A Macerata il Museo di Storia Naturale ha arricchito il suo già notevole e prezioso patrimonio con nuove acquisizioni, donazioni e affidi a opera di enti pubblici e collezionisti privati.
Tra queste uno splendido esemplare di lupo appenninico, collezioni di insetti, conchiglie, minerali e altri reperti naturalistici, presentate in una conferenza stampa.
“Il Museo di Storia Naturale rappresenta un fiore all’occhiello della nostra rete museale grazie al suo ricchissimo patrimonio, peraltro molto apprezzato – ha affermato l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta –. Un Museo che cercheremo di far essere sempre più all’avanguardia inserito in un contesto naturalistico che ne potenzia l’offerta e le possibilità di fruizione e che rappresenta un ottimo volano anche dal punto di vista turistico. Naturalmente un ringraziamento da parte dell’Amministrazione comunale va agli Amici del Museo di Storia naturale che con passione e dedizione si prendono cura delle collezioni e della struttura”.
L’ultimo arrivo è proprio quello di un lupo appenninico (Canis lupus italicus), diffuso nelle Marche, ritrovato senza vita nel territorio di Ascoli Piceno e recuperato dagli operatori del Centro Recupero Animali Selvatici (Cras).
Grazie a un finanziamento dell’Amministrazione comunale (le risorse sono state reperite dall’assessore allo Sviluppo Economico e all’Ambiente Laura Laviano) è stato possibile l’intervento di conservazione effettuato a Gubbio dal laboratorio “Tassidermia di Stefano Panfili”.
L’esemplare è stato consegnato nelle scorse settimane e ora è esposto in uno spazio apposito per valorizzarne al meglio la visione da parte dei visitatori.
“Abbiamo deciso di promuovere questa iniziativa – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Laura Laviano – per permettere ai visitatori del Museo di Storia Naturale di poter ammirare l’esemplare di lupo appenninico che, come sappiamo, è molto diffuso nel nostro territorio ma difficile da avvicinare. Anche in questo caso la sinergia e la collaborazione tra assessorati ha permesso di valorizzare un’eccellenza della nostra città quale è il Museo di Storia Naturale”.
“Si tratta di un’acquisizione molto importante per il museo, in quanto specie caratteristica della fauna locale – ha commentato Federico Landi, presidente dell’associazione Amici del Museo di Storia Naturale che collabora con il Comune di Macerata nella gestione della struttura –. La sua esposizione aiuterà i visitatori a conoscere meglio la specie presente nelle nostre zone, soprattutto appenniniche, protetta dalla Legge 157/92”.
“Oltre al patrimonio scientifico – ha continuato Landi –, già presente per merito del fondatore Romano Dezi, deceduto il 19 giugno 2021, le ultime acquisizioni riguardano collezioni di uccelli, insetti, conchiglie, minerali e altri reperti naturalistici appartenuti a Dino Paccamiccio di Potenza Picena, che nel corso di decenni ha raccolto migliaia di esemplari, affidati al Museo dalla figlia Carla. Reperti provengono dalla collezione Anna Maria Peramezza di Macerata, donata dal figlio Nicola Brachetti; dalla Provincia di Macerata; da Mario Corsalini, donata dalla figlia Manuela; da Maurizio Quarello. Alcuni esemplari di fauna entomologica (insetti) erano di Cesare Rastelli, scomparso alcuni mesi fa, collaboratore per anni di Romano Dezi”.
“Nell’ultimo anno di attività – ha spiegato ancora il presidente dell’associazione amici del Museo di Storia Naturale – il museo ha incrementato il suo patrimonio di 473 uccelli, 6.600 insetti, 10.038 conchiglie, 930 minerali e 1.089 reperti di altre sezioni naturalistiche, provenienti non solo dai nostri territori, ma anche da varie parti del mondo, tra cui spiccano una foca monaca (Monachus monachus), quattro esemplari di aquila reale (Aquila chrysaetos), due gufi reali (Bubo bubo) e altri interessanti esemplari. L’importanza delle collezioni acquisite è notevole, sia per la quantità che per la qualità. A questo proposito, in questi giorni stiamo ripensando la collocazione di una buona parte degli esemplari e stiamo lavorando per adeguare i supporti espositivi proprio per ottimizzare la visione degli esemplari e rendere più facilmente percepibile non solo la ricchezza, ma anche l’altissimo valore delle esposizioni che il museo può offrire ai visitatori. Stiamo allestendo, inoltre, una nuova illuminazione e delle nuove bacheche. Si tratta di un’opera importante e faticosa che stiamo portando avanti di concerto con l’assessore alla Cultura e all’Istruzione Katiuscia Cassetta e i suoi collaboratori”.
La presentazione delle acquisizioni è stata l’occasione per riflettere sulla questione degli spazi espositivi e più in generale della sede della struttura che sarà argomento di condivisione con l’Amministrazione comunale.
Il Museo è ospitato, dal giugno del 1993, nei sotterranei del Palazzo Rossini Lucangeli, edificio storico in via Santa Maria della Porta, la cui costruzione fu iniziata nel 1570 per volere del Capitano Felice Rossini.
L’attività dell’istituto risale al 1973, anno in cui Romano Dezi, fondatore del museo, univa la sua appassionata attività di ricerca paleontologica a una serie di mostre e di interventi nelle scuole del capoluogo.
Dal 1993 i reperti raccolti, acquistati o ricevuti in dono durante i 35 anni d’attività del curatore, arricchita nel tempo da donazioni private, quali Bernocchi, Sarcina, Cives, Martinelli e molte altre, vengono presentati nei 200 mq di esposizione, a un pubblico di oltre 3.000 visitatori all’anno.
L’esposizione si articola principalmente nelle sei sezioni principali di teriologia (mammiferi), ornitologia (uccelli), entomologia (insetti), paleontologia, mineralogia, malacologia, più altre minori.
(68)