In occasione della Giornata internazionale della donna 2016, l’assessora alle Pari Opportunità Manuela Bora ha presentato nella sede regionale il libro: “Dodici passi nella storia Le tappe dell’emancipazione Femminile”. In presenza degli autori, Lidia Pupilli e Marco Severini, la coautrice Ilaria Biagioli, e della deputata parlamentare Irene Manzi, l’assessora Bora ha voluto sottolineare quanto sia necessario proseguire con determinazione quel percorso per l’emancipazione femminile intrapreso da figure storiche come Teresa Mattei, madre Costituente dell’Italia repubblicana per l’affermazione della completa parità dei diritti. “Stessi principi per cui mi sono battuta – ha detto Bora – e che hanno mosso la Giunta ad approvare la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere nell’elezione del Consiglio e del presidente della Giunta regionale. Una modifica che consente di colmare un vuoto legislativo poiché le Marche erano tra le poche regioni di centrosinistra a non possedere questo requisito. Con l’introduzione della doppia preferenza di genere si garantisce un’effettiva partecipazione e rappresentanza delle donne alla vita politica. Ora dovrà passare in Commissione e in Consiglio per garantire la partecipazione delle donne. Un cambio di passo all’insegna di una nuova era, perché la parità di genere non è solo una questione tecnica o politica ma è un principio di civiltà e di qualità della democrazia”. Sono poi preoccupanti i dati economici pubblicati da Cna e Confartigianato Marche che denunciano un saldo negativo per le imprese al femminile, e la provincia in maggior difficoltà che ha perso più imprese ‘rosa’ è stata Macerata. “Quella dell’8 marzo – auspica l’assessora – non deve essere una data simbolica ma un faro per una battaglia da portare avanti con determinazione e garantire l’effettiva parità”.
Il libro di Lidia Pupilli e Marco Severini (storici dell’Università di Macerata) con la premessa dell’onorevole Irene Manzi è centrato sul ruolo della donna nell’Italia contemporanea. Racconta la vicenda storica che ha visto la donna italiana – ma ci sono riferimenti anche al contesto europeo e internazionale – liberarsi da maschilismo, subordinazione e marginalità che hanno caratterizzato a lungo la società.
Ricostruisce le prime lotte per l’emancipazione e le presenze femminili nelle amministrazioni pubbliche; la vicenda delle prime donne elettrici (dieci maestre precarie marchigiane nell’Italia del 1906-7); l’origine storica della Festa dell’Otto Marzo; il ruolo della donna nello Stato liberale, sotto la dittatura fascista per poi passare alla Resistenza e all’Italia repubblicana e democratica: di quest’ultima vengono indagate l’apporto femminile all’Assemblea Costituente e poi in Parlamento, la questione della prostituzione fino alla legge Merlin, le complessi normative che dagli anni Cinquanta a oggi sono intervenute in favore delle donne, la loro ribellione ai tempi del Sessantotto, la questione della violenza e del femminicidio e il ruolo recente della ricerca storica su di esse (storia di genere).
Due capitoli fanno riferimento alle Marche: uno dedicato alle prime donne elettrici del 1906 e l’altro alla figura di Adele Bei, marchigiana di Cantiano (Pu), coraggiosa antifascista, costituente e poi parlamentare.
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