La Squadra mobile di Macerata l’estate scorsa ha arrestato all’aeroporto di Fiumicino un pakistano di 24 anni domiciliato a Porto Recanati. Il giovane era in arrivo da Islamabad e in corpo aveva ben 72 ovuli con quasi mezzo chilo di stupefacente, eroina al 60%. Fermato, attese le necessità fisiologiche per dimostrare l’insolito bagaglio al seguito, è stato poi condotto al carcere di Camerino.
Un successo dell’attività investigativa che ha chiarito anche il ruolo del pakistano in Italia con regolare permesso di soggiorno, che avendo perso il lavoro ha accettato di trasportare la droga dal paese nativo fino alla nostra regione, dove era destinata.
L’intento della polizia era di arrivare ai finanziatori e organizzatori del traffico e dello spaccio. Tre le persone, i cui nomi sono scaturiti dagli interrogatori e dalle indagini, che in questi mesi si è cercato di catturare. Ma nel frattempo i tre, anche loro pakistani, sono riusciti ad allontanarsi dall’Italia.
Una brillante operazione con conclusione un po’ amara, anche nel commento del procuratore Giovanni Giorgio che sottolinea l’uso di stupefacenti elevato nella nostra zona. Situazione che favorirebbe questo tipo di traffico.
L’attività investigativa e di controllo, però, appare molto efficiente e pronta a ogni operazione di contrasto.
I termini di questa vicenda, che ha ancora come epicentro la costa maceratese, sono stati illustrati in una conferenza stampa alla Questura di Macerata, introdotta dal questore vicario Luigi Nappi, con la partecipazione oltre il procuratore Giovanni Giorgio del dirigente della Squadra mobile Alessandro Albini.
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