L’Ufficio Immigrazione della Questura di Macerata e la Squadra Mobile avevano segnalato, già nel mese di marzo, alla Procura della Repubblica 5 cittadini extracomunitari di nazionalità cinese per aver prodotto documentazione contraffatta al fine di ottenere il permesso di soggiorno. In particolare erano alterati i test di lingua italiana, a corredo dell’istanza.
La richiesta di permesso di soggiorno, infatti, può essere presentata da cittadini extracomunitari se regolarmente soggiornanti da cinque anni, non abbiano riportato condanne per gravi specifici reati, in possesso di un reddito non inferiore all’importo dell’assegno annuo sociale pari a 5.800 euro e di un alloggio idoneo, in grado di presentare un attestato di superamento del test di conoscenza della lingua italiana.
Tutti i certificati, apparentemente rilasciati da due istituti autorizzati dal Ministero dell’Interno e che da accertamenti espletati sono risultati estranei alla vicenda, sono risultati successivamente contraffatti.
Le indagini erano scattate perché si era notato un aumento delle richieste di permesso di soggiorno UE per lungo periodo da parte di cittadini cinesi provenienti anche da altre province. Inoltre, i cittadini cinesi che avevano presentato le istanze non parlavano assolutamente italiano. I certificati apparentemente rilasciati dai due istituti di Perugia e Milano (assolutamente ignari) erano compilati in modo da destare forti sospetti circa la loro autenticità. Poi si è accertato infatti che i cinesi avevano scaricato gli attestati da Internet e che dietro la produzione dei certificati vi era una vera e propria associazione di natura criminosa.
Successivamente, rispetto alle decine di istanze presentate nell’ultimo periodo da cittadini cinesi, ulteriori cinque richieste sono risultate contraffatte con lo stesso sistema con cui erano state inoltrate le istanze trattate nel mese di marzo. Pertanto, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria altri 10 cittadini cinesi di età compresa tra 29 e 49 anni, tutti residenti in provincia.
Gli indagati, già in possesso di permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, hanno presentato presso l’Ufficio Immigrazione istanze di rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e, al fine di attestare il superamento del test di lingua italiana, hanno allegato alle rispettive istanze attestati rilasciati da centri autorizzati di Perugia e di Milano.
La falsità degli attestati, che non sono mai stati rilasciati dagli istituti, ha motivato il rigetto delle istanze presentate dai cittadini cinesi, che sono stati formalmente indagati.
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