La Polizia di Stato sarà presente a Civitanova Marche sabato 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ricorrenza istituita nel dicembre del 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che invita ogni anno i governi, le organizzazioni internazionali e le Istituzioni ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.
Dalle ore 9.30 alle 12.30, nell’area del centro Commerciale “Cuore dell’Adriatico”, un camper adibito a ufficio mobile con personale specializzato fornirà, a chi ne farà richiesta, informazioni sulle problematiche connesse alla violenza sulle donne e ai maltrattamenti in famiglia.
A disposizione anche personale medico e rappresentanti del locale centro antiviolenza, in grado di fornire l’adeguata assistenza alle persone che si rivolgeranno per chiedere informazioni, nonché la necessaria riservatezza al colloquio.
La Polizia di Stato da tempo è attiva sulla materia con una costante campagna di sensibilizzazione della cittadinanza al fenomeno, soprattutto con il progetto denominato “…questo non è amore”, che si prefigge di diffondere la cultura della legalità e di avvicinare, stando nelle piazze o nei luoghi di ritrovo della cittadinanza, le potenziali vittime dei reati in questione.
Per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Polizia di Stato ha prodotto un opuscolo informativo, la cui prefazione riportata di seguito è a firma del Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli.
Cosa si aspetta una donna, vittima di violenza di genere, dalla Polizia?
Sicuramente protezione ed indagini che portino presto ad aver giustizia, ma non solo.
Una donna che è vittima di violenza fisica, psicologica, economica, sociale proprio perché prevaricata in quanto donna e privata di libertà ed autonomia, si sente sola, è rassegnata, prova vergogna, ha paura di ritorsioni per sé stessa e i propri figli, si crede colpevole, teme di non essere creduta.
Il poliziotto a cui chiede aiuto deve saper rispondere a questo dolore, consapevole che il più delle volte l’aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi che determinano una condizione di grave stress emotivo e psicologico.
Non basta applicare la legge, è necessario assicurare alla donna l’accoglienza, informazioni e sostegno necessari ad uscire dalla condizione di soggezione e isolamento che sta vivendo.
Quel poliziotto diventa allora uno snodo fondamentale di una rete fatta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza, associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi.
In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere, questa pubblicazione vuole fare il punto sul fenomeno, con i dati in possesso delle forze di polizia, sull’attività di repressione ai reati di maltrattamento, stalking, violenza sessuale ed omicidio, nonché sull’attività di prevenzione promossa dalla Polizia di Stato per contribuire, attraverso gli strumenti dell’informazione, dell’educazione e dell’ascolto, ad un cambiamento culturale su di un tema che rappresenta un indice fondamentale di civiltà di una società.
All’interno anche una serie di foto, brevi storie e ricordi di poliziotte che ogni giorno si impegnano su questo fronte, insieme ai colleghi uomini ma con l’opportunità, essendo donne, di riuscire a superare più facilmente il pudore della vittima che si trova esposta nella sua sfera più intima.
Un femminile che nella Polizia di Stato esiste dagli anni ’60 e a cui è stata riconosciuta parità di funzioni rispetto agli uomini proprio in quel 1981 che è lo stesso anno in cui è stato cancellato dal nostro ordinamento il delitto d’onore, che puniva con pene ridotte l’uomo che commetteva il reato per salvaguardare la propria reputazione o quella della famiglia.
Sulla spinta delle convenzioni internazionali, da quella dell’ONU del 1979 all’ultima di Istanbul del 2011, il nostro ordinamento si è adeguato con un ampio spettro di strumenti e misure efficaci per il contrasto alla violenza di genere che, però, rimane una dolorosa attualità.
E la Polizia di Stato vuole continuare ad essere in prima linea perché quel valore di uguaglianza diventi effettivamente autentico e perché ogni episodio di violenza contro una donna è una sconfitta per tutti.
Il Capo della Polizia
Direttore generale della pubblica sicurezza
Franco Gabrielli
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