A Macerata la cerimonia del 25 aprile per il 75° anniversario della Liberazione si è svolta davanti al Monumento alla Resistenza nel Maceratese, in via Cioci.
Il sindaco Romano Carancini ha deposto una corona d’alloro accompagnato dall’assessore regionale Angelo Sciapichetti, dal presidente dell’Anpi Lorenzo Marconi e da Annalisa Cegna direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza.
Pochissime le persone presenti, tra cui rappresentanti delle Forze dell’Ordine, per i limiti posti dall’emergenza sanitaria, ma la cerimonia poteva essere seguita in diretta Facebook sulla pagina del Comune di Macerata.
Il sindaco Carancini ha poi tenuto un intervento, di cui riportiamo il testo.
“Partigiani si nasce e non si smette di esserlo”.
Prendo in prestito le parole del giornalista Carlo Verdelli in questo drammatico momento storico per tutti noi, perché credo interpretino l’anima profonda anche di Macerata la nostra città oltre che dell’Italia tutta.
Partigiani della democrazia, partigiani della libertà, partigiani della memoria, partigiani della storia, partigiani della comunità, partigiani del rispetto umano, partigiani della dignità, partigiani della parità, partigiani della pace.
Oggi e sempre non smettiamo di essere partigiani in onore di chi ha combattuto e di chi da dato la vita per noi.
In onore anche dei tanti che abbiamo perso in questa guerra contro l’invisibile coronavirus, testimoni e protagonisti del liberazione dal nazifascismo.
Sono trascorsi 75 anni da quel 25 aprile del 1945 il momento in cui soldati della Germania nazista e quelli fascisti della repubblica di Salò cominciarono la loro ritirata dal Torino e Milano.
E’ questa la data simbolo scelta da Alcide De Gasperi il 22 aprile del 1946 per celebrare la festa nazionale della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Ogni 25 aprile è come fosse una prima volta.
La prima volta del sentirci liberi di esprimere le nostre idee ed opinioni, liberi di muoverci senza paura, liberi di ricordare cosa è successo nella storia della nostra Italia, liberi di non discriminare per il colore della pelle ovvero per il genere, liberi di accogliere, liberi di professare la fede in cui crediamo.
Abbiamo il compito di trasmettere il valore profondo e sostanziale delle parole partigiano e liberta’ ai nostri figli, alle generazioni che verranno.
Non potevamo restare in silenzio oggi 25 aprile 2020.
Non dobbiamo restare in silenzio mai.
Solo cosi ogni volta il 25 aprile sarà una prima volta.
Ed oggi Macerata, l’Italia tutta, di fronte al drammatico momento che stiamo vivendo alla guerra che stiamo affrontando, ritrovi lo spirito di rinascita di 75 anni fa, fatto di rispetto non di odio, di rispetto non di odio, di senso di comunità, di coraggio, di pace.
Viva il 25 aprile festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Viva L’Italia.
(Le foto sono di Andrea Del Brutto)
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