A Corridonia la Squadra Mobile ha arrestato un imprenditore e denunciato in stato di libertà un suo socio per il reato di estorsione continuata in concorso.
I due, proprietari al cinquanta per cento di una società edile, sono responsabili di aver estorto a un loro dipendente senegalese 500 euro dalla sua retribuzione mensile di circa 1400 euro netti a partire dal dicembre 2015, data della sua assunzione. Inoltre, avrebbero minacciato l’uomo, se non avesse ottemperato, di perdere il lavoro e quindi il permesso di soggiorno.
La persona offesa ha sopportato questa situazione per circa tre anni affrontando grandi difficoltà per sopravvivere e sostenere la sua famiglia Rivoltosi alla CGIL, consigliato e accompagnato alla questura di Macerata, ha sporto la relativa querela.
La Polizia di Stato, previa intesa con il procuratore capo Giovanni Giorgio e il sostituto procuratore Enrico Riccioni, ha raccolto tutti gli elementi necessari e predisposto un servizio specifico diretto ad accertare i fatti. Personale in borghese ha seguito il datore di lavoro che con il suo socio in affari andava a prelevare il lavoratore per recarsi insieme in banca. Nel frattempo, erano ad attenderli nell’istituto bancario uomini in borghese che assistevano alla consegna del denaro a opera dei cassieri, con banconote la cui matricola era stata registrata.
All’uscita l’imprenditore è stato bloccato e perquisito, ritrovandogli addosso 500 euro. Le banconote corrispondevano a quelle annotate. Quindi, gli elementi raccolti consentivano di arrestare in flagranza l’imprenditore e denunciare il socio che lo aveva accompagnato.
L’attività di polizia giudiziaria ha consentito pertanto di acclarare una situazione sommersa. Fondamentale è stato il coraggio dimostrato dal giovane senegalese che ha deciso di ribellarsi a questa situazione, probabilmente comune a molte altre persone.
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