Et voila! Il Terzo Polo maceratese è nato all’Asilo Ricci in coincidenza con Sandro Terzo (anno).
Nel folto gruppo di Re Magi giunti dal lontano Oriente (politico) all’antico Ostello da segnalare Romano Carancini, Marco Sigona, Stefano Quarchioni, Giovanni Scoccianti, Enrico Brizioli, Stefano Di Pietro e Ulderico Orazi.
Altra presenza di riguardo: Sabrina De Padova, presidentessa del Consiglio comunale delle Donne.
Tra i non pochi osservatori: da Ancona il giornalista Maurizio Lombardi nella pattuglia che ha contato i colleghi (che cito in ordine rigorosamente alfabetico) Carlo Cambi, Remo Matassoli, Adriana Paniccia, Guido Picchio, Giuseppe Porzi.
Antonello De Lucia, uno dei quattro ‘ostetrici’ con Bruno Mandrelli, Massimiliano Fraticelli e David Miliozzi (più defilato, tuttavia lievemente, Massimiliano Sport Bianchini) lo ha garantito a conclusione dei programmati interventi sul convegno a riguardo del destino futuro di “Macerata, tra Attualità e Prospettiva”: «Non finisce qui».
La Grande Fuga è già iniziata? Se si, come appare, sarà una lunghissima volata con in mezzo un GPM (Gran Premio della Montagna). Leggi: elezioni europee.
In squadra socialisti e centristi. Tra questi, seppure lui ami chiamarsi ‘estremista di centro’, l’ex dc e presidente della Commissione Cultura (sindacatura Anna Menghi) il prof. Guido Garufi, tra i protagonisti di una lista di Moderati che ha sostenuto alle ultime elezioni Narciso Ricotta.
Interrogato dalla stampa, Guido ha dichiarato: « in campo tra due anni? Perchè no?! Prima ci sarà però molto da studiare e da capire».
E lancia un vaticinio: «Questa formazione che si sta compattando potrebbe essere guidata da Rosy Del Balzo Ruiti, presidentessa di Croce Rossa che conta oltre tremila iscritti…».
Comunque la rete delle adesioni al Terzo Polo è stata gettata in vista del traguardo pirenaico.
Sarà nuovamente della partita il sindaco/presidente Sandro Parcaroli? Senza il quale la Destra si dice sicura di non vincere pur non avendo stavolta la ragionevole certezza di battere tutti grazie a lui (la cui repentina discesa in campo allora fece sbiancare Ricotta, al quale in esclusiva portai il ferale nunzio ai Giardini Diaz durante una iniziativa).
E la Sinistra? Che dire? Nel suo giardino non si vede ancora un competitor post Narciso all’altezza della complessa e traumatica situazione emersa all’indomani della vittoria del fondatore di Med Store, convinto da Salvini nel corso di una telefonata a metterci la faccia.
E Parcaroli, come Giulio Cesare: «Veni, vidi, vici».
Maurizio Verdenelli
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