Per amore di Viola, tenera testimonial a quattro zampe che ha accompagnato le ondate dei visitors; per amor del Cielo (dove il Comitato ha notoriamente un Santo) che ha indirizzato la lancetta del meteo sull’azzurro dribblando l’alluvione marchigiana e soprattutto per amore di vergare & vergari: comincia dunque da 3 la narrazione del record dei record stabilito dalla 48a Sagra della Polenta a Santa Maria in Selva, Treia. Andata in archivio domenica.
Ma c’è un dato a spiegare il tutto. Domenica mattina Marina & C. pur a malincuore hanno dovuto informare le lunghe fila degli aspiranti al pasto domenicale che la polenta (non già il resto del cibo) stava rapidamente esaurendosi nonostante gli ‘straordinari’ garantiti dai paiuoli elettronici.
E che pur nell’aria miracolosa dell’antica grancia dell’Abbadia di Fiastra non erano prevedibili moltiplicazioni dell’oro giallo in piatto di plastica.
Già l’oro di Loro di Santa Maria in Selva con tanti giovanissimi finalmente ‘coscritti’ in t-shirt gialla, la divisa del polentaro treiese.
Il ‘miracolo’ in fondo sono stati loro: i protagonisti di una piccola comunità che hanno raccolto una popolazione di visitors dieci e dieci volte e più superiore a quella autoctona. E che a raccogliere l’eredità di Gianni, Gabriele (più di uno), Federico, Tonino, Marco, Maria Pia, Marina e tante/i altri ci sono – una volta tanto, udite, udite – le nuove generazioni.
Ospite d’onore dell’ultimo giorno di Sagra, al microfono del conduttore Matteo Pasquali, l’indimenticabile ‘Sindaco del terremoto’, l’ex primo cittadino di Serravalle di Chienti Venanzo Ronchetti.
“E’ per me motivo di commozione ritornare qui a Santa Maria in Selva – ha detto Venanzo”, nel ricordo del grande amico don Giuseppe Branchesi e dei polentari che tanto generosamente s’impegnarono a portare aiuto e sollievo alle popolazioni colpite dal sisma del ’97.
E non dimentico certo quella radiosa domenica del 20 aprile 2008 sull’altopiano tra Marche e Umbria quando i polentari da tutt’Italia dell’associazione presieduta da don Peppe distribuirono 5.000 pasti promuovendo un’importante raccolta fondi.
La manifestazione intitolata ‘Il sapore della solidarietà’ (un’idea-forza elaborata da scrive ndr) ebbe la testimonianza del cardinal Ersilio Tonini, in diretta da Ravenna. E ricordo la presenza dei coniugi Ricci con i quali papa Wojtyla aveva condiviso nella baracca degli sfollati a Cesi un breve break ed una tazza di the”.
Che pensa il ‘Sindaco del terremoto’ della ricostruzione post sisma del 2016?
“Non tutto il bene del mondo sopratutto confrontandone il bilancio dopo 8 anni, pur riconoscendo gli sforzi soprattutto dei commissari Legnini ed ora del senatore Castelli. Un pò di burocrazia è stata finalmente limata, tuttavia ad oggi solo il 50% delle opere è stato realizzato con qualcosa in più in riferimento alla ricostruzione privata”.
Ma i sindaci del cosiddetto ‘cratere sismico’ non protestano?
“La collettiva anima battagliera di 27 anni fa pare essersi in effetti un pò intiepidita. Tutto va bene, madama la marchesa? No, non tutto…”.
E negli occhi del ‘Sindaco del terremoto’ (quello del 97 vanta una ricostruzione al 90%) brilla l’antico ‘spirto guerriero’.
Maurizio Verdenelli
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