Questa mattina a Civitanova Marche, presenti le più alte cariche civili e militari della Provincia oltre a numerosi cittadini, si è tenuta la cerimonia di commemorazione di Calogero Zucchetto, agente della Polizia di Stato vittima della mafia, barbaramente ucciso ad appena 27 anni il 14 novembre 1982.
La cerimonia si è svolta nel parco comunale, nella zona sud della città, intitolato proprio all’agente Zucchetto il 6 novembre 2018 alla presenza del Capo della Polizia.
In sua memoria fu posta una scultura benedetta dal Cappellano della Polizia di Stato don Adam Baranski.
La Questura di Macerata e il Comune di Civitanova Marche hanno oggi voluto ricordare l’agente “Lillo”, medaglia d’oro al valor civile, che immolò la propria vita per servire fedelmente lo Stato e sconfiggere il cancro della mafia che, all’epoca dei fatti, insanguinava le strade di Palermo.
Alla cerimonia odierna hanno partecipato il Questore Gianpaolo Patruno, il Prefetto Isabella Fusiello, il Sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica, il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Raffaele Ruocco, il Vice Comandante provinciale della Guardia di Finanza Francesco Mirarchi, il Comandante della Capitaneria di Porto di Civitanova Marche Chiara Boncompagni, il Comandante della Polizia Stradale di Macerata Alberto Valentini, oltre a rappresentanti delle Forze dell’Ordine locali, dei Vigili del Fuoco, dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato e dall’Associazione Nazionale Carabinieri.
La commemorazione ha avuto inizio con la deposizione di una corona di alloro presso il monumento dedicato a Calogero Zucchetto, in servizio negli anni Ottanta presso la Squadra Mobile di Palermo e stretto collaboratore del Vice Questore Ninni Cassarà, Dirigente della Sezione Investigativa.
Parole di profonda gratitudine per la giornata commemorativa sono state espresse dal Questore Gianpaolo Patruno il quale, in una giornata piovosa che ha reso ancora più suggestiva la cerimonia, con il suo intervento ha ringraziato tutti i presenti ed in particolare il Sindaco della città Fabrizio Ciarapica per la fattiva collaborazione nell’organizzazione dell’evento.
Il Questore di Macerata ha voluto sottolineare che “Calogero Zucchetto rappresenta un esempio di alta fedeltà allo Stato e ai valori che esso incarna come la Giustizia, la Democrazia e la Libertà, per tutti coloro che vengono chiamati ogni giorno a svolgere il proprio dovere vigilando sulla corretta osservanza delle leggi e sulla sicurezza dei cittadini”.
Il monumento, realizzato da Paola Tassetti, così come interpretato dall’artista, è costituito da due tronchi di faggio che fuoriescono dal manto erboso, a ricordare le salde radici di Calogero verso la propria terra.
“Lillo” saluta la sua Sicilia, che si espone colorata, lasciando l’Italia nello sfondo, per rafforzare il suo grande impegno per la sua terra Madre, ma soprattutto per l’Italia intera.
La silhouette di Calogero Zucchetto sulla sinistra (nella sua posizione più conosciuta di saluto e cordialità) si pone in stretta relazione alla sua terra.
Ambedue i tronchi sono direzionati verso il Mare e ruotati l’uno verso l’altro, come a cercarsi, guardarsi e ricordarsi della loro profonda unione.
Chi era l’agente della Polizia di Stato Calogero Zucchetto.
L’agente della Polizia di Stato Calogero Zucchetto, per gli amici e colleghi “Lillo”, entra in Polizia all’età di 19 anni. Destinato alla Questura di Palermo, inizialmente viene assegnato alla Sezione Investigativa, dove si occupa, oltre che di indagini contro la mafia, anche della scorta di Giovanni Falcone, allora effettuata da agenti della Squadra Mobile. Fu anche uno dei primi a giungere in via Carini la notte dell’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie e dell’agente di scorta.
Professionale, caparbio, coraggioso, intelligente, Zucchetto intraprende la sua missione con grande entusiasmo. Si distingue subito. È un ragazzo, socievole, pieno di vita che lavora con determinazione, coraggio e passione. Grazie alle proprie capacità investigative ha modo di entrare in contatto col pentito Totuccio Contorno e di collaborare alle indagini che portarono alla stesura di un importante rapporto, il “Greco Michele + 161”, che tracciava dopo decenni di buio e di negazione del termine mafia un realistico quadro di cosa nostra e, in modo particolare, della guerra di mafia iniziata nel 1981 con l’ascesa del clan dei corleonesi.
La sua esperienza sul campo investigativo si rivela molto utile nella ricerca dei tantissimi latitanti dell’epoca. Nel mese di ottobre del 1982 giunge la notizia confidenziale degna di fede che dalle parti di Ciaculli si nasconde un pericoloso boss.
Nei giorni immediatamente successivi, Zucchetto e Cassarà effettuano sopralluoghi nella zona con la moto personale di Zucchetto , ma Lillo viene riconosciuto da due noti latitanti, Giuseppe Greco e Mario Prestifilippo. Le attività di riscontro e le indagini svolte senza soluzione di continuità consentono alla Squadra Mobile di Palermo di arrestare Salvatore Montalto il 7 novembre 1982.
Zucchetto dà un contributo decisivo all’operazione, pur consapevole dei rischi che corre perché Cosa Nostra era a conoscenza del ruolo fondamentale svolto da lui nelle indagini. Calogero è molto preoccupato, ma sa di aver fatto il suo dovere fino in fondo.
Una settimana dopo si trova in città, nei pressi del bar Collica, affollato da molti giovani quando i due latitanti che lo avevano riconosciuto durante i sopralluoghi, in sella ad una motocicletta, gli si avvicinano e sparano cinque colpi di pistola. A 27 anni si spegne un’altra giovane vita, un’altra vittima innocente di un drammatico 1982. Per l’omicidio di Zucchetto verranno condannati gli esecutori del delitto e come mandanti gli esponenti della Cupola di Cosa Nostra.
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