La festa della nostra Regione e il “Viaggio nelle Marche” di Giancarlo e Adriano Giannini
“La Giornata odierna va dedicata ai marchigiani che lottano per il loro posto di lavoro e per le loro famiglie. Veniamo da anni difficili e bisogno riservare vicinanza e attenzione ai marchigiani che chiedono il sostegno di una comunità coesa e solidale per superare, insieme, le difficoltà quotidiane”. Lo ha detto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, nel saluto rivolto alle autorità, alle istituzioni e ai cittadini che hanno partecipato alla celebrazione della Giornata delle Marche, all’Auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona. “L’identità marchigiana va valorizzata, adeguata al cambiamento senza rinnegare le radici e le tradizioni – ha continuato – Un’identità plurale, quella marchigiana, che ha basi anche nella ruralità (tema della giornata 2015). I marchigiani hanno la pluralità nella loro anima, ma sono stati capaci di far dialogare le diversità per costruire una ricchezza solidale e condivisa con la comunità”. Sono gli stessi valori, ha continuato il presidente che “animano la creazione della Macroregione adriatico ionica, spinta non a caso dalle Marche. Coinvolge Paesi un tempo divisi, attraverso un percorso che mostra come le difficoltà si superino con il dialogo e la reciproca collaborazione”. Ceriscioli ha quindi evidenziato che “il 10 dicembre è una festa che unisce anche i marchigiani dell’altra parte del mondo, una comunità forte che ha saputo mantenere un legame solido con la propria terra di origine. Poter contare su loro è come avere un milione e mezzo di ambasciatori nel mondo per promuovere la regione”. Facciamo dell’identità marchigiana, ha concluso, “un punto di forza da mettere in gioco nelle nuove sfide che ci attendono, consolidando i valori propri della comunità regionale”.
Anche secondo il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, il 10 dicembre “è una giornata importante perché valorizza il ruolo della regione, delle istituzioni, della comunità marchigiana.
Credo che questo rapporto vada rafforzato quotidianamente, costruendo un collegamento sul territorio con le forze sociali e la ricchezza rappresentata dalle associazioni”.
Un “augurio” alle Marche lo ha rivolto il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, premiato con il Picchio d’Oro per il proprio impegno sociale e pastorale: “La prima cosa che dico alle mie Marche è che non tradisca mai le sue tradizioni. Questa festa è collegata a un’altra festa solenne per la nostra regione, la Santa Casa del Santuario di Loreto. Auguro alla mia comunità di non tradire le radici. Su questo le Marche possono sperare per il futuro. Se una persona, una famiglia non ha una storia, non ha radici, l’albero non cresce. La seconda cosa che mi sento di augurare è il recupero del carattere: forse abbiamo ecceduto in alcune cose che ci hanno consolidato una certezza, in realtà credo che la certezza della nostra vita appartenga solo alla quotidianità. Le Marche custodendo le radici devono recuperare la speranza che ha fatto la storia di questa regione. Tutte le nostre famiglie sono uscite da una grande tribolazione, da una grande povertà. Giorno per giorno la curiosità, la giustizia, la collaborazione hanno creato un tessuto che ci invidia tutti. Non so se questo progresso sia così florido come pensavamo. L’augurio è che questo tessuto ricominci a essere forte e solido attraverso questa speranza e questa solidarietà. Anche le nostre sono state terre di emigrazione, per migliorare la realtà. Allora dobbiamo essere capaci anche in questo contesto storico così tribolato e farraginoso, qualche volta anche così violento, di essere regione che accoglie, perché solo così esprimeremo un altro valore che ha fatto delle Marche un’eccellenza e cioè la vicinanza alle persone”.
A Giovanni Giusti è andato il premio speciale del presidente della Regione. Giusti è il titolare dell’azienda agraria che ha prodotto il “BollaRosa”, lo spumante scelto per il brindisi del pranzo dei capi di Stato nel primo giorno dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, servito al tavolo con Putin e Obama. “È stata una soddisfazione incredibile – ha detto, mentre riceveva il premio – È il coronamento di anni di lavoro sul mercato americano. Siamo stati informati dall’Agenzia Onu Italia, in contemporanea avevo avuto una segnalazione dal mio importatore, una cosa che speravamo accadesse e che è stata confermata da quanto poi è realmente avvenuto”.
IL VIAGGIO NELLE MARCHE NARRATO DA GIANCARLO GIANNINI
Una delle voci più amate del cinema, quella dell’attore, doppiatore e regista Giancarlo Giannini,
dal palco dell’auditorium della Mole, si è espressa per cantare le suggestioni paesaggistiche del territorio marchigiano. Si chiama ‘Viaggio nelle Marche’ questa interpretazione che ha preceduto le immagini del video promozionale sull’entroterra rurale del figlio, il regista e attore Adriano Giannini.
Attraverso i diari e le poesie di celebri viaggiatori e scrittori – Dante, Leopardi, Tombari, Prato Volponi, le riflessioni del filosofo francese Michel de Montaigne, della nobildonna inglese Margaret Collier o la descrizione di Ancona che entra nel mito di Dino Garrone – Giancarlo Giannini ha regalato all’undicesima edizione della Giornata delle Marche un momento elevato e suggestivo di poesia.
Accompagnato dalla voce narrante di Lucia Ferrati, il viaggio si è mosso lungo i confini straordinari dell’unica regione al plurale, in quel territorio rurale che suscita emozioni e a cui è dedicata questa Giornata. A partire dal quinto canto del Purgatorio dove Dante definisce le Marche “paese che siede tra Romagna e quel di Carlo” e nel ventunesimo del Paradiso dove celebra il santo camaldolese S. Pier Damiani e l’eremo di Fonte Avellana sovrastato dal Monte Catria. E poi il quadro lirico della quiete notturna del borgo tra il mare e i Monti azzurri nelle ‘Ricordanze’ di Leopardi. Ci sono anche città come Frusaglia di Fabio Tombari, luogo letterario ispirato a Fano, inesistente geograficamente ma epico, spazio della natura visto con gli occhi del contadino marchigiano. Il dialetto di Treia in ‘Giù la piazza non c’è nessuno’ di Dolores Prato e la bellezze del paesaggio del Montefeltro, luogo di fatica e di lotta, ne ‘La strada per Roma’ di Paolo Volponi.
Un reading magistrale di poesia come “sintesi del pensiero” per Giannini che ha concluso sui versi universali dell’illustre poeta di Recanati che da sempre lo accompagna nella sua carriera di attore e docente.
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