L’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, in occasione della Festa della Musica, venerdì 21 giugno dedica la giornata a Stefano Scodanibbio (1956-2012).
Nella sede della prestigiosa istituzione (Palazzo Carpegna in piazza dell’Accademia di San Luca 77, Roma), un film, un libro e un concerto renderanno omaggio al musicista maceratese, compositore e contrabbassista tra i più importanti della scena contemporanea internazionale.
Alle ore 17 il programma prevede la proiezione del film-documentario sulla figura di Stefano Scodanibbio “Cartoline per voci e contrabbasso”, regia di Claudio Chianura (durata 59’, produzione Haze 2017), che si avvale di riprese effettuate a Milano e a Macerata e dintorni in occasione della Rassegna di Nuova Musica nel 2016. Ricordano il musicista e la sua musica alcuni tra i suoi più vicini colleghi e compagni di esperienze: Irvine Arditti, Dario Calderone, Gianni Dessì, Wolfgang Korb, Terry Riley, Daniele Roccato, Giancarlo Schiaffini.
Si prosegue alle 18 con la presentazione del libro “Non abbastanza per me. Scritti e taccuini” a cura di Giorgio Agamben e Maresa Scodanibbio (Quodlibet, Macerata 2019). Intervengono Federico Capitoni, Andrea Cortellessa e Mario Gamba.
A pochi anni dalla sua morte, il passaggio folgorante di Stefano Scodanibbio nella musica contemporanea appare sempre più, come ebbe a dire lui stesso del suo rapporto col contrabbasso, come un’avventura che nessun altro avrebbe potuto intraprendere. Di questa avventura gli scritti raccoltinel libro presentano una testimonianza straordinariamente viva: gli appunti di viaggio (l’India, l’amatissimo Messico, la Svezia, la Spagna, la California), gli incontri decisivi (Scelsi, Berio, Xenakis, Nono, ma anche poeti e scrittori, come Sanguinetti e Agamben), le annotazioni illuminanti sulla musica si compongono in una sequenza vertiginosa, che ricorda la velocità e l’esattezza con cui egli riusciva a trarre dal contrabbasso sonorità prima di lui insospettate. E man mano che la lettura procede, gli sguardi, i gesti, le sensazioni febbrili e quasi incomunicabili lasciano trasparire in filigrana qualcos’altro: il legarsi sempre più intimo e stretto di una vita e di un’opera, di un’avventura biografica perennemente insoddisfatta e di una maestria creatrice ogni volta esemplare.
Infine, alle 19 concerto con composizioni di Stefano Scodanibbio: Only connect (2001) per pianoforte e Terre Lontane (2003) per pianoforte e nastro magnetico. Al pianoforte Fabrizio Ottaviucci.
Stefano Scodanibbio si è dedicato al pianoforte a partire dal 2000 dopo vent’anni di quasi esclusiva frequentazione di strumenti a corde. Il suo interesse per questo strumento è principalmente legato alle molteplici possibilità ritmiche che la prassi esecutiva polifonica del pianoforte può realizzare.
Only Connect è la sua prima opera pianistica ed esplora ampiamente queste possibilità, dando vita a articolate e complesse formule ritmiche collocate come miniature dentro meccanismi di grande precisione. “Il brano – come dichiara l’autore – è costruito seguendo una serie di associazioni libere, un po’ come un trattamento psicoanalitico, con effetti imprevedibili e incontrollabili. Possibilità che si accavallavano, proliferazioni selvagge, accostamenti liberi e anche un po’ libertini, accumuli, significati disparati, appropriazioni, rimandi, echi, schegge, riflessi, trasformismi.”
Pervaso di costante tensione, il brano si ispira alle connessioni del libro Fratelli d’Italia di Arbasino ed è strutturato in tre sezioni, quasi una parafrasi della forma sonata, in cui un unico tema melodico è alla base dello sviluppo di tutto il materiale sonoro.
“L’avanguardia è finita. L’avanguardia comincia ora. Scodanibbio ha capito tutto: si possono mettere tutti i neo e tutti i post che si vogliono, basta avere uno sguardo irrispettoso, aperto, caldo, vivace sul mondo” (Mario Gamba, recensione alla prima tenutasi a Roma nel 2003).
In Terre Lontane, un nastro magnetico realizzato con i suoni di contrabbasso manipolati elettronicamente avvolge il pianoforte in un viaggio timbrico dal colore scuro e profondo, dove gli scintillanti gesti sonori dello strumento a tastiera si adagiano quasi senza interferire con l’inesorabilità del paesaggio. L’opera si può considerare un lavoro di musica elettronica centrato sulla elaborazione del suono del contrabbasso in cui il pianoforte fa da testimone, assiste, accompagna.
Come di prassi, nella tecnica compositiva di Scodanibbio e di molti altri compositori, alcuni temi vengono ripresi da un’opera all’altra e trattati nel diverso contesto; si può qui riconoscere come “lo sviluppo”, parte centrale di Only Connect, sia ripreso in una versione “pianoforte e orchestra” al centro del brano Terre Lontane.
Info: www.accademiasanluca.eu
(84)