Giornata marchigiana, quella di ieri, per il ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini. Un vero tour iniziato in tarda mattinata a Camerino, poi Matelica, quindi nel pomeriggio Osimo e Ancona.
Visita quanto mai opportuna, volendo anche un gesto d’amore nel giorno di San Valentino, per affrontare l’urgente problema del patrimonio artistico delle zone terremotate che deve essere, secondo i casi, recuperato, restaurato, tutelato e valorizzato. Comunque non allontanato dal territorio, come chiesto e preteso a gran voce da sindaci, personaggi della cultura, dalle stesse comunità. Franceschini su questo ha più volte rassicurato gli interlocutori a ogni tappa.
Il ministro è arrivato intorno alle 12 circa a Camerino, accolto dal sindaco Gianluca Pasqui, dal prefetto Roberta Preziotti e dall’arcivescovo Francesco Brugnano. Giro nel centro storico, nella zona rossa, accompagnato da uno stuolo di vigili del fuoco e operatori della Protezione Civile. Davanti alla devastata chiesa di Santa Maria in Via, simbolo del terremoto con la cupola quasi del tutto crollata, il ministro ha dichiarato: “Mi si spezza il cuore a vedere che l’identità di questi luoghi, molto spesso data dai simboli della cultura e della religione, sia così pesantemente ferita. C’è un impegno forte in termini di risorse e di risorse umane, per affrontare un’emergenza straordinaria. Uno sciame sismico di queste dimensioni non si era mai verificato. Ministero, Protezione civile e vigili del fuoco stanno facendo il massimo, con garanzie ai sindaci, che oggi sono venuto a ribadire, che i centri storici saranno ricostruiti esattamente come sono”.
E’ anche una risposta al sindaco Pasqui che ha lamentato ritardi negli interventi sugli edifici lesionati, se fossero stati tempestivi la cupola non sarebbe crollata. Questi edifici, ha sottolineato Pasqui, rappresentano la storia della comunità stessa e senza storia non c’è più la comunità.
“Non penserete che i tecnici del ministero siano stati in vacanza, anzi, non si sono fermati un giorno” ha tenuto a precisare Franceschini, aggiungendo che “non dovete temere di perdere le opere d’arte. Tutte quelle portate fuori torneranno nei territori. Faremo in modo che i depositi coincidano con i laboratori di restauro, coinvolgendo le competenze locali il più possibile”.
A Matelica il ministro è stato guidato dal sindaco Alessandro Delpriori nella visita al Teatro Piermarini, ai mosaici romani, al museo Piersanti e a Palazzo Ottoni, futura sede museale. Con l’assenso di Franceschini, la città si lancia in due progetti: il primo con i sindaci che hanno firmato il manifesto Marca Maceratese (MaMa) per una serie di mostre sul territorio, l’altro è “Matelica Museo Aperto” con la prossima riapertura dei nuovi spazi espositivi.
Nel pomeriggio Franceschini ha raggiunto Osimo per inaugurare con il sindaco Simone Pugnaloni la mostra ‘Capolavori Sibillini. L’Arte dei luoghi feriti dal sisma’, un centinaio di opere, tra tele e dipinti, di grandi pittori attivi dal Quattrocento al primo Settecento come Ghezzi, De Magistris, Duranti, Pagani, Ricci, Spadino e altri. Esposti anche paramenti liturgici dedicati a papa Sisto V in oro e seta, esempi di arte del ricamo nel ‘500.
Le opere provengono da otto comuni delle aree terremotate: Montefortino, Monte Falcone Appennino, Smerillo, Monte Rinaldo, Montelparo, Montalto delle Marche, Loro Piceno, San Ginesio.
“Pur tra le tante cose disastrose del sisma – ha detto il ministro a Osimo – è emerso positivamente l’attaccamento delle persone alle loro opere d’arte fin dai momenti iniziali del salvataggio, consapevoli che esse sono parti della propria identità. Ho visitato più volte le zone terremotate e ogni volta – ha aggiunto – mi sono reso conto della vastità dei danni subiti dal nostro patrimonio culturale, che è un patrimonio del mondo. Bisogna che ci sia un forte rapporto di collaborazione tra istituzioni per salvarlo. In primo luogo occorre mettere in sicurezza chiese e edifici storici, poi ricostruire tutto dove e come era prima. Garantire la sicurezza antisismica serve anche a fare in modo che non venga danneggiato il turismo e la sua immagine. Per questo ieri abbiamo approvato un emendamento in Senato di 4 milioni di euro per finanziare attività di promozione turistica nelle zone del cratere. L’importante è operare con grande spirito di coesione tra sindaci, Sovrintendenze e autorità ecclesiastiche, affinché queste ultime ci indichino le priorità da affrontare».
Ultima tappa ad Ancona, per visitare il deposito attrezzato nella Mole Vanvitelliana che ospita altre opere, molte anche danneggiate, provenienti dalle zone del terremoto. All’interno della Mole il ministro ha affermato che “c’è una vastità di danni al patrimonio culturale mai vista. Non dobbiamo dimenticare le caratteristiche di questo terremoto in cui non c’è stata una scossa e poi uno sciame sismico, ma tre scosse mai viste in questa sequenza, ognuna delle quali ha fatto ricominciare il lavoro da capo”.
Franceschini ha poi concluso: “Tutte le opere torneranno nei luoghi da dove sono state salvate. Come per le opere che recuperiamo con i carabinieri dai furti, la direttiva che ho dato è che ognuna torni nel luogo di provenienza. I depositi nei Comuni vanno benissimo se si realizzano dov’è possibile farli con condizioni di sicurezza e di tutela adeguate per le opere. Come nel caso di Matelica, che ho visto oggi, che ha uno spazio perfetto per diventare un deposito ed essere anche visitato dai turisti”.
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