Home Lifestyle Macerata, “Famiglie a colori” per il progetto comunitario Epic

Macerata, “Famiglie a colori” per il progetto comunitario Epic

Macerata, “Famiglie a colori” per il progetto comunitario Epic
59
0

Il Comune di Macerata è aderente al progetto comunitario Epic, che si occupa di far emergere e condividere le buone prassi metodologiche rispetto all’accoglienza e all’integrazione dei minori stranieri non accompagnati sul territorio con l’ obiettivo di mettere in comune la capacità di inclusione e cura dei vari territori nazionali e internazionali e delle diverse associazioni partner del progetto.

In collegamento con l’Auditorium della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata si è svolta nei giorni scorsi la terza tavola rotonda online tra i partner, preceduta da quelle organizzate a Stoccolma e Praga.

Nella Roundtable, coordinata da Milena Foglia dei Servizi sociali del Comune di Macerata, si è data voce ai soggetti attivamente coinvolti nella realizzazione del progetto “Famiglie a colori” che prevede percorsi strutturati di accoglienza e inclusione sociale, abitativa e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati rintracciati sul territorio maceratese e inseriti nei percorsi di affido familiare.

“Il progetto Famiglie a colori – è intervenuta l’assessore alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro – non solo va implementato ma soprattutto reso maggiormente visibile a livello comunicativo, affinché questo sistema d’integrazione, che permette uno sviluppo più efficace delle potenzialità umane delle persone a cui si rivolge, possa diffondersi il più possibile come esempio di buona prassi a livello nazionale e internazionale. L’accoglienza non è solo un dovere imposto dalla legge, ma un dovere morale”.

Francesca D’Alessandro. Nella foto in alto: i partecipanti alla tavola rotonda

Ad avviare le relazioni della tavola rotonda è stata la referente dell’Area famiglia, infanzia e adolescenza dei Servizi sociali del Comune, Marika di Prodi, che ha raccontato l’avvio del progetto “Famiglie a colori” e di come questo percorso coinvolgente non è scritto sulla carta ma è il racconto di una storia, nata dal rapporto di fiducia tra il Servizio Sociale del Comune di Macerata e l’intera comunità maceratese. Il disegno progettuale si propone, in maniera innovativa rispetto all’accoglienza tradizionale dei minori stranieri non accompagnati nelle comunità educative, di sviluppare percorsi di accoglienza in famiglia quale luogo sicuro per ognuno di noi

I partner del progetto hanno illustrato, sotto varie sfaccettature, le numerose iniziative di accoglienza, integrazione e inclusione sociale dei ragazzi minorenni sul territorio maceratese, tra cui: l’Associazione Piombini Sensini che si occupa di garantire in emergenza l’accoglienza dei minori presso la comunità Il Girasole; il Centro di Ascolto e prima Accoglienza che ha sviluppato sub progetti artistici oltre che garantito percorsi di integrazione dopo la maggiore età dei ragazzi; l’artista Stefano Calisti che ha rappresentato la varietà dei colori del progetto in una sua opera d’arte; l’imprenditrice maceratese che ha aperto le porte della sua azienda offrendo lavoro a cinque ragazzi; Cristina Parolisi, tutore legali degli MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati), che ha sottolineato la parità dei diritti che in Italia vengono garantiti a tutti minorenni.

Gli educatori professionali, Umberto e Diego e la rappresentante del servizio civile, Arianna Stampone, hanno contribuito ad arricchire i percorsi di conoscenza del territorio maceratese ai ragazzi e ad affiancarli ai contesti formativi e professionali grazie ai quali la maggior parte di loro è riuscita ad integrarsi nel nostro tessuto sociale

Particolarmente intense ed emozionanti sono state le testimonianze della coppia, Silvia ed Eraldo, che ha accolto nella loro famiglia tre minori stranieri e di Ernest, un ex minore adolescente che è riuscito a realizzarsi professionalmente ma soprattutto ad assecondare il suo profondo bisogno d’istruzione proprio grazie al progetto “Famiglie a colori”.

A conclusione della roundtable, il Dirigente del Servizio Welfare e Cultura Gianluca Puliti ha sottolineato non solo la validità etica del progetto, che si fonda sulla passione degli operatori coinvolti e sull’energia delle famiglie e dei ragazzi che sono il vero cuore del progetto ma anche la sua virtuosità per il risparmio economico che ha rappresentato e rappresenta per l’amministrazione comunale.

(59)

LEAVE YOUR COMMENT