Sconfitta ancora più triste per la Maceratese, che si associa al dolore del responsabile del settore giovanile Alessandro Degli Esposti, cui è giunta nel pomeriggio la notizia della scomparsa del giovane papà. Tutto il mondo biancorosso è vicino al tecnico umbro della Rata.
Venendo al match, il trainer Federico Giunti guarda avanti.
“Facciamoci scivolare addosso la sconfitta con il Padova così come non ci montiamo la testa dopo le vittorie perché già mercoledì dobbiamo pensare al recupero con il Modena”.
L’allenatore della Maceratese non fa drammi per lo stop interno con il Padova, anche se “abbiamo chiuso il primo tempo senza subire reti nonostante il gran numero di calci d’angolo collezionati dai nostri avversari, situazioni queste che solitamente soffriamo. Peccato per l’episodio del rigore. L’unica cosa che non mi è piaciuta della squadra è stato l’approccio. Abbiamo concesso un paio di calci d’angolo gratuiti ed il Padova ha avuto meno difficoltà di quanto avessi preventivato nel prendere in mano il pallino del gioco”.
L’impiego di Colombi e Ventola a gara in corso?
“Colombi è stato il giocatore più impiegato nella prima parte del campionato. Ora, con la rosa più assortita, posso fare delle scelte. Ho schierato dall’inizio Marchetti invece di Ventola perché volevo più copertura su Favalli che spesso fa il quinto di centrocampo”.
Sul fronte opposto Oscar Brevi non è pienamente soddisfatto perché, “pur non avendo concesso molto, se non la punizione di Quadri su cui è intervenuto benissimo Bindi così come in occasione del colpo di testa di Franchini, potevamo sfruttare di più le occasioni create. In questo momento creiamo parecchio ma non raccogliamo molto. Ci sono, nel corso del torneo, dei periodi in cui crei ma non raccogli in proporzione. Ma se si approccia la gara come abbiamo fatto oggi ci sono più probabilità di vincere. Ed oggi lo abbiamo fatto a spese di una squadra dagli ottimi valori”.
Giacomo Bindi, estremo difensore del Padova che ha grandi meriti per la vittoria odierna. “Conoscevo Quadri, pertanto in occasione della sua punizione indirizzata nel sette, sono partito in anticipo. Altrimenti non ci sarei mai arrivato. Per due volte mi è capitato di essere intervistato dopo quattro gare senza prendere gol e alla partita successiva l’ho beccato. Se dovesse ricapitare domenica prossima, non risponderò a nessun’altra intervista…”.
Federico Franchini, maggiori i meriti di Bindi in occasione del tuo colpo di testa che sembrava dovesse terminare in rete, oppure demerito tuo?
“Un po’ l’uno e un po’ l’altro – afferma sorridendo –, però voglio ricordare che il dato maggiormente positivo di questa settimana è che dobbiamo giocare tre volte. Quindi ora la testa va tutta al Modena che è una nostra diretta avversaria nella zona bassa della classifica. Dobbiamo tentare di rifarci a spese degli emiliani anche per sfatare il tabu Helvia Recina…”.
L’episodio del rigore?
“Io ho avuto l’impressione che il braccio di Rocco (Sabato, ndr) fosse attaccato al corpo, ma l’arbitro è stato di diverso avviso e quindi ci è andata male”.
Sulle fasce, oggi, tu e Malaccari avete dovuto spingere parecchio.
“Sì, ma non è un problema. Correre è il nostro mestiere. Lo faccio sempre volentieri. Purtroppo il Padova è una squadra forte, assemblata per vincere il campionato. Eppure nella ripresa abbiamo avuto l’opportunità per riacciuffare gli emiliani. È mancato un pizzico di fortuna che all’Helvia Recina spesso non abbiamo”.
Rocco Sabato, come è stato l’episodio del rigore?
“Il mio braccio era attaccato al corpo. Purtroppo l’impatto con il pallone ha causato un rumore che si è sentito e l’arbitro ha optato per il penalty. Che si sarebbe potuto non dare. Il pareggio sarebbe stato meritato e ci avrebbe consentito di muovere la classifica. Contro squadre del calibro del Padova è logico che si subisce un po’, ma non abbiamo sfigurato. Ho anche colpito un palo. Ho tentato di tenere la palla bassa ma non sono stato fortunato”.
Ora il Modena.
“Un match che arriva subito e per il quale siamo già carichi. Testa e gambe al confronto di mercoledì. Poi penseremo al Pordenone. Una gara alla volta”.
Per riprendere subito il cammino.
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