Appena un quarto di secolo fa. Corsi e ricorsi storici della Maceratese. Che rimbalzano suggestivi nella platea degli eternamente giovani cronisti chiamati a ‘conoscere’ il ‘nuovo’ allenatore.
E chi non ricorda e non ha un aneddoto di cui far memoria con Highlander Dino?! Praticamente tutti. “Resto giovane perchè sono sempre tra i giovani”, ammonisce lui.
Poi qualcuno prova a contabilizzare il numero degli anni dell’ultima volta di Pagliari allenatore biancorosso: sono 24/25. Appena dietro l’angolo!
Ed allora emerge all’improvviso quella tristissima notte di Halloween quando Stefano, Ettore e tutti gli altri Ultras deposero lumi e fiori davanti al portone del Comune, per piangerLo.
E il giorno dopo allo stadio venne distribuito il giornale della Maceratese: in prima pagina c’era Lui, il più amato tra chi amava la Rata.
Cui in decenni aveva dedicato gli scatti più belli di una carriera unica e leggendaria con scoop fotografici nazionali per Il Messaggero (tra questi il caso Isidori e il Giallo dei Sibillini, la morte di Jeannette Bishop Rothschild e Gabriella Guerin, definito dalla stampa inglese il Giallo per eccellenza del dopoguerra).
Dino si commuove al pensiero dell’amico fraterno. E a quando, esattamente 25 anni fa (a fine ottobre 1998) la domenica successiva alla sua tragica fine -investito a Villa Potenza mentre chiudeva a chiave l’auto – dedicò la vittoria contro il Sassuolo per 3 a 1 a Pietro Baldoni (alias ‘Briscoletta’).
Al nome di Pietro, Dino avrebbe poi riservato da allenatore della Fermana un’altra vittoria.
Si commuove Pagliari, alza gli occhi sopra di sè e dice: “C’è da credere che Pietro tifa ancora e sempre la Maceratese, la squadra della sua amatissima città. E certo continuerà a starci vicino”.
Maurizio Verdenelli
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