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Civitanova Marche, Artemisia Gentileschi tema al Martedì dell’Arte

Civitanova Marche, Artemisia Gentileschi tema al Martedì dell’Arte
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Martedì 18 febbraio, ore 18 nella Sala consiliare del Comune di Civitanova Marche, nuovo appuntamento con I Martedì dell’Arte, rassegna curata dall’Associazione Arte, in collaborazione con il Comune di Civitanova Marche e l’Azienda Teatri.

Civitanova Marche
Paola Ballesi

Per la prima lectio del 2025 arriva la professoressa Paola Ballesi che parlerà di Artemisia Gentileschi.

Paola Ballesi, già direttrice della Accademia di Belle Arti di Macerata e docente all’Accademia di Brera, è curatore di importanti mostre, critico d’arte e presidente dell’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi.

Artemisia Gentileschi (Roma 1593-Napoli 1656), primogenita del pittore Orazio, persa la madre a solo dodici anni, dimostra un precoce e spiccato talento pittorico che matura nello studio del padre, già esponente di primo piano del caravaggismo romano.

In seguito alla violenza subita dal suo maestro di prospettiva e collaboratore del padre, nel processo intentato invece di avere giustizia dovrà affrontare condanne morali, metodi inquisitori del tribunale e persino torture per dimostrare la sua testimonianza.

Dopo il processo il padre riesce a combinare un matrimonio per la figlia con un pittore fiorentino, che determina il trasferimento a Firenze. Qui nasce la prima figlia e poi altri tre.

Firenze ne comprende il valore e la accoglie nell’Accademia delle arti del disegno, prima donna ad avere questo prestigioso riconoscimento.

Ottiene importanti commissioni dalle famiglie fiorentine (Medici compresi) e stringe amicizia con Galileo Galilei che nutre per lei grande stima, e con Michelangelo Buonarroti il giovane, il quale le commissiona una tela per celebrare il suo illustre antenato e intrattiene con lei una corrispondenza.

Di questo periodo fanno parte la Conversione della Maddalena e la Giuditta con la sua ancella di Palazzo Pitti e una seconda versione della Giuditta che decapita Oloferne conservata agli Uffizi.

Giuditta che decapita Oloferne, 1620, Uffizi. Nella foto in alto: Autoritratto come Santa Caterina (particolare), 1615-1617, National Gallery.

Nel 1621 va a Genova per un breve periodo, poi torna a Roma come donna indipendente, allontanandosi definitivamente dal marito, e portando con sé la figlia Palmira.

Dopo Roma è a Venezia, e probabilmente vi soggiorna tra il 1627 e il 1630, alla ricerca di nuove commissioni.

Successivamente approda a Napoli, e lì rimane definitivamente, se si esclude una breve parentesi inglese a Londra, dove raggiunge il padre per assisterlo fino alla sua morte. È quella l’occasione per collaborare artisticamente con lui, dopo tanti anni di distanza.

Nel 1642, con lo scoppiare della guerra civile, Artemisia lascia l’Inghilterra e, dopo altri spostamenti di cui si ha scarsa conoscenza, torna a Napoli dove muore nel 1656.

Artemisia Gentileschi, Opere

La fama di Artemisia è grande presso i contemporanei, anche se la sua fortuna più recente è forse più legata agli aspetti drammatici e romanzeschi della sua vita, e al suo coraggio nell’affrontarli, che ne hanno fatto quasi naturalmente una eroina femminista ante litteram.

Visione che comunque non offusca la forza con cui Artemisia si impone come pittrice, e su generi decisamente lontani da quella peinture de femme sulle quali altre donne (non molte ma neppure pochissime) si erano avventurate sino a quel momento, limitata a nature morte, paesaggi, ritratti, pur con invenzioni straordinarie come quelle di Sofonisba Anguissola.

Artemisia affronta la pittura “alta” fatta di soggetti sacri e storici, impianti monumentali.

Con una totale padronanza della pittura, abbraccia completamente la lezione caravaggesca, radicale nella concezione della scena, nel contrasto che descrive le forme e i colori, nella predilezione di un taglio ravvicinato che drammatizza il rapporto con lo spettatore, nell’abbandono di moduli iconografici convenzionali.

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Allegoria dell’Inclinazione, 1615-16, Casa Buonarroti Firenze

Da sicura professionista dell’arte sa di poter esplorare anche toni più lirici, atmosfere più intime. La vasta gamma delle sue corde è insomma in piena sintonia con la vastità del sentire barocco.

Quindi si fa forse torto alla sua opera se la si considera solo come riscatto o sublimazione dalle violenze subite, poiché nella sua completezza essa esprime una potenza e varietà poetica che vanno oltre la sua vicenda biografica.

Sono le sue stesse opere a porre con evidenza il tema del conflitto sia sotto l’aspetto tematico che figurativo, sia sotto l’aspetto formale che quello poetico, come si vede bene nelle sue Giuditte, che non lesinano concretezza né ai personaggi che mette in scena, né alle ferite che esse mettono in atto.

E’ ugualmente eloquente la ricca serie degli autoritratti, così come i nudi, così poco idealizzati.

Il catalogo delle opere di Artemisia Gentileschi ha purtroppo problemi attribuitivi, soprattutto con la produzione artistica del padre, anche la datazione delle opere non risulta chiara, così come alcuni periodi della sua vita

Artemisia Gentileschi nel tempo ha rischiato l’oblio, molto si deve al grande critico Roberto Longhi che nella sua opera Gentileschi padre e figlia del 1916 ha riscoperto e rivalutato l’artista.

civitanova marche

Il calendario di quest’edizione de I Martedì dell’Arte a Civitanova Marche prevede ancora la presenza di Paola Ballesi nel prossimo incontro di martedì 25 febbraio su Tamara Lempicka.

I relatori di altissimo profilo nel programma 2024/25 sono Stefano Papetti, Roberto Mancini, Mauro Perugini, Yuri Marano, Andrea Baffoni, Michele Fofi, Giorgio Valentini, Maria Letizia Papiri, Paola Ballesi, Roberto Cresti.

Anche quest’anno la presenza agli appuntamenti di Civitanova Marche verrà riconosciuta dal Miur come corsi formativi, pertanto sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Info: 339.7439458 – iskra@donatianna.it.

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