Agugliano, “La Bottega de le Ombre” vince “La Guglia d’Oro”
La compagnia “La Bottega de le Ombre” di Macerata ha vinto “La Guglia d’Oro” al 13° Festival nazionale di Teatro dialettale di Agugliano, premio assegnato all’unanimità a “Farà giorno”, due atti intensi e emozionanti per la regia di Sante Latini, con Alessandro Bruni miglior attore protagonista.
“Tre figure bellissime, solide, con un vissuto diverso e apparentemente inconciliabile, ma con una trasversale tenerezza di fondo, capace di far trovare ai protagonisti un linguaggio comune su cui confrontarsi e sperare”, cita la motivazione della giuria che ha premiato l’opera scritta da Rosa Menduini e Roberto De Giorgi, interpretata da Margherita Caciorgna, Sante Latini e Alessandro Bruni.
A chiudere i dieci giorni di festival e a festeggiare i vincitori un divertentissimo Pippo Franco che ha allietato la serata non risparmiando battute, sottolineando che per fortuna c’è rimasta la possibilità di ridere delle nostre incapacità e superficialità, come “via di scampo” in questo pazzo mondo che ha perso ogni punto di riferimento e gira sbandato, cercando di barcamenarsi tra il serio e il faceto.
Gran finale con spettacolari fuochi d’artificio che hanno illuminato l’Anfiteatro al Parco delle Querce di Agugliano, dove si è tenuto il festival organizzato dall’Associazione La Guglia e sempre gremito di pubblico.
Le due giurie di esperti e giovani hanno assegnato numerosi altri premi. Pluripremiato “1861 – La brutale verità” del Gruppo CarMa di Reggio Calabria che si è aggiudicato il Premio giovani a Teatro, il Premio del pubblico, il Premio speciale della Giuria e il premio alla migliore attrice protagonista Marinella Rodà. “Le cinque rose di Jennifer” della Compagnia di Pozzuoli (NA) “Vulimm’ Vulà”, si è portata a casa il premio per la migliore attrice non protagonista a Roberta Principe, il Premio speciale della Commissione esaminatrice e un Premio speciale assegnato a Jennifer, personaggio difficile e coraggioso, condannato a una solitudine moderna in una società totalmente indifferente.
Questi gli altri premi assegnati: miglior attore caratterista a Tiziano Foantan, il nonno di “Weekend a Capri” della compagnia “La Tartaruga” di Lendinara (Rovigo); migliore attrice caratterista a Pamela Marinucci del “Gruppo Amici dell’Arte” di Offida, nei panni della serva Pierina in “Sganarello, medico per forza e per amore; miglior attore non protagonista a Goffredo Laugeni della Compagnia “30 Allora” di Casagiove (Caserta) per “Ultimo scugnizzo; miglior regia a Francesco Facciolli e Scilla Sticchi del “Gruppo Amici dell’Arte” di Offida per “Sganarello, medico per forza e per amore”; miglior Scenografia a Giuseppe Petruccione e Vincenzo Russo per “Ultimo scugnizzo”; migliori costumi a Scilla Sticchi del “Gruppo Amici dell’Arte” di Offida per “Sganarello”; medaglia del Presidente del Senato alla commedia “Ultimo scugnizzo” della Compagnia “30 Allora”.
“Farà giorno” è una storia in cui non mancano colpi di scena, emozioni, divertimento e commozione. Si svolge all’interno di una sola stanza, quella di Renato (Sante Latini), un vecchio comunista che ha fatto la Resistenza. E’ qui che si confrontano le generazioni, non senza scontri, perché è qui che Renato si incontra con Manuel (Alessandro Bruni), un giovane coatto romano, di simpatie nazifasciste che lo ha investito e tratta con Renato un periodo di assistenza a domicilio, pur di evitare la denuncia, dato che al momento dell’incidente stava guidando senza patente. Ed è sempre in questa stanza che l’anziano Renato incontra la figlia Aurora (Margherita Caciorgna), una cinquantenne ex terrorista e quindi con un pesante passato di militanza nella lotta armata. Forse è meglio dire ri-incontra la figlia, dato che non la vede e non ha avuto contatti con lei da trent’anni, perché era stato proprio Renato a denunciarla alla polizia. Molte le cose da chiarire, fra i due, forse il confronto più forte ed emozionante e che non mancherà di coinvolgere il pubblico. Inutile dire che le differenti posizioni dei tre personaggi li pone ad un confronto continuo anche con i loro vissuti, del passato e del presente, soprattutto in rapporto a una società in cui mancano sempre di più i principi fondanti che possano essere comuni e trasversali. Questo aspetto, in particolare, sarà l’occasione per fornire spunti di riflessione agli spettatori sul proprio presente, sul passato e soprattutto su un terreno che possa essere comune per tutta l’umanità. In conclusione, però e nonostante tutto, sarà anche possibile guardare al futuro con un po’ più di speranza.
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