Il 29 novembre 1980 la scomparsa da Sarnano dell’ex baronessa De Rothschild e della sua amica friulana ed ex governante. Un giallo internazionale che ha segnato a lungo le cronache italiane ed europee.
Conclusione della prima indagine: ‘morte bianca’. Ora s’indaga per duplice omicidio.
Quarantaquattro anni esatti, dal 29 prossimo venturo. Migliore e più suggestiva celebrazione dell’anniversario di quello che per gli stessi britannici è il Giallo all’Inglese per eccellenza, non poteva esserci. Neppure Agatha Christie poteva inventarsi nulla di meglio.
Grazie alla perseveranza della Procura di Macerata che ha ereditato dal soppresso tribunale di Camerino il faldone (secondo alcuni rumors un pò impoverito a causa degli inevitabili disagi del trasloco, alcuni anni fa) del caso May-Guerin.
Al secolo Jeannette Bishop, ‘stella’ della BBC, sposata in prime nozze al barone Evelyn De Rothschild, in seconde al direttore di Harrod’s, Stephen May, e la sua ex governante friulana ed amica Gabriella Guerin.
Che l’aveva seguita ed assistita nei lavori per il cottage a Schito, appena fuori Sarnano acquistato da Jeannette dopo aver apprezzato uno storico mulino in pietra ‘fortificato’ a Gualdo di proprietà di un amico, un noto ‘giallista’ inglese.
Fabrizio Narbone, il pm maceratese che ha riaperto un fascicolo con l’ipotesi di duplice omicidio (a contrastare la conclusione della prima inchiesta per ‘morte bianca’), chiede tempo per una possibile, difficilissima svolta: “Qualche mese per restare larghi” ha dichiarato all’Ansa.
In ogni caso ora o mai più. Si sentiranno infatti alcune decine di testimoni non più chiaramente giovanissimi di quei fatti accaduti quasi mezzo secolo fa.
Si valuteranno le meticolose indagini (alla ricerca di possibili varchi non espediti) da parte di un magistrato tra i migliori conosciuti nella ormai mia lunga carriera: il dottor Alessandro Iacoboni, a quei tempi giudice istruttore a Camerino.
Il quale esercitò per primo lo strumento della rogatoria internazionale recandosi in Gran Bretagna, Svizzera ed in altri Paesi europei e più in là ancora, fino in Brasile.
Un’inchiesta appassionata, lavorando H24. Che si rivelava sempre più intricata. Emergevano e scomparivano bradisismicamente possibili connessioni con il clamoroso furto alla sede romana da Christie’s e a seguire con i seguenti casi: Calvi, Banda della Magliana e Ior/Marcinkus.
Anche Valerio Viccei, autore del ‘colpo del secolo’ ad un ricchissimo caveau londinese avrebbe avuto da dire in merito se non l’avessero ammazzato sulle montagne tra Abruzzo e Marche.
Poi il rinvenimento da parte del cacciatore Panunti delle ossa delle due donne mangiucchiate da cani selvatici e volpi (ma nessuna violenza umana) a Podalla di Fiastra a fine gennaio 1982.
Questo accadde quasi subito dopo che mr. May aveva lanciato pubblicamente la promessa di una ricompensa per chi avesse dato notizie sulla moglie scomparsa 14 mesi prima.
La stranezza maggiore fu però il sapere che quel luogo era frequentatissimo da cercatori di funghi e cacciatori e mai prima quei resti avvistati.
Poi ‘Il Messaggero’ lanciò altre clamorose notizie. La prima, a firma del sottoscritto all’indomani della scomparsa il 29 novembre 1980, che una delle due donne era stata la moglie del barone De Rothschild e che s’indagava per sequestro: ma la richiesta di riscatto non arrivò mai.
La seconda, a firma di Luigi Avi, valoroso corrispondente del Messaggero dall’Alto Maceratese, indicava come l’orologio Cartier d’oro avesse il datario manuale manovrato in avanti ed indicava una data successiva a quella del 29 novembre.
Ma nulla fu possibile accertare se non la presenza nottetempo di Jeannette e Gabriella nel villino Galloppa ai piani del Ragnolo a Sassotteto, dove avrebbero dovuto incontrarsi con il geometra incaricato del restauro della proprietà May a Schito.
A testimoniarlo capelli nel lavabo e sedie bruciate per riscaldarsi. Poi più nulla. Gli investigatori e l’inquirente dovettero alla fine arrendersi di fronte all’unica ipotesi verosimile: Jeannette e Gabriella sorprese dalla tormenta all’indomani avrebbero tentato un’improbabile via di fuga lungo l’innevatissimo crinale montuoso da Sassotetto a Podalla trovando fatalmente la morte.
Nessuno in quelle condizioni e con vestiti non da montagna (e scarpe da città) ce l’avrebbe fatta: “neppure uno di noi, magari il più esperto” ammise il CAI.
Alla notizia della riapertura delle indagini, i ‘vecchi’ investigatori (da chi scrive sollecitati) hanno mostrato speranze soverchie.
Motivo: fatti nuovi, eclatanti e prima del tutto sconosciuti non appare siano emersi.
Lo stesso Iacoboni aveva rinunciato a scrivere con la giornalista Francesca Macina un libro sulla vicenda, di cui poi non intendeva più parlare rifiutando interviste e in ultimo per un docufilm trasmesso in tv.
Così pure Stephen May alle richieste di ‘Chi l’ha visto?’ una quindicina d’anni fa quando il Giallo dei Sibillini venne riproposto dopo che la famiglia Guerin per motivi legittimi di successione (se ricordo bene) richiese l’accertamento legale dell’identità di Gabriella in riferimento ai resti rinvenuti a Podalla.
Ed ora la riapertura dell’indagini: uno squarcio di sole nella tormenta fittissima del Giallo dei Sibillini.
Maurizio Verdenelli
(Foto tratte dalla pubblicazione ‘Il Cronista che amava Camerino’ AA.VV, a cura di Guido Garufi e Maurizio Verdenelli, Ilari editore)
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