamente in inglese. Non mancherà infine, come da tradizione ormai in tutti i suoi lavori da solista, l’inconfondibile armonica blues di Fabio Treves, il leggendario “Puma di Lambrate”. “Eye for an Eye”, registrato all’Asgardh Music Studio di Milano da Steve Angarthal, è stato mixato e masterizzato da Tommy Talamanca (Sadist) ai Nadir Music Studios di Genova e sarà disponibile dal 20 Aprile sia in Italia che all’estero sia in formato fisico – in tutti i negozi di dischi – che in download/digital streaming su tutte le principali piattaforme.
Gli AIMED (Lanx Stoner) nascono nel 2012, totalmente ignari del loro percorso. La crescita condivisa li porta a sperimentare, creando sonorità contorte, dalle metriche più scomposte e ossessive. L’impatto diventa più sostanziale e riescono ad aprire a gruppi di rilevanza come la GANG, ZIG ZAGS, FUZZ ORCHESTRA, APPALOOSA, MARNERO e Fast Animals & Slow Kids. Dopo il primo EP “Lanx Satura”, contenente i più svariati generi musicali dal rock ‘n’ roll alla dub fino ad arrivare allo stoner più duro, stanno meditando su nuovi punti di vista che mantengono lo stile delle metriche dispari, ma che si legano ad una sonorità più ricercata e accurata. Il tutto è ben mescolato con dosi massicce di psichedelia, pronte a catturare la mente e l’anima delle vittime presenti ai concerti.
I Little Pieces of Marmelade si presentano in due. Un batterista cantante e un chitarrista. L’influenza di base è uno stoner rock alternative, ma si intravedono nell’ombra le sagome di Jimi Hendrix e dei Black Sabbath. Il volume è impressionante, i ragazzi non si risparmiano. Suoni saturi, distorti, effettati.
I Little Pieces of Marmelade dimostrano di aver assorbito un sacco di lezioni, dall’hard rock Seventies al grunge. Il batterista riesce nell’impresa di picchiare duro e gestire la voce principale con un bel timbro e una buona intonazione, assistito dal chitarrista ai cori.
Sul palco hanno grande personalità. Giovani, sfrontati e consapevoli delle loro qualità. L’impatto sonoro è notevole, tanto da stupire, specie quando ti rendi conto che sono solo in due.
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