Il Gores ha trasmesso l’aggiornamento della situazione Coronavirus nella Regione Marche alle ore 12,30 di oggi. La situazione registra purtroppo il settimo decesso, avvenuto nell’Ospedale Regionale di Torrette. Si tratta di un uomo di 83 anni con gravi patologie pregresse.
I tamponi positivi rilevati dalla Sod Virologia dell’Ospedale di Torrette, nell’ultimo comunicato di questa mattina, sono 272 su un totale di 1025 testati.
I dati del Gores (Gruppo Operativo Regionale Emergenza Sanitaria) segnalano nelle Marche 41 pazienti in terapia intensiva, 110 in terapia non intensiva e 114 in isolamento domiciliare, cui vanno aggiunti i 7 decessi.
La Provincia di Pesaro Urbino, da oggi sottoposta a restrizioni particolari con l’ultimo Dpcm, con 204 è quella che conta il maggiore numero di casi positivi, Ancona ne ha 54, Macerata 9 e Fermo 5. Indenne al momento l’Area vasta di Ascoli Piceno.
I casi in isolamento domiciliare risultano ancora in crescita. Le persone interessate sono 1553 (131 sintomatici), di cui 246 operatori sanitari, così divisi per provincia: 905 a Pesaro, 413 ad Ancona, 130 a Macerata, 90 a Fermo e 15 ad Ascoli Piceno.
Firmato oggi 8 marzo il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, che contiene misure urgenti di contenimento del contagio nella Regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, e misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale.
La bozza del decreto diffusa avventatamente ieri sera ha creato un po’ di confusione. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha chiarito che “non siamo in fascia rossa, come ieri sera inizialmente si credeva. Con il prefetto l’abbiamo definita zona arancione“.
Il sindaco ha spiegato le condizioni a cui è sottoposta la provincia di Pesaro Urbino, in quanto zona arancione, per contenere il contagio da coronavirus: “Le aziende sono aperte, si potrà andare a lavorare. Ci si potrà muovere per motivi di lavoro e di salute. Questo vale sia all’interno della provincia che fuori. Potranno arrivare e partire le merci. Il decreto salvaguarda il lavoro. Tutte le attività lavorative, ovviamente, devono rispettare le note indicazioni, come mantenere un metro di distanza e lavarsi le mani di frequente. Inoltre restano aperti anche i servizi pubblici (comune, poste, banche, ecc…) evitando situazioni di sovraffollamento”.
Nel pomeriggio il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Le zone rosse in Lombardia e Veneto sono state uniformate alla zona arancione, suscitando perplessità che forse faranno slittare l’apertura delle zone fino ad oggi rosse.
Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha raccontato i momenti nella notte che hanno preceduto la firma del decreto. “Quando è uscita la tabella che confrontava il numero dei casi positivi di coronavirus in tutte le province italiane era chiaro che stava per succedere qualcosa ha detto Ceriscioli –. Ci ha stupito un po’ la tempistica, così nella notte, con mezz’ora di preavviso per guardare il decreto…Forse una maggiore partecipazione delle Regioni avrebbe aiutato anche a rendere più chiaro lo strumento. Ma condivido il fatto che la crescita di quei numeri comportasse un restringimento delle misure”.
Alle 19.12 il presedente Ceriscioli ha preannunciato che è in arrivo un’ordinanza di Protezione civile nazionale. Si è svolta nel pomeriggio una riunione del Comitato operativo nazionale del Dipartimento di protezione civile, a cui hanno partecipato la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i ministri Boccia e Speranza, insieme con tutte le Regioni italiane, per un confronto e per chiarimenti riguardo ad alcuni punti del Dpcm 8 marzo 2020. “Nel corso della riunione – spiega Ceriscioli – è stata annunciata l’uscita imminente di una ordinanza a livello nazionale e di una serie di Faq, per giungere gradualmente a prescrizioni omogenee su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda lo spostamento dei lavoratori e delle merci, l’indirizzo espresso dal governo nel corso della riunione (l’art. 1 del Decreto non ferma merci e filiera produttiva del Paese di alcun tipo e consente in modo pieno lo svolgimento del lavoro ordinario) è coerente con le nostre indicazioni. Rimaniamo dunque in attesa dell’ordinanza di Protezione Civile nazionale.
Il testo del Dpcm: http://www.regione.marche.it/portals/0/Salute/CORONAVIRUS/DPCM_20200308.pdf
(509)