In questi giorni si è aperto un dibattito sul progetto per la realizzazione di una industria per recupero metalli e smaltimento rifiuti industriali e non, che il Comune di Muccia avrebbe autorizzato, previo rilascio dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale), nell’area PIP (Piano per Insediamenti Produttivi) in località Maddalena.
L’impianto sarebbe classificato come “industria insalubre di prima classe” di cui al D.M. del 5.9.1994. Dal dibattito, che ha avuto un momento importante nell’incontro pubblico tenutosi lo scorso 10 maggio a Pievebovigliana, sono emersi spunti interessanti. Sebbene, infatti, l’impianto verrebbe realizzato esternamente al Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed in un’area specificatamente destinata ad attività produttive, molti cittadini e operatori economici del territorio (tra cui agricoltori, gestori di strutture ricettive e artigiani), hanno manifestato forti preoccupazioni sulla possibilità che tale impianto possa produrre effetti negativi sull’ambiente e sulla salute. Ma ancor più significativa è apparsa la consapevolezza dei cittadini su come tali possibili rischi potrebbero tradursi anche in danni economici.
Non sono quindi sufficienti le garanzie sul rispetto delle normative urbanistiche e sui limiti delle emissioni inquinanti. Il territorio ha ora coscienza che la bellezza e la qualità dell’ambiente costituiscono le principali risorse, un patrimonio da difendere e mantenere per il futuro. Il turismo responsabile, le produzioni agricole tradizionali – meglio se biologiche – e di prodotti tipici, l’artigianato di qualità e a basso impatto ambientale, sono i cardini su cui basare uno sviluppo concreto e duraturo di questa parte di Appennino.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini gioca un ruolo importante nel promuovere e incentivare questo modello di sviluppo sostenibile. Nei Comuni del Parco negli ultimi venti anni sono aumentate significativamente le strutture ricettive di qualità realizzate nel rispetto della vocazione rurale dei luoghi e gestite in un’ottica di qualità ambientale; e non può essere negato che tale crescita, anche nelle aree limitrofe, sia anche dovuta alla presenza del Parco. L’area PIP di Maddalena ricade in questa area limitrofa al Parco, dove tra l’altro passa la “Grande Via del Parco”, un percorso stradale ad anello di 190 Km che come un “fil rouge” guida il visitatore sul territorio. I progetti e le strategie di sviluppo in queste aree dovrebbero pertanto essere ben coordinati con le finalità dell’area protetta; proprio per questo motivo la legge quadro sulle aree protette prevede l’istituzione delle aree contigue.
Ecco perché riteniamo che il progetto di una “industria insalubre di prima classe” nell’area PIP di Maddalena sia fortemente in contrasto con le strategie di sviluppo sostenibile del Parco e delle aree limitrofe, basato sulla valorizzazione delle risorse paesistico-ambientali, storico-culturali e della qualità dei prodotti tipici locali.
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