Civitanova Marche, teatro per ragazzi al Quartiere IV Marine
Giovedì 25 Luglio, ore 21.15 al Quartiere IV Marine di Fontespina a Civitanova Marche, nello spazio verde attrezzato, spettacolo di teatro per ragazzi e famiglie della rassegna Quartieri da Favola, con ingresso libero.
In scena la compagnia “Teatro Stabile d’Abruzzo”, uno dei teatri storici italiani, che presenterà una lettura davvero speciale della famosa fiaba di Charles Perrault “Il Gatto con gli Stivali”, che per l’occasione diventa “Gli Stivali del Gatto”.
Una fiaba tradizionale letta attraverso la lente della Commedia dell’Arte, genere italianissimo, che ha fatto conoscere le nostre maschere in tutto il mondo e che costituisce uno dei momenti più alti nella storia del teatro Italiano. Il risultato di questo bizzarro incontro è uno spettacolo fresco, pieno di trovate, di ritmo, di divertimento che saprà certamente affascinare il pubblico dei piccoli e dei loro accompagnatori.
Il progetto è parte della terza edizione di Marameo, festival interregionale e internazionale del teatro per ragazzi, progetto che coinvolge le regioni Abruzzo, Marche, Lazio e Puglia. Nelle Marche sono sei i Comuni con una programmazione in rete destinata ai più piccoli e alle loro famiglie.
Per il programma completo www.marameofestival.it
GLI STIVALI DEL GATTO (scheda spettacolo)
TEATRO STABILE D’ABRUZZO (L’Aquila) – Teatro d’attore, maschere, commedia dell’arte
Liberamente ispirato alla favola omonima di Perrault
Con: Santo Cicco, Laura Tiberi e Roberto Mascioletti.
Scene e costumi: Antonella Di Camillo e Associazione Telapinta di Città S.Angelo
Musiche e canzoni di Paolo Capodacqua.
Ideazione e regia Mario Fracassi
Un giovane e sfortunato ragazzo si traveste da Gatto (assumendo su di sé il ruolo dell’eroe e, dunque, del bambino), usando l’astuzia e l’inganno, si procura ricchezza e felicità facendosi beffe del potere costituito; tale potere è rappresentato da un Orco da operetta…
Il ragazzo, terzo figlio di un povero mugnaio, riceve in eredità una maschera e un vestito da gatto. Naturalmente è disperato, ma, quando capisce il valore dell’eredità che il padre gli ha lasciato…
Nella commedia c’è un re, con due grandi problemi che non lo lasciano invecchiare in pace:sua figlia, la principessa, rifiuta tutti i numerosissimi pretendenti perché aspetta il vero amore per sposarsi e in tutto il regno non c’è più traccia di un coniglio, il piatto preferito del vecchio re. Il re ha a sua disposizione molti cacciatori, ma nessun uomo caccia meglio del gatto con gli stivali che riesce a catturare molti conigli, e ogni giorno ne fa dono al sovrano da parte del suo padrone, il marchese di Carabàs (che poi è sempre il ragazzo con la maschera da gatto). Sia il padre che la bella e nubile figlia sono sempre più curiosi di conoscere il loro benefattore e arriva il giorno in cui il Gatto accetta di condurli da… lui. Il ragazzo è ben felice di presentarsi come marchese di Carabàs e anche di sposare la principessa, ma un nobile deve possedere ricche vesti, terre e un castello!
Il regno confinante appartiene al terribile orco Popanz di cui nessuno conosce il vero aspetto, poiché Popanz è capace di infinite metamorfosi; proprio sfruttando le doti magiche e lo stupido orgoglio dell’orco, il gatto lo induce a trasformarsi in un topolino e se lo mangia in un sol boccone
Lo spettacolo si presenta come uno scherzo leggero e irridente, dove tutte le situazioni che possono prestarsi alla risata, allo sberleffo, al nonsense e all’effetto comico sono amplificate ed accentuate dagli interventi dei personaggi come in una sorta di viaggio fantastico, con il trionfo della bizzarria e del gioco.
Abbiamo voluto leggere in questa fiaba un riferimento esplicito alla Maschera e alla Commedia dell’Arte, trasformando il costume del “Gatto con gli stivali” (che indossa il giovane ragazzo) in una sorta di costume che rimanda all’idea di un Pulcinella o un Arlecchino.
Il “Gatto con gli stivali” è il regno del divertimento puro, è sorpresa, è un lavoro leggero e ironico. Sì, è una storia dove trionfa la fantasia delle trovate continue, degli equivoci e del surreale, dove la Commedia dell’Arte si mescola con l’avvicendarsi delle storie, dove l’allegria ed il grottesco la fanno da padroni. Ma non temete: alla fine, anche stavolta, non solo salveremo la Principessa (è una favola, no?) ma quasi quasi le troveremo anche marito. O no.
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