Giovedì 15 aprile alle ore 19, incontro on line per presentare il libro La linea delle cure di Mauro Proietti Pannunzi, responsabile di anestesia e rianimazione alla clinica Villa Pini di Civitanova Marche, che racconta la sua esperienza alle prese con lo scoppio della pandemia da Covid-19 nella primavera del 2020.
L’incontro è organizzato da Seri Editore in collaborazione con la Bottega del libro di Macerata, può essere seguito su Facebook e tramite la piattaforma Zoom.
E’ il terzo appuntamento di Su e giù per le Marche, rassegna letteraria che Seri Editore organizza in collaborazione con le librerie marchigiane.
Di fronte all’arrivo di un nemico inatteso e sconosciuto e ancora con pochi mezzi per fronteggiarlo, il personale della clinica ha dovuto fare appello a tutte le proprie risorse professionali e umane, in un’esperienza che ha lasciato una traccia indelebile in ognuno di loro.
La linea delle cure ne offre testimonianza, un diario vivo e accorato che racconta la pandemia dalla parte di chi cura.
“Sembra quasi che adesso si viva in uno stato di assedio. Senza socialità. Sembra sopportabile all’inizio. Se ne può fare a meno. Poi però arrivano le reazioni agli episodi della vita quotidiana: l’assoluta mancanza di tolleranza nei confronti di chi non rispetta le regole nuove della convivenza, nei confronti di tutti i diffusori di fake news, o peggio ancora nei confronti di chi mistifica quella realtà che invece ti è vicina, che conosci non per interposizioni ma per visione diretta. La socialità è un bene che sembrava non doversi mai perdere e che è sempre stato un sottofondo della vita, dato per scontato, della cui importanza ti rendi conto nel momento in cui lo perdi. Che importa di una cena con gli amici, di una partita a calcetto, di un’ora in palestra, di un aperitivo in centro, di una passeggiata tra scherzi e battute, di un bicchiere coi popcorn al cinema? Mica si vive per questo. E la sera, davanti alla tv, o leggendo un libro, o ascoltando musica, ti accorgi che quella solitudine che affronti non è mitigata. E che quelle cose per cui non si vive improvvisamente fanno sentire la loro mancanza”.
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