Transitare la città di Macerata da “città museale” a “città impresa”, restituire un ruolo alle piccole e medie città, sviluppare nuove tecnologie che diano un senso alla SENSEable city, per agevolare la vita di cittadini consapevoli. Queste le visioni strategiche entro cui si collocano le sette azioni del progetto In-Nova Macerata, per realizzare la “Macerata che sarà”.
Il progetto, inviato alla regione Marche il primo aprile per concorrere ai fondi ITI, è stato illustrato venerdì 15 aprile alla città, durante una serata all’Ostello Asilo Ricci dal team InnoThink, dal sindaco Romano Carancini, ospiti il vescovo Nazareno Marconi, il rettore dell’Unimc Luigi Lacchè, il direttore centro studi e ricerca iGuzzini Piergiovanni Ceregioli, il presidente dell’Accademia di Belle Arti Evio Hermas Ercoli.
La comunità fatta di persone, la qualità della vita e dell’ambiente urbano, la capacità di produrre reti e ponti, di costruire una coscienza condivisa sono gli ingredienti per produrre oggi nuova ricchezza, che che non passa più per i distretti industriali ma all’interno della stessa città. Su questi presupposti si fondano le sette azioni del progetto e il lavoro svolto dal team Innothink e dall’ufficio Europa del Comune.
“Macerata ha cominciato a pensare in grande e per chi come me percorre la penisola da nord a sud non è difficile vedere che non è più vero che siamo nella periferia” ha detto l’analista economico Marco Marcatili del team InnoThink che, insieme a Emanuele Frontoni, Andrea Giaconi e Massimiliano Colombi, ha illustrato il lavoro svolto.
“Macerata Che Sarà” declina la città all’indicativo futuro: un futuro sempre aperto che trae indicazioni da ciò che oggi come “con-cittadini” facciamo, pensiamo e sogniamo. In questa prospettiva In-Nova Macerata” rappresenta una traiettoria di lavoro che è anche frutto di un prezioso laboratorio di progettazione comune e che impegna tutti noi a “fare nuova” la città”- ha detto il sindaco Romano Carancini.
Con il lavoro svolto in questi mesi, gli incontri con le istituzioni, la città e gli stakeholder, il confronto sulle visioni per il futuro, il lavoro del team e dell’amministrazione comunale forse è nata una nuova start-up a Macerata, un nuovo cervello, un urban center in grado di pensarsi e progettarsi nel futuro, anche se non ci dovessero esse nuovi bandi, è stato sottolineato nel corso della serata.
Tre le direttrici su cui si muovono le sette azioni previste: la micro-senseable city, un laboratorio a cielo aperto per sperimentare in una piccola città i processi di infrastrutturazione innovativa messi in campo dal “Senseable City Lab” del MIT di Boston, una nuova visione della città attraverso la luce grazie al progetto cui stanno lavorando lo scenografo Dante Ferretti e l’azienda leader della luce iGuzzini, coniugando creatività e valorizzazione della città con l’innovazione tecnologica al led degli ottomila punti luce cittadini. La città come “luogo dinamico” di produzione dell’innovazione di processo, di prodotto, di modelli di sviluppo e crescita del settore culturale.
Queste le azioni: 1. un cluster in cui la vocazione culturale del territorio produca una nuova impresa dove sviluppare soluzioni e tecnologie per la produzione culturale. 2. Le start-up e rafforzamento competitivo delle PMI culturali e creative, con out put incentivi per le imprese, sostegno delle sturt-up e percorsi formativi. 3 La rifunzionalizzazione dell’auditorium San Paolo, struttura nel cuore di due direttrici culturali importanti che vanno dallo Sferisterio agli spazi dell’Ex Mattatoio e da palazzo Buonaccorsi a palazzo Ricci che l’amministrazione spera presto di inserire in questo circuito culturale. 4 Lo sviluppo e la promo-commercializzazione di prodotti turistici e culturali. 5 L’Illuminazione per la riqualificazione del paesaggio urbano e per l’efficienza sul piano ambientale. 6 Impianti tecnologici per la connessione a banda ultra larga. 7 Interventi per la mobilità e l’accessibilità al sistema urbano.
Presentati ieri anche alcuni rendering dello studio di Dante Ferretti per la nuova illuminazione della città “che è anche un’operazione di pulizia dall’attuale inquinamento luminoso” ha detto Piergiovanni Ceregioli della iGuzzini che ha spiegato il ruolo della luce nella strategia di crescita urbana.
Il passaggio importante ora è quello della realizzazione dei progetti “siamo in competizione e dobbiamo pensare che possiamo farcela” è stato sottolineato. “La sfida per la nostra comunità – ha detto il vescovo Marconi – è essere portatori di memoria e portatori di utopia, pensare alla storia proiettata verso il futuro. Due sono gli strumenti, – forti contenuti della cristianità – la provvidenza che costruisce il bene e la speranza che da la forza di portare il piede oltre gli ostacoli”.
“In questa comunità ci sono elementi di futuro, alcuni troppo fragili, altri dispersi tra loro. La sfida del governo è coordinare gli attori” ha detto il rettore UNIMC Lacchè, mentre Ercoli dell’ABAMC ha espresso disaccordo sull’operazione San Paolo invece del quale vedrebbe meglio la chiesa di San Giovanni nell’omonima piazza.
Il lavoro della InnoThink sulla Macerata del futuro costituisce un’analisi della città, mettendo a fuoco minacce, opportunità e sfide che la riguardano e sarà uno strumento di lavoro per guardare anche alla programmazione dell’Europa 2020.
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