La comunità di Civitanova si è stretta intorno al suo patrono San Marone, martire del Piceno, che alla fine del I secolo predicò e fece conoscere il Vangelo nelle nostre terre. Il 16 agosto, giorno che dal 2008 è stato scelto per il ripristino della processione in mare dei motopescherecci, i fedeli si sono ritrovati numerosi nella chiesa di Cristo Re per venerare l’urna del Santo e assistere alla messa celebrata dal vescovo Monsignor Luigi Conti insieme a tutti i parroci della città, alla presenza delle massime autorità civili e militari e di molte associazioni.
Durante l’omelia il vescovo si è soffermato sulla fede, che spesso ci mette alla prova nei momenti più difficili, ma proprio come fece Abramo non deve farci vacillare. “Bisogna dar prova di pazienza e speranza anche durante le tribolazioni e le sofferenze – ha detto. La festa di San Marone ci stimola a comprendere che il desiderio di dialogare con il Signore rinnova e conserva in noi la fede dei Padri e la speranza. E la fede, attraverso la speranza, ci conduce alla carità. Questa comunità ha fatto tanti progressi sul fronte della carità e l’augurio è quello di non fermarsi e soccorrersi sempre a vicenda, farsi prossimo e assistere chi è accanto”.
Una metafora che è servita al vescovo proprio durante la celebrazione perché un’agente della Guardia costiera, colta da malore, è stata immediatamente soccorsa, in primis dal sindaco Tommaso Claudio Corvatta e dal vicesindaco che sono subito intervenuti insieme al personale del 118.
Per l’Amministrazione comunale erano presenti insieme al primo cittadino e al vicesindaco Giulio Silenzi, gli assessori Gustavo Postacchini e Cristiana Cecchetti, il presidente del Consiglio comunale Daniele Maria Angelini, il vice Claudio Morresi e il consigliere comunale Sergio Marzetti, il comandante della Polizia municipale Sirio Vignoni, e i vertici di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Ufficio circondariale Marittimo.
Dopo la processione per le vie del centro, accompagnata dalla banda della Città di Civitanova, le barche hanno lasciato il molo sud ed hanno preso il largo con l’urna a bordo del Braveheart. Per la nona volta “Il Silenzio” è risuonato in alto mare, in memoria delle vittime, ed è stata gettata la corona di fiori dal motopesca con le barche in Gran Pavese intorno. La teca del santo portata a spalla dagli ex allievi di Don Bosco è stata poi riportata in processione al santuario di San Marone.
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