Sabato 25 e domenica 26 marzo si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese.
Anche in questa 31ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).
Queste alcune tra le aperture delle Giornate FAI di Primavera 2023 nelle Marche. Sarà visitabile anche il Bene FAI dell’Orto sul Colle dell’Infinito a Recanati (MC), dove Giacomo Leopardi ambientò la celebre poesia L’Infinito.
ANCONA
Complesso di San Francesco ad Alto, sede del Comando Militare Esercito Marche
Durante le Giornate di Primavera 2023 si potranno eccezionalmente visitare alcuni spazi del Complesso di San Francesco ad Alto, di solito chiuso perché sede del Distretto Militare e del Centro documentale di Ancona Carlo Falcinelli. Il convento, e la chiesa annessa, sorgono sul colle Astagno, presso l’attuale via Torrioni, una delle arterie stradali greco-romane che permetteva l’accesso alla città di Ancona; il colle domina il porto e la denominazione ad alto deriva, secondo la leggenda, dalle parole di San Francesco di Assisi che le pronunciò indicando il colle come luogo in cui erigere il primo convento francescano di Ancona. Il complesso fu fondato nel 1219 e ampliato tra il 1422 e il 1425 per opera del beato Gabriele Ferretti; a fine del XVI secolo fu ristrutturato e arricchito di preziose opere d’arte grazie alle famiglie gentilizie anconetane e ai lasciti testamentari dei fedeli. Nel 1861 il complesso monastico fu soppresso, trasformato in ospedale militare e le opere d’arte trasferite presso la Pinacoteca e in altre strutture religiose. Il percorso si snoderà a partire dal cortile del convento, che si conserva quasi integro e che mostra un loggiato sorretto da colonne corinzie con una vera di pozzo al centro, fino alla chiesa, dove saranno descritti i preziosi capolavori rinascimentali un tempo situati sugli altari, quali la Madonna col Bambino e il Beato Gabriele Ferretti in estasi di Carlo Crivelli e l’Apparizione della Vergine (Pala Gozzi) di Tiziano, oggi custoditi nella Pinacoteca.
STAFFOLO (AN)
Borgo
Staffolo, su cui sventola la Bandiera Arancione come simbolo dell’eccellenza del borgo dal punto di vista turistico e ambientale, sorge sul dorso di una formazione collinare a 442 metri di altitudine, in ottima posizione sulla bellissima e fertile Valle dell’Esino, con un ampio panorama che va dal Monte San Vicino al mare. La posizione e il terreno, caratterizzati da spettacolari calanchi, permettono una produzione di eccellenza: il vino ottenuto dal vitigno autoctono del Verdicchio, conosciuto in tutto il mondo. Per questo Staffolo è detto Colle del Verdicchio. Il sito, nato su un precedente pagus romano, in epoca longobarda prese il nome di Staffil (dal germanico stab, bastone, forse palo di confine oppure avamposto militare) a rimarcare la linea della frontiera fra i territori del nord, occupati dagli Umbri, e del sud, posseduti dai Piceni. Il nucleo più antico dell’abitato, di cui la prima testimonianza risale all’anno 1078, ha un impianto medioevale con forma quasi circolare e cinto da mura, in parte originali, aperte in due punti contrapposti che sono l’accesso e l’uscita dal centro storico. Sulle mura si erge, ancora intatto, il torrione dell’Albornoz, del XIV secolo. Il percorso si snoderà tra il Museo dell’Arte del Vino, la Chiesa della Castellaretta, aperta straordinariamente, la Chiesa di Sant’Egidio, con il polittico del Maestro di Staffolo, e la Chiesa di San Francesco, con uno strumento del grande organaro del Settecento Gaetano Callido.
TOLENTINO (MC)
Basilica, chiostro e fontane. Storie di acqua e pietre
Durante le Giornate di Primavera 2023 si è scelto di aprire la Basilica di San Nicola da Tolentino (1245-1305), tra i santuari più importanti dell’Italia centrale, in segno di vicinanza alla comunità colpita dal sisma del 2016 e per rappresentare un segnale di ripresa economica e sociale. Il percorso inizierà con il Chiostro trecentesco affrescato, dove si potrà ammirare, sulla parete nord, la Madonna col Bambino ascrivibile alla Scuola giottesca attiva nel Cappellone. Si accederà poi nella splendida Basilica, la grande chiesa edificata in seguito alla morte di San Nicola, con le sue otto cappelle dove si potrà, tra gli altri, apprezzare l’opera del Guercino. Si proseguirà, attraverso un portale seicentesco in pietra, verso la Cappella delle Sante Braccia dove sarà visibile la volta barocca, un paradiso di stucco policromo e putti su fondo azzurro. A seguire, si accederà nel Cappellone, sala rinomata per la sua decorazione pittorica, una delle più vaste e meglio conservate tra quelle pervenuteci dei primi anni del Trecento, opera, secondo le proposte critiche più recenti, di maestranze riminesi capeggiate dal pittore Pietro da Rimini, tra i più raffinati seguaci di Giotto: in parziale restauro, sarà visibile nella sua parte inferiore. L’itinerario si chiuderà nel piccolo ambiente che dal Cappellone conduce alla navata della chiesa, luogo dove è conservato il cuore del capitano di ventura, Niccolò Maurizi detto il Tolentino. A completare la visita, in piazza Silvery si potrà ammirare la Fontana delle Conchiglie, con le nuove conchiglie, donate da uno scalpellino di Matera. Infine, si toccheranno la Fontana dell’Esposizione Universale di Parigi (1889) e la Fontana degli Animali, opera di Nino Patrizi.
CASTELRAIMONDO (MC)
Crispiero e Castel Santa Maria. Natura e Paesaggio
Come per Tolentino, le visite per le Giornate di Primavera 2023 a Crispiero e Castel Santa Maria, borghi di origine duecentesca che fanno parte del territorio di Castelrimondo, colpito dal sisma del 2016, vogliono contribuire al rilancio sociale, morale ed economico della zona. A Crispiero, frazione che conta circa 186 abitanti, alle pendici del Monte d’Aria con una splendida vista dagli Appennini al mare, si visiterà la casa di Nazareno Strampelli (1866-1942), tra i più importanti genetisti del suo tempo, pioniere della “rivoluzione verde” e del miglioramento genetico delle piante agricole, grazie al quale in Italia raddoppiò la produzione di grano. Alle ricerche contribuì anche la moglie, Carlotta Parisani Strampelli, alla quale è dedicato il giardino botanico dell’Istituto agrario di Macerata, aperto nelle stesse Giornate di Primavera. A Castel Santa Maria, borgo abitato da circa 80 persone, ai piedi del Monte Gemmo, oltre alla visita in paese è previsto, negli spazi comunali, un incontro con le realtà aziendali enogastronomiche del territorio che producono in modo biologico e in armonia con la natura.
MACERATA
Istituto agrario Giuseppe Garibaldi
L’Istituto Agrario Garibaldi, tra le scuole agrarie più antiche del Paese, trae origine da una colonia agricola istituita nel 1869. La storia dell’istituto si intreccia con quella del Regno d’Italia, delle due Guerre Mondiali e del successivo sviluppo economico degli anni Sessanta. Nel 1877 venne completata l’attuale sede, un fabbricato posto nel centro dei più grandi dei poderi. L’istituto, che si trova in una zona di campagna intatta, è intitolato a Giuseppe Garibaldi dal 1907: infatti, nel Convitto si può ammirare un importante busto di Garibaldi realizzato nel 1917 da Giuseppe De Angelis. I visitatori scopriranno il giardino didattico-sperimentale “Carlotta Parisani-Strampelli”, delimitato da siepi e piante rampicanti. Si potranno ammirare diverse piante botaniche. Si accederà attraverso un viale impreziosito da molteplici varietà di glicini e rose rampicanti. A seguire la cantina, una antica struttura a volta; di particolare interesse il laboratorio enologico dell’istituto.
BARBARA (AN)
Un castello a misura d’uomo tra Medioevo ed età moderna
Il primitivo villaggio fortificato di Barbara era un avamposto dei Longobardi, popolazione barbarica – da cui il nome – presente sul finire del VI secolo al confine con il territorio bizantino di Senigallia e le cittadine romane di Suasa e Ostra. Nel XII secolo vi si insediò un monastero benedettino. Il castello, eretto nel 1257, era munito di ponte levatoio e difeso da due alte torri, trasformate poi nei campanili; alla fine del Quattrocento fu ampliato e rafforzato con torrioni “di transizione”, resistenti ai colpi delle nuove artiglierie. La pianta, dalla forma a mandorla, fu trasformata in una struttura antropomorfica, con la testa rappresentata dal mastio nella parte più alta e gli arti costituiti dalle quattro torri, di cui si conservano quelle di Nord Ovest e di Nord Est. Nel Rinascimento le sue mura esterne proteggevano anche il chiostro monastico e il borgo; agli inizi del ‘700 vi si trasferì il Cardinale Annibale Albani, nipote di papa Clemente XI. Il cardinale fece aprire la porta ‘Roma’ per avere un ingresso privato, trasformando il ‘cassero’ quattrocentesco in una residenza signorile autosufficiente, dotata, nel pianterreno, di cucine, pozzo, neviera, stalle, con annesso campetto coperto di “gioco liscio”, cioè con grosse bocce lignee, nonché anticamere, sala delle udienze e cappella privata al primo piano nobile, attuale sede municipale. Durante la visita a Barbara, che sorge nel territorio colpito dall’alluvione del fiume Misa a settembre 2022, si potrà ammirare da una posizione privilegiata l’incantevole paesaggio collinare marchigiano. Seguirà una degustazione di prodotti tipici locali.
PESARO (PU)
Cantiere Rossini
Il Cantiere Rossini, che sorge sul sito del vecchio Cantiere Navale di Pesaro, è uno dei simboli della cantieristica locale che produceva navi gasiere e mercantili, ma che dalla dismissione della sua attività nel 2008 giaceva in totale abbandono. Nel 2015 un gruppo privato ha acquistato l’area, iniziando i lavori nel 2017 per trasformare il sito in un cantiere per la manutenzione e il refitting di grandi imbarcazioni e yacht. L’intervento, costato circa 25 milioni di euro, è stato gestito con una particolare attenzione alla sostenibilità: tutto il materiale inerte proveniente dalle demolizioni è stato riciclato grazie a una campagna di frantumazione e riutilizzato per il sottofondo delle pavimentazioni, mentre l’impianto di riscaldamento è la prima applicazione in Italia di una pompa di calore che utilizza l’acqua di mare come risorsa geotermica. L’intervento si è concluso a settembre del 2021 con l’inaugurazione dei nuovi capannoni gemelli per la verniciatura degli yacht realizzati in legno lamellare e rivestiti in alluminio, che richiamano scenograficamente due grandi scafi rovesciati. In occasione delle Giornate FAI di Primavera si potrà visitare il cantiere soffermandosi nei suoi punti nevralgici e scoprire come un progetto industriale abbia portato alla riqualificazione dell’intera area portuale di Pesaro, offrendo un ambiente di lavoro efficiente, completamente innovativo ed ecologicamente all’avanguardia.
Palazzo Ciacchi
Situato nel centro storico di Pesaro, dal 1727 al 1948 il palazzo, edificato su antiche strutture preesistenti adibite a mulini, appartenne alla nobile famiglia pesarese Ciacchi. Esso costituisce un unicum per via delle costruzioni, un tempo annesse alla proprietà, che formano la piazzetta, meglio conosciuta come “Esedra Ciacchi”. Il palazzo, a tre piani con mezzanino sottotetto, mostra chiaramente le caratteristiche di una signorile dimora sei-settecentesca, negli interni e nell’ampio cortile. Sulla facciata a intonaco si notano le eleganti cornici giallo-sabbia delle finestre architravate, mentre l’ingresso è formato da un sobrio portale ad arco. Interamente ristrutturato negli anni Ottanta del Novecento, Palazzo Ciacchi è sede di Confindustria Pesaro Urbino e, grazie a una convenzione sottoscritta nel 2006 tra il Comune di Pesaro e Confindustria Pesaro Urbino, ospita dipinti e ceramiche provenienti dai Musei Civici. In occasione delle Giornate di Primavera 2023 si potranno visitare il palazzo e la piazzetta antistante, scoprirne la storia, ammirare l’intervento di ristrutturazione e l’arredo caratterizzato da interessanti pezzi di design. Si potranno conoscere, inoltre, le attività di Confindustria e scoprire il nuovo percorso espositivo con le collezioni provenienti dai Musei Civici.
ASCOLI PICENO
Museo diocesano
Il Museo diocesano di Ascoli Piceno si trova al primo piano del Palazzo Vescovile, antico complesso architettonico, costruito per volere del vescovo Caffarelli, composto da tre edifici che si affacciano su piazza Arringo. Il museo raccoglie un patrimonio di arte e fede distribuito in preziose sale, tra cui la Sala del Crivelli con opere di Carlo Crivelli, Pietro Alemanno e Pietro Vannini; la Sala Emidiana con il corpus dei tessili legati alla sepoltura e traslazione delle reliquie di Emidio; la Sala del Fogolino, affrescata con scene della vita di Mosè; la Sala dell’Eden con soffitto ligneo del 1474. Al secondo piano si collocano gli ambienti di rappresentanza e la Cappella Vescovile con decorazioni in monocromo del XIX secolo. Le rinnovate sale di esposizione permetteranno di scoprire, attraverso un percorso cronologico e devozionale, una storia antica ed eccezionale, vissuta in territori ricchi di fede e di creatività; un patrimonio prezioso che penetrerà nello sguardo e nel cuore dei visitatori.
MONTEPRANDONE (AP)
Villa Nicolai
Monteprandone sorge su un colle a circa 280 metri sul livello del mare. Il paese, poco distante da San Benedetto del Tronto, gode di un incantevole panorama che abbraccia il mare Adriatico, i monti Sibillini e il Gran Sasso. L’unica frazione del comune, Centobuchi, si trova sulla via Salaria: qui si trova la settecentesca Villa Nicolai. Durante le Giornate di Primavera 2023 la visita si focalizzerà sugli esterni, caratterizzati dal bellissimo giardino all’italiana molto ben curato. Altrettanto interessante è il bosco a nord, in origine ingresso principale. Un vialone alberato, ancora oggi visibile, portava dall’antica Salaria alla villa. All’interno del bosco è possibile vedere un laghetto prosciugato utilizzato all’epoca per ristorarsi nelle giornate estive. Sulla sinistra è possibile notare un isolotto collegato a terraferma tramite un ponticello in muratura.
FERMO
Palazzo Caffarini Sassatelli (Prefettura)
La sede della Prefettura di Fermo, nel centrale corso Cavour, si trova nel settecentesco Palazzo Caffarini-Sassatelli e conta una intricatissima storia di possessi e residenze. Appartenente a una importante famiglia insignita del marchesato dal Papa Pio VI, ospitò temporaneamente Girolamo Bonaparte, re di Westfalia, che, a seguito della caduta del fratello Napoleone, dopo aver soggiornato a Trieste e a Roma, trovò pace e rifugio nelle Marche e qui poi decise di traferirsi. Nel 1811 il palazzo accolse anche Eugenio, figlio della prima moglie di Napoleone, vicerè d’Italia e arcicancelliere dell’Impero francese; a questo periodo risalgono i decori di gusto “neopompeiano” degli ambienti di rappresentanza più belli ed eccezionalmente visitabili grazie alla disponibilità del Prefetto di Fermo S.E. Michele Rocchegiani (atrio, scalone, sale di rappresentanza, salone dei Sindaci, sala da pranzo, salotto, sala riunioni).
URBINO (PU)
Giancarlo De Carlo a Urbino
La città nuova e la Scuola del Libro
La città di Urbino, adagiata tra la valle del Metauro e la valle del Foglia, sulle colline marchigiane che si affacciano verso il Mar Adriatico, rappresenta uno dei centri più importanti del Rinascimento. Il suo centro storico è patrimonio dell’Unesco dal 1998. Antica sede universitaria, deve a Carlo Bo, rettore dal 1947, il programma di modernizzazione che prende avvio con la ristrutturazione di Palazzo Bonaventura, occasione in cui Bo invita a Urbino l’architetto Giancarlo De Carlo. Con il piano regolatore approvato dall’amministrazione comunale nel 1964, oltre al progetto di recupero della città storica, De Carlo ha previsto e regolamentato la nuova area di espansione della città. L’idea di concentrare lo sviluppo in un’area pianeggiante a nord del centro ha avuto lo scopo di salvaguardare il rapporto tra città storica e territorio circostante, nonché di arginare il disordinato sviluppo edilizio che aveva preso avvio nel Dopoguerra. Il nuovo nucleo doveva accogliere residenze e servizi, ma continuare ad avere come riferimento il centro storico. Durante le Giornate di Primavera 2023 sarà proposto un percorso di conoscenza dell’attività e dell’opera di Giancarlo De Carlo ad Urbino. Con specifico riferimento alla città nuova, la visita avrà inizio presso la sede della Scuola del Libro, che sarà raccontata dai suoi stessi studenti Apprendisti Ciceroni. Dall’istituto avrà inizio il percorso organizzato dalla Fondazione Ca’ Romanino alla scoperta degli interventi residenziali realizzati da De Carlo. Si percorreranno gli ampi spazi comuni del quartiere “Pineta”, fino all’estremità di una delle tre lame, e il quartiere di “Piansevero” fino ad arrivare alle case realizzate da De Carlo nell’ampio complesso dell’omonimo piano particolareggiato. La visita proseguirà poi ai “quattro samurai” addentrandosi nel piccolo ma prezioso spazio pubblico che racchiudono, per concludersi alle case dei dipendenti dell’Università.
Operazione Mercatale
Si potranno visitare, inoltre, i luoghi storici coinvolti nell’Operazione Mercatale, recuperati e valorizzati grazie al significativo intervento dell’architetto De Carlo. La zona del Mercatale è situata alle propaggini del centro storico, subito al di fuori della porta di Valbona. Le mura da un lato salgono fino alla fortezza Albornoz, attraversando le vigne e l’orto dei Carmelitani Scalzi, dall’altro si amalgamano al torrione della rampa elicoidale su cui appoggia il teatro Sanzio e proseguono nel lungo volume dell’Orto dell’Abbondanza. Quest’area fu realizzata da Francesco di Giorgio Martini (XV secolo). Il Mercatale, come testimonia il toponimo, accoglieva il mercato del bestiame e si trova al termine della strada che viene da Roma. Il progetto di De Carlo, commissionato dall’amministrazione comunale, si è proposto come recupero di tutto lo spazio urbanistico restituendogli la sua funzione originaria di accesso alla città. L’intera operazione, tuttora in corso di realizzazione, comprende numerosi interventi, come il ripristino dei camminamenti sulle mura, che un tempo collegavano il piazzale con l’area della fortezza Albornoz; il parcheggio sotterraneo per le autovetture, realizzato sotto il piano della piazza; la riapertura della rampa elicoidale di Francesco di Giorgio Martini, oggi di pubblica fruizione; il restauro del teatro ottocentesco; il recupero delle vecchie stalle ducali, ancora in corso.
Per tutti i luoghi da visitare nelle Marche https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=MARCHE.
Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale.
Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti.
Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere.
Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.
Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi.
«In questi 31 anni di esistenza – ha affermato il Presidente del FAI, Marco Magnifico – le Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano».
Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la riduzione di 10 euro su tutte le quote; ad esempio, l’iscrizione individuale sarà a 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Inoltre, fino al 2 aprile 2023 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.
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