“Il silenzio su una violenza non è mai una cura”. Lo ha detto oggi il Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, in apertura della seduta dedicata al Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata-istriano. Il ricordo di quegli avvenimenti sul confine orientale, che coinvolsero migliaia di persone, “è stato a lungo coperto da una velo – ha sottolineato Mastrovincenzo – squarciato solo di recente da una legge del 2004 che ha avuto il merito di far sì che tutti siamo partecipi di quei fatti, sottratti all’oblio e ai tentativi negazionisti”. L’Assemblea legislativa delle Marche, tra le prime in Italia, nel 2012 ha approvato all’unanimità la norma sulle “Attività per l’affermazione dei valori del ricordo del martirio e dell’esodo”, definendo questa pagina della storia, “tragedia nazionale e testimonianza della brutale violenza dei principi di libertà, rispetto dei diritti umani e autodeterminazione dei popoli”. “Per lungo tempo si è impedito ai fatti e alla verità di emergere, quella verità che invece è dovuta in primo luogo alle vittime di allora e a tutti noi – ha insistito Mastrovincenzo – Il silenzio su una violenza non è mai una cura, perché esso cristallizza le vittime e i carnefici in una dimensione inalterata, nei rispettivi dolori e nelle rispettive colpe”. Europa e Adriatico, questi sono, a suo parere, “i due contesti che oggi ci aiutano a ripensare e a dare una prospettiva diversa ai fatti e al ricordo delle vittime”. “L’Europa che, seppure attraversi un periodo di grandi difficoltà, costituisce una cornice di pace e di sviluppo” – afferma, ricordando l’ingresso della Slovenia e della Croazia nell’UE. E il mare Adriatico, con la Marcroregione “spazio di integrazione, cooperazione e stabilità democratica, una sfida nella quale la Regione Marche è fortemente impegnata”. “Il prossimo anno sarà il 70° anniversario del trattato di Parigi e il 60° dai trattati di Roma che sancirono la nascita della Comunità Europea – conclude il Presidente – Facciamo conoscere ai giovani nella scuole anche questa parte di storia. Il compito è quello di ascoltare, di solidarizzare con le vittime di ieri, riconoscendo il valore del loro sacrificio, condannando i carnefici, senza strumentalizzazioni. Per non dimenticare. Tenendo sempre alta l’attenzione su fatti di oggi che evocano un tragico passato”.
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