La Polizia di Stato di Macerata ha confiscato beni e assetti societari per un valore di circa 3 milioni di euro.
Attraverso gli investigatori della Divisione Anticrimine di Macerata e del Servizio Centrale Anticrimine, è stato eseguito un provvedimento emesso, per la normativa antimafia, dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Ancona, su proposta congiunta del Questore e del Procuratore della Repubblica di Macerata.
Questo provvedimento ne segue uno precedente dello stesso Tribunale nell’ottobre 2022, per il sequestro riguardo un affermato imprenditore edile e immobiliare di origine calabrese.
Insediatosi da un ventennio nelle Marche, l’imprenditore è stato già sottoposto nel 2020 alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S., con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni, disposta sempre a seguito di motivata proposta del Questore di Macerata.
Risulta inoltre coinvolto in passato in diverse vicende processuali riguardanti reati tributari, finanziari, fallimentari, contro il patrimonio e la pubblica amministrazione e in materia di rifiuti, nonchè imputato dinanzi al Tribunale di Palermo per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose, avendo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano accertato consolidati legami con Cosa Nostra nel periodo 2014-2015.
Utilizzando lo schermo delle compagini societarie a lui indirettamente riconducibili avrebbe agevolato, in uno stabile rapporto di collaborazione fiduciaria, un esponente di vertice del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana (PA).
Realizzava così operazioni di natura immobiliare e finanziaria finalizzate all’investimento delle risorse economiche illecite dell’organizzazione mafiosa in provincia di Roma e in Romania.
Le investigazioni svolte dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Macerata, in stretta collaborazione con il Servizio Centrale Anticrimine, hanno consentito di accertare come il soggetto, nonostante una situazione reddituale di natura contenuta, abbia costituito in territorio marchigiano un importante e articolato sistema societario.
Anche attraverso l’interposizione fittizia di familiari e prestanome, agiva nel settore immobiliare mediante la realizzazione di sistematiche operazioni volte a impedire la diretta riconducibilità delle varie strutture imprenditoriali alla sua persona.
Le società, tutte strettamente collegate tra loro, sono state utilizzate per operare trasferimenti di beni e di ricchezza, per giustificare spese e conseguenti abbattimenti di utili (anche con ricorso a fatturazioni inesistenti), per parcellizzare e al contempo riciclare denaro, celando la disponibilità di somme provento di reati.
Con l’odierno provvedimento, il Tribunale delle Misure di Prevenzione di Ancona, accogliendo la proposta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Macerata, ha disposto la confisca della totalità delle quote e dell’intero compendio aziendale di 6 società operanti nel settore immobiliare ed edilizio, 15 fabbricati e 26 terreni, 3 veicoli e numerosi rapporti finanziari, per un valore complessivamente stimato di circa 3 milioni di euro.
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