Si chiamerà JVillage, un luogo dove ospitare le aziende tecnologicamente all’avanguardia e con capitale umano qualificato. Sarà una “cittadella delle tecnologie” che, replicando esperienze internazionali e nazionali di successo, attrarrà, in un unico sito – l’area ex Sadam di Jesi, in base all’accordo di riconversione del 2011 – le Knowledge companies, ovvero quelle aziende a elevato contenuto tecnologico che daranno impulso alla manifattura intelligente 4.0.
Presentato nella sede della Regione Marche, JVillage è un “progetto ambizioso”, nato all’interno di Confindustria Ancona, che ha acquisito un respiro regionale grazie alla volontà di Confindustria Marche di farne un intervento strategico per tutto il territorio, con la condivisione della Regione Marche.
“È un’iniziativa che si collega perfettamente al primo punto del programma di governo regionale: creare occupazione – ha detto l’assessora all’Industria, Manuela Bora – Il progetto valorizza le aziende ad alto contenuto tecnologico che daranno poi impulso allo sviluppo della manifattura 4.0, quella che si fonda sull’integrazione crescente di servizi, internet e tecnologie informatiche nella produzione industriale”.
Un tema legato a quello che, a livello internazionale, viene ormai definito “rinascimento industriale”, che non trova, però, le Marche impreparate: “La Regione – ha continuato l’assessora – sta lavorando a una propria legge per cogliere le opportunità della rivoluzione industriale 4.0, inserendosi nel fermento legislativo che sta animando le varie istituzioni”.
Le Marche, anche per il ruolo coordinatore della Commissione attività produttive della Conferenza delle Regioni, saranno, di fatto, una Regione pilota, tra le prime a muoversi sulla base degli obiettivi del progetto nazionale Industria 4.0 che dovrebbe essere presentato a breve.
“In sede di approvazione del bilancio troveremo le risorse necessarie per avviare la legge regionale, per poi attingere a quelle della programmazione europea”, ha concluso l’assessora.
“È con molta soddisfazione che Confindustria Marche vede trasformarsi, concretamente, in un progetto, parte del contenuto dell’accordo siglato il 19 febbraio fra Confindustria Marche e Giunta regionale. Quell’accordo riguardava le priorità e le linee di lavoro condivise per il rilancio del nostro territorio e delle nostre imprese – ha spiegato il presidente di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli -. Il Tavolo di lavoro è quindi già partito. Questo è un progetto che testimonia la capacità progettuale e la visione del mondo industriale; si tratta inoltre di una iniziativa ad alto valore aggiunto che guarda al futuro e aumenta l’attrattività di tutto il territorio puntando sul fattore innovazione”.
“L’idea di realizzare a Jesi una cittadella delle tecnologie è nata a novembre 2014 in Associazione e rappresenta uno dei progetti fondamentali per il rilancio del territorio e del sistema economico imprenditoriale delle Marche – ha spiegato Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Ancona -. L’idea di base è quella di creare un vero e proprio spazio fisico che risulti attrattivo per un sempre maggior numero di aziende tecnologicamente all’avanguardia e con capitale umano sempre più qualificato, provenienti anche da fuori regione. Sono le cosiddette knowledge companies, protagoniste indiscusse del mercato futuro. Le Knowledge companies sono presenti nelle Marche; l’elemento nuovo e determinante di JVillage, però, è il meccanismo di contaminazione che deriva dal riuscirle a insediarle nel medesimo spazio per farle stare tutte insieme. Questa modalità facilita il network, aumenta l’efficacia della filiera avanzata, accelera l’evoluzione tecnologica delle singole realtà e dell’intero sistema economico-territoriale”.
“Per Confindustria Ancona, JVillage è un progetto esclusivamente industriale, basato sul concetto di filiera evoluta – ha continuato Marco Gialletti, vice presidente di Confindustria Ancona, con delega all’innovazione e responsabile della parte tecnica del progetto – Vogliamo mettere insieme aziende ad alto valore aggiunto, perlopiù di piccola e media dimensione, caratterizzate da capitale umano con elevate competenze tecnologiche e mission aziendale votata all’innovazione. La condivisione di un luogo fisico, dove insediarsi, attiva un meccanismo di contaminazione di idee e di scambio di competenze il cui moltiplicatore è decisamente superiore alla mera sommatoria di quanto le singole realtà potrebbero fare emergere, restando logisticamente distanti le une dalle altre”.
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