Sabato 15 e domenica 16 maggio si tiene della 29ª edizione delle Giornate FAI di Primavera. Coraggio, orgoglio e generosità sono le parole in cui è racchiuso lo spirito di queste Giornate FAI di Primavera, che sono anche il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown.
La grande manifestazione promossa dal FAI, la più importante dedicata al patrimonio culturale che celebra arte, storia e natura, torna a coinvolgere gli italiani nell’entusiasmante scoperta delle bellezze che ci circondano, grazie all’apertura di 600 luoghi in 300 città, molti dei quali poco conosciuti o accessibili in via eccezionale, visitabili in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti.
I posti disponibili sono limitati, con prenotazione obbligatoria sul sito www.giornatefai.it fino a esaurimento dei posti disponibili.
Tra le aperture più interessanti delle Giornate FAI di Primavera 2021 nelle Marche, in provincia di Macerata c’è quella a Recanati che riguarda la CATTEDRALE DI SAN FLAVIANO.
Il 22 dicembre del 1240 Recanati fu elevata al grado di città e la Chiesa di San Flaviano a Cattedrale. Nel 1415 Papa Gregorio XII da questo luogo mandò la sua rinuncia al pontificato a Sigismondo di Lussemburgo nel Concilio di Costanza; morto nel 1417 Gregorio XII è sepolto nella Cattedrale. Moltissimi i personaggi illustri e vescovi che sono passati per questo luogo, tra cui anche il tenore Beniamino Gigli che proprio dal Coro della Cattedrale ha iniziato la sua carriera canora. L’apertura proposta in occasione delle Giornate FAI permetterà di conoscere alcuni luoghi interdetti al pubblico, come il vecchio Episcopio con architettura Quattrocentesca e l’apertura del Sancta Sanctorum dove sono custodite oltre duecento reliquie, tra cui un pezzo della Croce di Cristo portata da Papa Gregorio XII e i sandali di San Francesco fatti da Santa Chiara. Il percorso permetterà inoltre di conoscere da vicino alcuni dei capolavori custoditi nell’edificio, come la fonte Battesimale di Pietro Paolo Jacometti, il ciclo pittorico nell’abside con storie mariane e dei Santi Patroni della città, le sepolture di Papa Gregorio XII, di Nicolò Delle Aste e del Cardinale Angelo da Bevagna (artefice della prima costruzione) e il bellissimo soffitto a cassettoni con la figura centrale di San Flaviano. All’interno della Cattedrale è inoltre custodita l’opera San Vincenzo Ferreri in Gloria di Lorenzo Lotto.
Apertura: sabato 15 maggio, dalle ore 14.30 alle 16.30, e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 16.30.
Elenco completo dei beni aperti nelle Marche su:
Alcuni luoghi da segnalare nella Regione Marche
Ancona
PARCO DEL CARDETO
In occasione delle Giornate FAI di Primavera sarà proposta una passeggiata della durata di un’ora alla scoperta delle tante bellezze del Parco del Cardeto, che si estende su un’area di circa 35 ettari a picco sul mare, compresa tra la rupe e il centro storico di Ancona, alla sommità dei colli Cappuccini e Cardeto. Grazie alla sua posizione offre numerosi punti panoramici da nord a sud, sia verso il mare che verso la città. Al suo interno si possono ammirare resti imponenti di due importanti forti militari: il Bastione San Paolo sul Colle dei Cappuccini, risalente al XVI secolo e commissionato da Papa Clemente VII all’architetto rinascimentale Antonio da Sangallo il Giovane, e il Forte Cardeto, la cui costruzione risale all’anno 1799 quando Napoleone Bonaparte entrò vittorioso ad Ancona destituendo lo Stato Pontificio. Nel Parco sono presenti inoltre la mirabile Polveriera Castelfidardo e l’ottocentesco faro, da dove nel 1904 Guglielmo Marconi trasmise con successo segnali radio verso la stazione di Poldhu, una cittadina della Cornovaglia. Il parco presenta anche luoghi della memoria molto suggestivi dal punto di vista ambientale ma soprattutto storico, come il cimitero degli Ebrei e il piccolo cimitero degli Inglesi e di tutte le comunità di religione protestante, e si caratterizza per una ricca varietà botanica. La fauna presente al suo interno comprende alcuni mammiferi tipici della zona collinare marchigiana e uccelli come il gabbiano, il falco pellegrino e il cormorano.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 19.
ISTITUTO “MAESTRE PIE VENERINI”
La scuola “Maestre Pie Venerini” sorge in via Matteotti, nel centro storico di Ancona. L’Opera Pie Venerini nasce a Viterbo per volontà di Rosa Venerini: figlia spirituale dei gesuiti, nel 1685 aprì insieme a Porzia Baci e Girolama Coluzzelli una scuola pia destinata all’istruzione e all’educazione religiosa della donna. L’opera delle Venerini si propagò; ad Ancona le Maestre furono chiamate nel 1737 dal cardinale Bartolomeo Massei e qui fondarono una scuola dove le fanciulle apprendevano i lavori manuali, a leggere e scrivere e la dottrina religiosa. Durante il periodo napoleonico la scuola fu chiusa e tornò a operare solo con la prima Restaurazione pontificia. Nel corso dei decenni divenne punto di riferimento e termine di misura delle istituzioni educative che si interessavano alla donna. Nel 1819 l’amministrazione comunale chiese alle Maestre Pie un impegno nuovo: si era infatti deciso di dare un nuovo assetto alle istituzioni scolastiche del popoloso quartiere di Capodimonte con l’istituzione di un insegnamento elementare, tecnico, classico e metafisico. In occasione delle Giornate FAI sarà eccezionalmente visitabile questo storico istituto, di cui si potranno vedere la cappella – inaugurata nel 1961 con la consacrazione dell’altare maggiore sul quale domina in bassorilievo, in ceramica bianca su mosaico, la Madonna Assunta in mezzo agli angeli, scolpita dall’artista Giovanna Fiorenzi, di cui si potranno ammirare altre opere -, la sala mensa e il giardino pensile.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 17.
Senigallia (AN)
PERCORSO DI ARCHITETTURA MODERNISTA
Il percorso organizzato per le Giornate FAI sarà occasione per approfondire la storia della città negli anni Trenta, nel periodo in cui Senigallia ha affrontato la distruzione causata dal terremoto del 31 ottobre 1930 e ha reagito predisponendo un nuovo Piano Regolatore e di Ampliamento, che prevedeva la costruzione di nuovi quartieri ed edifici pubblici, secondo i canoni vigenti dell’architettura modernista. L’itinerario parte dalla ROTONDA A MARE, uno dei simboli della Spiaggia di Velluto, la cui realizzazione iniziò nel 1932, su progetto di Enrico Cardelli che propose le nuove forme dell’architettura razionalista, unite a linee in stile liberty che conferirono la caratteristica forma a “conchiglia”. Oggi ospita un centro polifunzionale per l’arte, la musica e lo spettacolo e vi si tengono mostre e convegni di vario genere. La seconda tappa consentirà di ammirare il PALAZZO EX GIL (Gioventù Italiana Littoria anche Casa del Balilla ) e, a seguire, la SCUOLA ELEMENTARE GIOVANNI PASCOLI (EX COSTANZO CIANO), progettata nel 1938 dall’architetto Marcello Diamantini seguendo lo stile modernista. All’interno della scuola sarà proiettato un video che illustra la vita di 150 bambini, ospitati nell’ adiacente Ex Gioventù Italiana Littoria che, dal 1945, divenne Collegio e Colonia per i figli di reduci di guerra, profughi e famiglie disagiate. Il percorso proseguirà verso il QUARTIERE ICP di Borgo Pace e si concluderà allo STADIO BIANCHELLI.
Percorsi: sabato 15 maggio, dalle 15 alle 17.30, e domenica 16 maggio dalle ore 9 alle 17.30.
Rotonda a mare: visita speciale alla mostra fotografica (riservata agli iscritti FAI)
Visita alla mostra fotografica “LA ROTONDA A MARE DI SENIGALLIA – Storia fotografica della riabilitazione (1998-2006)”, poi si proseguirà effettuando il percorso che prevede la visita di altri edifici particolarmente rappresentativi dell’architettura modernista cittadina. Dopo una breve presentazione della mostra da parte dell’arch. Maria Rosa Castelli, Capogruppo del Gruppo FAI di Senigallia, il fotografo Tonino Rossi e l’architetto Alberto Bacchiocchi, progettista e direttore dei lavori di ristrutturazione della Rotonda a mare, illustreranno in modo dettagliato le 45 fotografie esposte e il video dal titolo “LA ROTONDA A MARE DI SENIGALLIA – La Storia e la Cultura dell’edificio”, nel quale si ricostruisce la storia della maggiore infrastruttura turistica della città di Senigallia, edificata per risorgere dalla prostrazione causata dal terremoto del 1930. Si potranno anche ammirare altri edifici ed infrastrutture dedicate al turismo che, a partire dalla seconda metà dell’ Ottocento, fino ai primi del Novecento, hanno caratterizzato le città balneari europee.
Pesaro
ROCCA COSTANZA
Apertura riservata agli iscritti FAI
Tuttora in fase di recupero, con alcune parti recentemente restaurate e visitabili per la prima volta agli iscritti FAI, la Rocca Costanza, costruita fra il 1474 e il 1483, è la più importante opera di fortificazione della città. Commissionata e pensata da Costanzo Sforza per perfezionare il sistema difensivo iniziato dal padre Alessandro nei primi anni della signoria sforzesca, fin dal 1476 l’edificio mantiene la sua struttura originaria: un quadrilatero con le cortine che si uniscono alle torri cilindriche ai quattro angoli e le scale a chiocciola per l’accesso ai torrioni. Quando nell’ottobre del 1500 Cesare Borgia occupa la città, destituendo Giovanni, figlio naturale di Costanzo, nel fossato della rocca viene fatta confluire l’acqua dell’Adriatico. Ristabilito il dominio sforzesco, nel 1503 Giovanni completa l’opera del fossato; a lui si deve anche la sistemazione delle residenze e il restauro complessivo. Trasformata in carcere nel 1864, la rocca perde questa funzione nel 1989 e oggi, durante l’estate, è luogo vivissimo di cultura che ospita eventi dal vivo come festival, concerti e spettacoli di danza e teatro.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 17.
Urbino (PU)
CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA
La Chiesa di San Francesco di Paola fu fatta edificare perché fosse esaudito il voto cittadino inteso a propiziare la nascita di un figlio maschio al duca Francesco Maria II della Rovere. I lavori di costruzione iniziarono nel 1612 sotto la direzione dell’architetto urbinate Muzio Oddi, la decorazione plastica venne affidata allo stuccatore Marcello Sparzi e le decorazioni pittoriche dell’interno ad Antonio Viviani. Nel 1708, la chiesa divenne la sede della Confraternita del Corpus Domini che completò la facciata e aggiunse all’edificio alcuni elementi stilistici – lesene, cornici, e festoni decorativi – che la caratterizzano tuttora. L’interno si presenta abbastanza sfarzoso ad aula unica terminante con una nicchia che ospita l’altare maggiore. L’altare è di marmi policromi ed è sovrastato da una pala raffigurante San Francesco di Paola, opera di Michelangelo Dolci. Il soffitto è ricco di immagini allegoriche di stile classico e di dipinti con storie della vita del santo. Da alcuni anni la Confraternita ha avviato i restauri per recuperare l’aspetto originario della chiesa, soprattutto delle belle statue in stucco; anche la cantoria è stata oggetto di intervento recuperando la brillantezza originaria con dorature e delicate marmorizzazioni al posto del grigio opaco con cui era stata ridipinta nel secolo scorso. Durante le Giornate FAI di Primavera sarà possibile ammirare in anteprima il restauro dell’altare maggiore e dell’arco trionfale attualmente in corso.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 15 alle 17.30.
Ascoli Piceno
PALAZZI VESCOVILI
Il Palazzo Vescovile o Episcopio comprende la parte più rilevante del complesso episcopale della diocesi di Ascoli
Piceno. Di forma rettangolare e situato su un lato di Piazza Arringo, la piazza monumentale più antica della città, è circondato da altri importanti palazzi tra cui: il Palazzo dell’Arengo o palatium Aringhi, del XIII secolo e principale edificio pubblico dell’epoca; chiude la cornice il Duomo di Sant’Emidio e il Battistero di San Giovanni. Il sito su cui sorge ospitava l’antico episcopio medievale. L’edificio, costituito da un complesso di tre edifici distinti per epoca e per stile, ospita gli uffici della Curia, dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi e il Museo Diocesano (al primo piano) oggi chiuso per restauro a seguito del terremoto del 2016 e visitabile in maniera esclusiva per le Giornate FAI. Vi si trovano sculture lignee e in pietra, arredi, tessuti altomedievali e dipinti di Carlo Crivelli, Pietro Alemanno, Cola dell’Amatrice. Di Pietro Vannini è la statua di Sant’Emidio in lamina d’argento, datata 1482. La sala principale conserva un grandioso ciclo di affreschi realizzato nel 1547 dal pittore veneto Marcello Fogolino, con episodi della Vita di Mosè.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.
PALAZZO BAZZANI
Il progetto della nuova sede della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno fu affidato a Cesare Bazzani, uno dei maggiori e più prolifici artefici dell’architettura pubblica italiana del primo Novecento. I lavori iniziarono nell’estate del 1912 e terminarono nel 1915. L’intera composizione appare quale splendida rivisitazione del palazzo quattrocentesco, proposto secondo il lessico dell’eclettismo. Una grande cura si rileva nell’articolazione e nell’arredamento degli ambienti interni, che sorprendono per l’eleganza e la preziosità delle decorazioni. Tra le sale di maggior rilievo il grande Salone delle Assemblee caratterizzato da un magnifico soffitto a cassettoni di Moise d’Anversa (1567). Il manufatto copre un’area di 61 mq ed è uno tra i maggiori esempi di ebanisteria cinquecentesca in Italia. Nel 2017 la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno ha cambiato sede e ha dato in comodato alcuni locali di rappresentanza siti al piano nobile di Palazzo Bazzani, quale Sede Regionale FAI Marche. In occasione delle Giornate di Primavera sarà possibile ammirarli e conoscere la qualità dello spazio architettonico e il valore storico dell’edificio. Su gentile concessione della Fondazione CARISAP e dell’archivio storico Matricardi, saranno inoltre esposti per la prima volta disegni autografi di Cesare Bazzani attinenti la costruzione del Palazzo e dei suoi arredi.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.
CAVA GIULIANI
Ascoli Piceno è situata in un’area pianeggiante alla confluenza del fiume Tronto e del Castellano suo affluente, in una conca con peculiari caratteristiche climatiche. La storia e l’evoluzione del Tronto hanno influito notevolmente sulla genesi della pietra calcarea autoctona “lapis tiburtinus” del comprensorio ascolano e acquasantano. La Cava Giuliani è ubicata in corrispondenza di depositi di travertino siti in prossimità della parte occidentale dell’area travertinifera di Colle San Marco, località Piaggia San Marco – Pineta. Il deposito ha un andamento a cuneo con un fronte che si estende per più di 1 chilometro e nel suo punto massimo raggiunge l’altezza di circa 100 metri, di cui ameno 60 in parete verticale. La cava è stata coltivata fino agli anni Settanta e attualmente sono visibili i fronti di scavo, testimoni delle attività estrattive passate. Lo scultore Giuliano Giuliani, nato ad Ascoli Piceno nel 1954, ha presto compreso che il travertino era la materia con la quale avrebbe potuto esprimere la sua arte. Per questo ha trasformato la cava paterna sul Colle San Marco nel suo luogo privilegiato e laboratorio di ricerca. In occasione delle Giornate di Primavera il FAI propone un incontro con l’artista, col suo lavoro e con il suo mondo, fatto di natura, paesaggi, silenzi e fatica.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.
EREMO DI SAN MARCO
L’Eremo di San Marco, solitamente chiuso al pubblico, si staglia sulla parete dell’omonimo Colle ed è visibile dalla città nel pregevole contesto naturalistico che lo ospita. L’antro naturale utilizzato come spazio di meditazione e preghiera probabilmente sin dal VII-VIII secolo, con il passaggio di proprietà agli Sgariglia fu trasformato nel 1387 in chiesa e con l’edificazione della torre campanaria assunse il profilo riconoscibile di un edificio religioso. Tipico esempio di architettura medievale in stile romanico, la facciata in conci di travertino è appoggiata sulla sporgenza della parete rocciosa e affacciata su un burrone. Si accede attraverso un’ardita scalinata-ponte costruita su una forra, su progetto dell’ingegnere Enrico Cesari e committenza del Comune di Ascoli Piceno, erede del cospicuo patrimonio degli Sgariglia. L’interno presenta due locali sovrapposti collegati da una scala ricavata direttamente dalla roccia: quello inferiore con volta a botte conserva qualche traccia dei primitivi affreschi, mentre al piano superiore si trovano un altare, un’edicola ad arco modanata e due tombe del XV secolo appartenenti alla famiglia dei Tibaldeschi. Visitando l’Eremo si entra nello spirito dei primi asceti e si può ammirare un panorama che lascia senza fiato.
Come arrivare: da Ascoli Piceno dirigersi verso Colle San Marco, raggiungere la frazione Piagge, quindi il piccolo cimitero per poi iniziare il percorso a piedi nel bosco: dopo 5 minuti di camminata di medio-bassa difficoltà nel castagneto si arriva alla meta. Consigliamo l’utilizzo di scarpe da trekking o da tennis con suola non troppo consumata.
Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.
Borgo di Offida (AP)
Tra i borghi più belli d’Italia, Offida, posto su uno sperone roccioso tra le valli del Tesino e del Tronto, cinto da mura erette nel XV secolo, è noto per l’antica tradizione della preziosa arte del merletto al tombolo. Tra i luoghi aperti alle visite campeggia la Chiesa di Santa Maria della Rocca, uno dei maggiori esempi di architettura romanica nelle Marche, aperta straordinariamente in occasione delle Giornate FAI di Primavera. Sarà inoltre possibile visitare le chiese della Collegiata e quella di San Michele e il Palazzo Comunale-Teatro del Serpente Aureo. Riservate agli iscritti FAI saranno le visite al Museo Sergiacomi e al Palazzo Mercolini Tirelli. Situata su un dirupo roccioso ad Ovest di Offida, la Chiesa di Santa Maria della Rocca è un tempio romanico-gotico in laterizio, decorato con lesene lungo i fianchi esterni e le absidi, movimentato da monofore e, alla sommità, da archetti trilobati. Anche la facciata è scandita in tre parti da lesene e sopra il semplice portale si apre un grande rosone in legno di quercia. L’interno è a croce latina con transetto appena pronunciato e una sola navata, con tetto a capriate lignee. Sulle pareti, che in origine dovevano essere interamente affrescate, si vedono dei dipinti murali attribuiti al cosiddetto Maestro di Offida, che prende questo nome convenzionale proprio dall’attività qui svolta, e al Maestro Ugolino di Vanne da Milano e Fra’ Marino Angeli da Santa Vittoria, mentre la Madonna col Bambino e Santo dipinta sul lato destro del transetto è attribuita a Vincenzo Pagani, pittore del XVI secolo. Dedicato alla figura di Aldo Sergiacomi (1912-1994), scultore offidano, il museo è il laboratorio dell’artista dove, oltre a conservare molte delle sue opere, ne custodisce la piccola biblioteca e l’intero archivio. La visita al Museo Sergiacomi è riservata agli iscritti FAI come quella al Palazzo Mercolini Tinelli situato nella centrale Piazza del Popolo e tra i palazzi più importanti del borgo.
Visite: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.
L’apertura rientra nel progetto di collaborazione con la Commissione europea.
Fermo
TORRE MATTEUCCI
Unica torre gentilizia rimasta a Fermo, fino al secolo scorso era adibita ad abitazione. Fu eretta nel XIII secolo a scopo difensivo e ha visibili le feritoie dalle quali partivano contro il nemico le armi da lancio prima, quelle da fuoco poi. È in laterizio su base quadrangolare con due piccole porte romaniche e un robusto architrave. La torre era parte del Palazzo Matteucci, ora sede centrale della Cassa di Risparmio di Fermo, e diventò di proprietà della famiglia nel Cinquecento. La sua storia è legata alla figura di Saporoso Matteucci, nato Vincenzo ma così ribattezzato per il suo carattere amabile e socievole. Iniziato ben presto alla carriera militare, fu combattente nell’esercito del Re di Francia Francesco I. Abile mercenario, Saporoso aveva combattuto in quasi tutti i campi di battaglia d’Europa e durante una delle sue campagne al largo di Corfù, nel 1542, con un’abile mossa strategica mise al tappeto l’esercito di Solimano il Magnifico e ne rapì la bellissima figlia Mihrimah, che portò con sé a Fermo. La leggenda dice che a certe ore si affacciasse dalla Torre lasciando senza fiato la gente che s’ammassava sotto per vederla. L’importante padre offrì favolosi tesori per riaverla con sé; Saporoso sacrificò il suo sentimento e accettò, ma solo dietro restituzione dei prigionieri marchigiani detenuti dall’esercito turco. In occasione delle Giornate FAI, grazie alla gentile concessione della Cassa di Risparmio di Fermo, il pubblico potrà entrare nell’edificio e tornare indietro nei secoli alla leggenda di Mihrimah e alla vita cittadina nel Medioevo.
Apertura: sabato 15 maggio e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.
CINEMA SALA DEGLI ARTISTI
Attualmente sala cinematografica indipendente, la Sala degli Artisti si trova nel centro di Fermo. L’ambiente che ospita la sala di proiezione è splendidamente decorato da affreschi che ricoprono l’intera volta, mentre le stanze adiacenti e in particolare l’atrio rivelano la sua antica natura di chiesa: sono infatti ancora presenti e ben visibili le nicchie, gli altari e gli stucchi che un tempo decoravano la navata in stile barocco. Deve il suo nome al fatto che originariamente era una Cappella dedicata agli Artigiani o “artisti”, parte sub absidale della Chiesa di San Martino o del Gesù (l’odierno Auditorium San Martino), fatta edificare nel 1649 dai Padri Gesuiti. Tutta la chiesa era scenograficamente adorna di marmi policromi pregiati ed era annessa a Palazzo Euffreducci, che fu acquistato dai Gesuiti per istituirvi il convento e il loro collegio, dove ora si trova la sede del Liceo Classico “Annibal Caro”. Ad esso si può accedere segretamente da una piccola porta posta sotto lo schermo cinematografico. Le Giornate FAI offriranno l’opportunità unica di entrare a luci accese e visitare ogni angolo di un luogo unico nel suo genere e per l’occasione saranno proiettati documentari, video e trailer inediti. Lo staff della cooperativa che ha in gestione il locale esporrà inoltre una collezione di rare locandine cinematografiche, custodite nei magazzini del cinema e quindi normalmente non visibili dal pubblico.
Apertura: sabato 15 maggio e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 15.
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