Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ chiude alla svelta (gli sbarramenti orari in tv non ammettono deroghe o quasi) ed in effetti Dante Ferretti l’aveva forse tirata un pochino alle lunghe parlando con passione di “Bellezza imperfetta: io e Pasolini”. Il suo secondo libro autobiografico scritto con David Miliozzi dopo “Immaginare prima”.
Ed annunciando, Dante – con Miliozzi ancora curatore – un terzo libro entro l’anno dedicato a Federico Fellini (‘Il Faro’). Ed inoltre un quarto su Martin Scorsese. Marty, il famoso regista italo-americano, per il quale lo sceneggiatore lanciato da Pasolini e Fellini lavora da anni.
Ma ritorniamo alla notizia sul maceratese tre volte Premio Oscar scampato –ricordiamo – da neonato nel 1944 dal bombardamento alleato della città e l’11 settembre 2001 (puro intuito) dal crollo delle Torri Gemelle.
Ferretti in tv ha dunque rivelato anzi confermato come stia meditando in modo operativo (da sceneggiatore pluripremiato, appunto) sul finis vitae! “Tornerò ad essere tuo ospite – ha detto ironico a Fabio Fazio – se non muori prima di me!”.
Al sorriso scaramantico del presentatore, “Nessuna meraviglia, tutto è scritto nel finale del libro. Ho acquistato un terreno al cimitero (senza specificare se a Roma o a Macerata ndr) …”, ha aggiunto l’ottantaduenne Dante in collegamento tv da casa con gli studios del ‘Nove’.
Fazio ha chiuso la trasmissione su queste parole, non dopo numerosi inviti per la presentazione dei prossimi libri prossimi venturi di Ferretti ai quali sarà presente Miliozzi.
“Dante è pieno di propositi futuri ma intanto ha disegnato la propria tomba. Ne conservo a casa gelosamente copia”, mi conferma David. Che essendo politico temprato e ben conoscendo il Contesto maceratese, mantiene il riserbo sull’ubicazione del sepolcro: forse una cripta ipogea da quello che si è compreso da un accenno dell’artista?
Il riserbo di Miliozzi ha in fondo una sua ragione storica se si pensa al caso post mortem di Beniamino Gigli. Le cui spoglie terrene ebbero sepoltura nella natia Recanati grazie all’iniziativa decisiva del sindaco di allora Luigi Flamini.
Il quale (me lo raccontò lui) ‘sottrasse’ a Roma l’onore della ‘tomba’ del celebre tenore, deceduto nella Capitale.
Gigli, come noto, riposa da allora in una piramide – di recente restaurata –evitando a Recanati un altro doloroso scippo dopo quello leopardiano.
Ferretti in tv è apparso in gran forma ‘incorniciato’ da 6 Premi Oscar (3 suoi, altrettanti della moglie Francesca Lo Schiavo) ed altri prestigiosi riconoscimenti e statuette internazionali.
Ha mostrato partecipazione commossa parlando di Pierpaolo (Pasolini) suo primo mentore. “Se Fellini e Scorsese sono i miei ‘eroi’, Lui mi ha inventato letteralmente, mi ha insegnato a non avere paura delle mie paure. Della brutalità della realtà”.
“E a proposito del mio lavoro di scenografo – e non solo naturalmente – mi ha indicato che la verità sta nell’errore non nella perfezione di un modello. Gli risposi: Non si preoccupi, Maestro, io di errori ne faccio moltissimi!”
“Che scuola per me stare con Pierpaolo (i due si sono dati sempre del ‘lei’, ndr) e Federico. Tanti incontri, passeggiate nella borgata di Pasolini con quei due meravigliosi mentitori. Ed io? Ovvio: ero attore, attore di me stesso”.
“Un sodalizio, quello con Pierpaolo, concluso solo dalla tragica fine di lui: quella sera del 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia sulla scena del crimine fui chiamato per rilevare i dati antropometrici”.
Poi Fazio lo ha stuzzicato: “Raccontaci, Dante, di quell’estate del 70 quando a Parigi a casa di Maria Callas hai assistito in diretta tv con Pasolini, Tonino Delli Colli, Franco Rossellini ad Italia-Germania 4-3 …”.
“Già: la Callas era impegnata altrove ma ci aprì la sua casa (Pasolini amava tanto il calcio ed assiduamente lo praticava, ndr). Una serata indimenticabile, avevo ancora i capelli … (sorride sornione, ndr)”.
Poi l’elogio ripetuto tre volte (“molto bravo”) rivolto al biografo, il prof. Miliozzi. “Io gli racconto esperienze, lavoro, incontri e i fatti rilevanti della mia esistenza e David alla cui amicizia e devozione devo molto, li trasforma in parole. Preziose”.
Maurizio Verdenelli
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